Praticante avvocato incinta: esame da rinviare o c'è discriminazione

Praticante avvocato incinta: esame da rinviare o c’è discriminazione

Una donna vince il ricorso al Tar. Sosterrà la prova quando starà meglio

PALERMO – La maternità non può essere causa di discriminazione per sostenere l’esame di avvocato. Una giovane donna G.V., praticante avvocato di Agrigento, dopo aver superato la prima prova per l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso la Corte di Appello di Bologna, veniva ammessa alla seconda prova orale da sostenere il 6 dicembre 2021.

Nel frattempo, però, è rimasta incinta. La sua è una gravidanza a rischio e ha chiesto di rinviare l’esame. La commissione, pur riconoscendo la fondatezza della richiesta, ha concesso un rinvio entro e non oltre il 15 dicembre 2021.

La dottoressa, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha impugnato il provvedimento sostenendo che in “spregio” della tutela alla maternità, c’era stata una discriminazione di genere. Erano stati violati
il principio di uguaglianza e le disposizioni che tutelano la gravidanza, la maternità, la salute della madre e del nascituro.

I legali hanno prodotto una recentissima giurisprudenza secondo cui alla donna non possano derivare conseguenze
sfavorevoli per il fatto di trovarsi in stato interessante durante lo svolgimento di una prova concorsuale. Il Tar di Bologna ha accolto il ricorso sottolineando la “assoluta preminenza delle ragioni di tutela della salute della donna in
stato di gravidanza e del nascituro” ordinando di disporre una seduta di esami suppletiva “in una data compatibile con lo stato di salute della ricorrente”.


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