Palermo, 'ci vediamo al corridoio C': vaccini Covid con la siringa vuota

Palermo, finti vaccini e No Vax: le intercettazioni dell’infermiera

I retroscena dell'inchiesta della Procura che ha portato al fermo di tre persone

PALERMO – L’inchiesta è partita da alcuni falsi referti di tamponi e si è scoperto che false erano addirittura le vaccinazioni anti Covid somministrate da un’infermiera dell’hub alla Fiera del Mediterraneo. Nella notte i poliziotti della Digos su ordine della Procura di Palermo hanno eseguito tre fermi.

Settembre 2021. Filippo Accetta, leader del movimento palermitano dei ‘no vax’ , si trova al porto di Palermo assieme ai figli. Ad un controllo mostrano tre certificati che attestano la negatività al tampone Covid. I certificati sono “verosimilmente alterati”.

Finiscono tutti sotto intercettazione per scoprire se esiste un giro di falsificazioni. Ed invece emerge molto altro. “La dottoressa vi aspetta ccca”, dice Accetta ai figli. I poliziotti decidono di pedinarli. In effetti il 10 novembre arrivano in Fiera, si registrano al desk e si dirigono tutti verso una stessa postazione. I figli non fanno neppure l’anamnesi.

Cosa è accaduto lo spiega nelle ore successive Accetta all’amico Giuseppe Tomasino, pure lui in stato di fermo. “… però vedi che io nella bambagia ce l’ho visto buttare il…”, racconta Tomasino. E Accetta conferma: … pure a me a”. Qualche dubbio c’è per uno dei figli di Accetta “perché c’era quello davanti”. La presenza di un altro operatore sanitario potrebbe convinto Anna Maria Lo Brano a somministrare la dose. Si tratta dell’infermiera a cui gli Accetta si sono rivolti. Sapevano della sua disponibilità a pagamento.

Accetta è furioso. Sostiene che Lo Brano “non rispetta i patti” e chiede all’amico di attivarsi: “Dopo le otto la chiamo”. Tomasino riceve rassicurazioni dall’infermiera: “Filippo ci ho parlato, è rimasta sbalordita di quello che dici… ma dice che lei è sicura dei fatti suoi.. dice che quello che lui sta provando sono crisi di panico”. Insomma, non ha somministrato il vaccino e il figlio è solo suggestionato quando sostiene di sentire bruciore al braccio.

Quando si inizia a parlare della seconda dose Tomasino si chiede se “dobbiamo pagare altri 400 euro”, dopo che la prima volta, così dice Accetta, ha sborsato “450 euro”. Su ordine del procuratore Francesco Lo Voi, dell’aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Felice De Benedittis, i poliziotti piazzano le telecamere nell’hub vaccinale.

Nel frattempo l’infermiera viene intercettata mentre parla con altre persone. “Quando entri nel corridoio ti fai registrare e poi vieni da me che io sono qua alla C va bene?”. Nella stanza C sono state registrare finte inoculazioni fino al 14 dicembre scorso. L’infermiera scarica la siringa su una garza e poi simula l’iniezione quando ormai è vuota. Da qui il fermo urgente per i reati di corruzione, falso e peculato. Si sarebbe appropriata di un bene dello Stato: il vaccino.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI