Ingaggiati per uccidere il marito: pm chiede ergastolo - Live Sicilia

Ingaggiati per uccidere il marito: pm chiede ergastolo

Un raccapricciante delitto nel Catanese svelato da un pentito
LA 'CIRCE' DI MISTERBIANCO
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CATANIA – Una requisitoria che pare la trama di un thriller. Una donna, appoggiata dal suo amante, architetta – per ben due volte – un piano per uccidere il marito. Una decisione presa dopo anni di maltrattamenti, minacce e soprusi. Un film dell’orrore con un epilogo diabolico. Nel 2017 Barbara Bregamo finisce in manette insieme ad altri tre uomini per l’omicidio del marito Santo Giuffrida, morto 16 anni prima apparentemente per infarto.

Alfio Maugeri e Antonio Zuccarello, ora, rischiano una condanna all’ergastolo.
È stata questa la richiesta di pena del pm Marco Bisogni al termine della lunga discussione davanti alla Corte d’Assise di Catania. Il sostituto procuratore della Dda ha esaminato l’intricato puzzle dibattimentale. È partito dall’input investigativo arrivato dalla collaborazione di Luciano Cavallaro, soldato del clan Nicotra di Misterbianco, che con la Bregamo avrebbe avuto una relazione sentimentale. E che l’avrebbe aiutata a ingaggiare i sicari per “liberarsi del marito”.

Nel 2001 c’è stato un primo tentativo di accoltellarlo che è fallito. Poi Cavallaro avrebbe assoldato Zuccarello e Maugeri per il lavoro sporco. I due si sarebbero introdotti in casa e avrebbero iniettato del diserbante all’imprenditore Giuffrida, uccidendolo la notte tra il 9 e il 10 dicembre 2002. Quel racconto raccapricciante ha fatto scattare un’inchiesta intitolata (non a caso) “Circe”. E sono arrivati i riscontri, soprattutto, dalle intercettazioni. I carabinieri hanno anche fatto trovare a uno degli indagati (all’epoca) un biglietto sull’auto con su scritto un messaggio in dialetto: “Sacciu come tu e i to compari affucastruru u masculu di l’amica di Luciano 15 anni fa”. Quel pizzino scatena le paure. Le paure delle manette. E così arriva una frase che ha tutto il sapore di un’ammissione: “Sedici anni fa abbiamo fatto un omicidio, io e altri due”.

Quando è scattata l’ordinanza del gip, Bregamo ha deciso di confessare l’omicidio e raccontare un matrimonio avvelenato da intimidazioni, violenze, richieste agghiaccianti. La donna, condannata in abbreviato e il cui processo è pendente in appello, ha anche spiegato alla magistratura il ‘rapporto sentimentale’ con il collaboratore Luciano Cavallaro, con cui avrebbe condiviso il progetto omicidiario. Non era stata l’unica a confessare, anche Antonio Zuccarello durante l’incidente probatorio ha ammesso. Tranne poi ritrattare in udienza preliminare davanti al gup.

Oggi l’imputato dopo aver sentito la richiesta di condanna all’ergastolo di Bisogni ha già annunciato alla Corte di voler fare delle dichiarazioni spontanee. Nella prossima udienza, fissata per il 21 gennaio, si terranno le arringhe dei difensori, l’avvocato Francesco Silluzio per Zuccarello e i penalisti Francesco Maria Marchese ed Emilio La Ferrera per Maugeri. Chissà se questo processo ci regalerà altre sorprese. Anzi – come si dice nei film – altri colpi di scena. 


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