Sciopero generale, sindacati divisi: le ragioni del sì e del no - Live Sicilia

Sciopero generale, sindacati divisi: le ragioni del sì e del no

Cgil e Uil vanno avanti sulla protesta del 16 dicembre. La Cisl contraria. E sulle pensioni il governo convoca le parti per il 20 dicembre

ROMA – Il Governo chiama i sindacati, ma per un faccia a faccia solo sulle pensioni che si terrà dopo lo sciopero generale: l’appuntamento è per lunedì 20, non quindi con lo scopo di scongiurare lo stop proclamato da Cgil e Uil, nè di modificare i piani sulla manovra.

Intanto, il segretario della Cgil Maurizio Landini torna a sostenere le ragioni dello sciopero generale del 16 dicembre deciso dopo la rottura con il governo sulla manovra economica. “Non temo l’accusa di fare politica, perché è nella natura del sindacato confederale promuovere istanze che richiedono una profonda trasformazione sociale”, dichiara in un’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’. “Il sindacato ha il dovere di rappresentare il disagio e scongiurare lacerazioni sociali, ha il compito di tutelare il lavoro e rafforzare la democrazia”, aggiunge. Per il segretario, “lo sciopero è uno strumento finalizzato a unire, non a dividere. Ma la democrazia – aggiunge Landini – si tutela solo se la politica riconosce la centralità del lavoro, che invece oggi viene svalorizzato”. Coloro che criticano lo sciopero, per il sindacalista, “rimuovono il malessere diffuso nel Paese che noi abbiamo percepito in un mese e mezzo di assemblee, prima di deciderci allo sciopero”.

Lo sciopero sindacale ha portato a riaprire il confronto con il governo, sostiene il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, che in un’intervista a ‘La Repubblica’ commenta così la convocazione del governo per il 20 dicembre: “E’ frutto della mobilitazione, era tempo che si aprisse un tavolo di confronto sulle pensioni e sulla riforma Fornero”. Per il sindacalista, si tratta di “un primo risultato positivo, la conferma della scelta che abbiamo fatto”. Mentre l’altro risultato importante rilevato da Bombardieri “è quello di aver costretto il Paese a discutere. C’era troppo unanimismo”. Con la scelta dello sciopero, dichiara il segretario, “abbiamo costretto la politica ad ammettere che c’è bisogno di una visione diversa”. Nel dibattito politico, aggiunge, “c’è la tendenza a negare queste realtà”, quelle del disagio sociale e delle povertà. Contro la scelta dello sciopero “hanno lanciato accuse di ogni tipo, chiamandoci rivoluzionari, incoscienti, irresponsabili”, riporta Bombardieri, che parla di “un’aggressione verbale, in qualche caso quasi squadrista, all’istituto democratico dello sciopero”.

“Cgil e Uil ci ripensino, non compromettano il clima di unità costruito in questi mesi – dice il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in una lettera inviata al ‘Corriere della Sera’, con la quale argomenta così il proprio appello alle altre sigle -. Abbiamo di fronte a noi il compito della ricostruzione, un’opera paragonabile a quella della generazione del dopoguerra”. E dunque “bisogna consolidare l’interlocuzione con il governo in vista della fitta agenda di riforme che abbiamo di fronte”. Con la scelta dello sciopero, invece, dichiara Sbarra, “rischiamo di spezzare le solide interlocuzioni avviate con il governo e di recidere i fili del dialogo con le associazioni di impresa, isolando il sindacato”. La Cisl ritiene “sbagliata e controproducente” la scelta dello sciopero di Cgil e Uil, che “rischia di indebolire il mondo del lavoro in un momento difficile della vita del Paese, in cui abbiamo bisogno di unità e maggiore dialogo tra istituzioni e corpi intermedi”, prosegue il sindacalista. La manifestazione di sabato della Cisl sarà “nel segno della responsabilità, che punta a valorizzare i risultati raggiunti”, spiega il segretario.


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