Palermo 2022, Romano: "Basta fughe in avanti, ora i programmi" - Live Sicilia

Palermo 2022, Romano: “Basta fughe in avanti, ora i programmi”

Domani l'assemblea nazionale di Noi con l'Italia

PALERMO – “Noi con l’Italia” riparte da Palermo. Una scelta non casuale legata a doppio filo con l’appuntamento delle amministrative di primavera. Il vice presidente Saverio Romano domani farà da padrone di casa in occasione dell’assemblea nazionale del partito. Attesi diversi big nazionali: il presidente Maurizio Lupi, l’onorevole e Alessandro Colucci e il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Una ghiotta occasione per parlare con un’area, quella centrista, che secondo un sondaggio è data intorno al 10,7%. Insomma, l’idea del grande centro non è mai tramontata. Romano lo dice espressamente e richiama le altre formazioni a tentare di imboccare la strada unitaria. Sulla partita palermitana Romano boccia le fughe in avanti, ma si dice pronto ad allargare il perimetro della coalizione. Più abbottonato sul Musumeci bis: i tempi non sono ancora maturi. 

Noi con l’Italia riparte da Palermo. Cosa dobbiamo aspettarci dall’assemblea nazionale di domani?

Quella di Palermo è un’assemblea che dà valore alla nostra comunità politica perché è un riconoscimento implicito, ma allo stesso tempo dà valore e attenzione a ciò che accadrà a Palermo questa primavera perché tra le città che vanno al voto è la più importante. Ciò detto, noi vogliamo approfittare di questa occasione per dire alcune cose al nostro elettorato, alcune altre al nostro potenziale elettorato rappresentando ciò che abbiamo fatto in questi annisia al governo nazionale con il viceministro Costa sia al governo regionale con l’assessore Cordaro.  E con i nostri numerosi amministratori locali vogliamo rappresentare un modello che è quello che ci vedrà presenti alle prossime elezioni. 

Mastella vuole riunire i centristi, Cesa vuole lavorare sul centrodestra. Lei e Lupi cosa avete in mente?

Anche noi lavoriamo in questa direzione. Domani verrà presentato il risultato di un sondaggio che dice, in buona sostanza, che l’area di centro ha un potenziale del 10,7%. A una domanda libera “dove ti senti collocato elettoralmente?”. La gente per il 10,7% risponde “al centro”. Dopo di che, c’è un’offerta variegata di soggetti di centro che se non sono insieme hanno basse percentuali. Diciamo che nella compagine del centrodestra gli unici due movimenti che si evidenziano nei sondaggi oggi sono “Noi con l’Italia” che ha l’1,6% e un potenziale del 4% e “Coraggio Italia” che è di poco sotto di noi. Altri movimenti al momento non si vedono nemmeno nei sondaggi e sarebbe bene che tutti insieme facessimo una riflessione per offrire una proposta politica seria e robusta all’elettorato che si sente di centro. 

Quanto peseranno le elezioni per il Quirinale nella ridefinizione del quadro politico?

A mio avviso poco. Nel senso che pesa più una eventuale riforma elettorale che l’elezione di un presidente della Repubblica piuttosto che di un altro. 

Il proporzionale cambierebbe il quadro?

Il proporzionale incoraggerebbe questi partiti a posizionarsi in quell’area che è già robusta, perché il 10,7% è un risultato robusto, e potrebbero, da questo punto di vista, crescere. Il proporzionale diventa una spinta verso il centro, ma vediamo che molti il proporzionale proprio non lo vogliono.

A Palermo, che farete? Recentemente Faraone ha lanciato un appello ai centristi, lo seguirete?

Io ho sempre detto che le fughe in avanti e le autocandidature non servono perché bisogna avere un programma serio, una coalizione che lo condivida e poi dei nomi si parlerà. Non credo a fughe salvifiche e nemmeno a gesti miracolosi: sono realista. Sono convinto che non basta un manifesto a definire una candidatura. Nulla contro la persona né contro tutti quelli che hanno manifestato la volontà di candidarsi: ne ho contati dieci fino a ieri, ma credo non sia questo il modo giusto per affrontare le questioni drammatiche che dovranno essere affrontate a partire dal dissesto per passare poi al risanamento di una città veramente decaduta.

E sul Musumeci bis, Cantiere Popolare come si muoverà?

Se è presto parlare del nome del sindaco, immaginiamoci cosa sia parlare del presidente della Regione. Diciamo che per quanto riguarda il sindaco oggi questo esplodere di nomi è dovuto anche dal fatto che l’uscente Orlando non potrà più essere ricandidato, cosa diversa in ambito regionale perché c’è un presidente uscente, c’è una coalizione di centrodestra che  nonostante difficoltà e scarso dialogo è comunque presente e  ha fatto  delle cose buone, però ritengo che il saldo vada fatto sulla base di un confronto serrato su ciò che è e su ciò che sarà la Sicilia e quindi anche in questo caso bisogna vedersi, confrontarsi e poi decidere chi. 

Non sta mettendo in discussione il centrodestra al momento. No?

Non metto in discussione un perimetro laddove, in questo momento, siamo presenti e collaboriamo. Non ho pregiudizi, a partire da Palermo, ad allargare questo perimetro e anzi sollecito l’allargamento alle forze che hanno dimostrato coerenza nell’opporsi all’amministrazione Orlando. Capisco pure che questi movimenti magari non hanno la forza adeguata per concorrere alle dinamiche regionali e nazionali, però ogni lungo cammino inizia sempre da un piccolo passo. 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI