Mafia, processo Scrigno: sentito il tenente Cito - Live Sicilia

Mafia, processo Scrigno: sentito il tenente Cito

Una parola di troppo del mafioso Buzzitta fece scoprire la divisione di una somma col boss Virga

TRAPANI – Un altro investigatore dei Carabinieri, appartenente al reparto operativo provinciale dell’Arma di Trapani, è stato sentito ieri in Tribunale a Trapani, nell’ambito del processo scaturito dal blitz antimafia denominato “Scrigno”. Ad essere sentito dai giudici del collegio presieduto dalla dottoressa Daniela Troja, è stato il tenente Vito Cito, tra i militari che a suo tempo si occuparono, coordinati dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo, delle indagini, concentrate sul mandamento mafioso trapanese, oggetto dell’odierno dibattimento di primo grado e già per alcuni imputati definite con una pronuncia di condanna col rito abbreviato davanti al gup di Palermo.

La testimonianza del tenente Cito, che ha risposto alle domande del pm Gianluca De Leo, si è concentrata in particolare su un incontro avvenuto, nei pressi del dissalatore di Trapani, nel maggio 2016 tra due mafiosi di rango, l’anziano Nino Buzzitta e il più giovane Franco Virga, figlio dell’ergastolano Vincenzo. Nonostante le accortezze dei due boss, sia su come vedersi sia su dove incontrarsi, al fine di evitare di esser visti e intercettati, i Carabinieri riuscirono ad ascoltarli e a scoprire la ragione di quell’incontro. Ad un certo punto a tradire ogni cosa è stata la voce del Buzzitta, che ha rotto il silenzio che fino a quel momento c’era stato tra i due, silenzio che aveva impedito ai Carabinieri di conoscere il perché di quel faccia a faccia. “Sentivamo – ha detto il tenente Cito – il fruscio di qualcosa, poi la voce di Buzzitta che rivolto a Virga ha detto, non è che me ne stai dando di più? e quindi la risposta di Virga, tremila e due, tanti giusto?”. Secondo le indagini si trattò della spartizione di una mazzetta frutto di affari illeciti gestiti da Cosa nostra trapanese sull’isola di Favignana.

In aggiunta ancora il tenente Cito ha riferito che a quel punto il colloquio tra i due continuò con Buzzitta che a sua volta consegnava una somma di denaro a Virga, una parte di quei 3200 euro, dicendogli di darla a Francesco Peralta che in quel momento faceva da autista a Franco Virga. Un regalo per i rapporti stretti che erano intercorsi in epoca antica tra Buzzitta e Giovanni Peralta, padre di Francesco. Un segno di affetto. E’ rimasta sconosciuta l’entità del denaro, ma la microspia collocata sull’auto con la quale anche in quella occasione si erano mossi Virga e Peralta, ad un certo punto, nel viaggio di ritorno a Trapani, fece ascoltare Virga che diceva a Peralta di fermarsi, “qui nessuno ci vede”, e la cimice fece sentire distintamente Virga che muoveva il denaro, “sentimmo distintamente – ha riferito Cito – per 50 volte il fruscio prodotto quando si contano le banconote, non abbiamo però potuto sapere di quale taglio di banconote si trattava, Virga però ubbidì a Buzzitta passando una tranche di quella mazzetta a Peralta”.

In aula ad ascoltare la testimonianza dell’ufficiale dei Carabinieri c’era proprio l’imputato Buzzitta che ha anche tradito qualche momento di nervosismo, la sua, da mafioso di spessore, fu una grave leggerezza. La cosa particolare è anche un’altra. Il luogo dell’incontro tra Buzzitta e Franco Virga è lo stesso dove nel 1998 si stavano incontrando sempre Buzzitta con un altro Virga, Pietro, fratello di Franco. Era sempre il mese di maggio. All’epoca i due erano seguiti dai poliziotti della Squadra Mobile nell’ambito del procedimento denominato Prometeo. solo che i due si accorsero della presenza in zona dei poliziotti e fuggirono via. La testimonianza di Cito è proseguita sulla posizione di un altro imputato, Vito Gucciardi, nome già emerso in un’altra indagine dei Carabinieri, “Pionica”. Gucciardi avrebbe messo a disposizione una sua casa di Trapani per far svolgere dei summit di mafia. La testimonianza del tenente Cito proseguirà il prossimo 16 dicembre.


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