Catania, Covid: reparti in affanno, 90 per cento no vax - Live Sicilia

Catania, Covid: reparti in affanno, 90 per cento no vax

La crescita dei contagi inizia a mettere sotto pressione le strutture ospedaliere, in tilt anche il sistema di tracciamento

CATANIA – Si era detto fin dal suo arrivo: Omicron sarebbe stata meno virulenta, ma più contagiosa. E se la minore potenza del virus nello scatenare una malattia da Covid 19 emerge sempre con più chiarezza, in questo momento si sta verificando quello che per mesi le autorità hanno cercato di scongiurare: un pienone di contagi, che per la legge dei grandi numeri porta comunque a un gran numero di persone che hanno bisogno dei medici. Il sistema di tracciamento è in affanno, e anche i reparti d’ospedale iniziano a riempirsi.

Il mix di feste e tamponi

La combinazione che sta mettendo alla prova la tenuta del sistema di tracciamento è quella tra l’arrivo della variante Omicron in Italia, le feste di Natale e la fine del periodo di massima protezione dato dai vaccini. Un calo generalizzato delle difese immunitarie e al tempo stesso la voglia di trascorrere il Natale in famiglia si sono tradotti in una richiesta molto grande di tamponi, sia negli hub vaccinali di Catania e di Acireale, sia nelle diverse farmacie che effettuano tamponi antigenici.

Come fanno sapere dalla struttura del commissario all’emergenza Covid Pino Liberti, questa richiesta di tamponi ha mandato in affanno la macchina, che si è trovata a fare fronte a migliaia di richieste giornaliere. Per esempio, nel solo hub di via del Forcile ci si è trovati in una singola giornata a fare 2400 tamponi drive in, con gli utenti e i medici rimasti nell’area fino a mezzanotte.

In generale, fanno sapere ancora dalla struttura commissariale, è stato il ricorso al tampone come mezzo di rassicurazione a fare crescere la domanda di test. Chi è andato a feste, pranzi o cene, ha poi sentito l’esigenza di tranquillizzarsi facendo un tampone, e in questo modo si è impennato il numero di esami.

Con così tanti tamponi effettuati, era inevitabile che crescesse il numero dei positivi: dove, in tempi più calmi, si tracciavano i contatti di una ventina di persone, oggi la struttura del commissario all’emergenza Covid deve tracciare migliaia di nuovi positivi. Un problema a cui comunque, fa sapere sempre la struttura del commissario, si sta cercando di mettere un freno con l’assunzione di nuovi biologi e biologi.

I reparti in allerta

Che questo sia un momento di crescita generalizzata dei contagi, però, è confermato da un altro fatto. I reparti di pronto soccorso e quelli di rianimazione stanno ricoverando sempre più malati Covid, segno che il virus sta circolando tantissimo.

Secondo fonti di Livesicilia, il reparto di rianimazione dell’Arnas Garibaldi si sta riempendo di pazienti gravissimi, dai 40 anni in su, e il novanta per cento di questi pazienti non è vaccinato. Un aumento delle richieste di ricovero manderebbe in affanno il reparto. Al Policlinico fanno sapere che i ricoveri, 23 nella sola giornata di ieri, sono in crescita rispetto ai giorni precedenti.

A questo si aggiunge il problema dei pazienti Covid che devono attendere per ottenere un posto letto in ospedale. A parlarne è Isabella Bartoli, direttore del 118 nel catanese: “Come in tutta Italia, siamo di fronte a un’ondata massiccia e iniziamo ad andare in affanno. A Catania siamo a numeri grossi, perché è evidente che aumentando i numeri in modo esponenziale aumentano anche le ospedalizzazioni, ma questo succede in tutta Italia: confrontandomi con i miei colleghi posso dire, ad esempio, che lo stesso problema si vede in Piemonte e in Liguria. Il concetto è – prosegue Bartoli – che per questi pazienti è tutto più complicato: essendo infettivi c’è tutta una procedura più complessa e questo ha un effetto a catena sul territorio, dato che le ambulanze, nei vari Pronto Soccorso in attesa della presa in carico del paziente, sono ferme per diverse ore”.


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