Palermo, dissequestrata la villa lussuosa dove vive il boss

Palermo, dissequestrata la villa lussuosa dove vive il boss

Il Tribunale del Riesame dà ragione al reggente del mandamento di Pagliarelli

PALERMO – Dopo l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare arriva anche il dissequestro della villa dove viveva boss Giuseppe Calvaruso. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame, presieduto da Lorenzo Chiaramonte, accogliendo il ricorso degli avvocati Michele Giovinco e Giovanna Priano.

L’immobile fu sequestrato nell’ambito del blitz che nelle scorse settimane aveva portato all’arresto di otto persone. La villa si trova in un residence in via Altofonte e sarebbe stata al centro di una contesa risolta da Calvariso, già condannato per mafia e considerato il reggente del mandamento di Pagliarelli.

Da una parte la famiglia che l’aveva costruita abusivamente e dell’altra il titolare del terreno. Della faccenda si interessò Settimo Mineo, anziano capo mandamento di cui Calvaruso prese il posto dopo l’arresto nel 2018 (Mineo ha presieduto l’ultima riunione della cupola).

Quando subentrò Calvaruso gli equilibri si spostarono in favore del proprietario del terreno che riconobbe un indennizzo alla famiglia che aveva costruito l’immobile. Nell’attesa di mettere a posto le cose con una sanatoria il proprietario diede a Calvaruso la possibilità di andare ad abitare con la famiglia nella villa accanto a quella oggetto della contesa. Hanno vissuto lì nel periodo antecedente al loro trasferimento in Brasile.

Secondo l’accusa, sarebbe stato un segno di riconoscenza del proprietario verso il boss che aveva risolto un grosso problema e al quale consentì anche di ristrutturare l’immobile a suo piacimento. La Procura avrebbe voluto arrestare tutti i protagonisti della vicenda, anche i proprietari della villa, simbolo della “spietatezza di una certa borghesia palermitana”.

Il giudice per le indagini preliminari, però, aveva respinto la richiesta, dando il via libera al sequestro della villa considerata “bene profitto del reato”. La difesa ha sostenuto, presentando i bonifici, che Calvaruso ha regolarmente pagato l’affitto di seicento euro al mese.

I lavori eseguiti – pulizia della piscina e copertura, prato, tinteggiatura e impianto di riscaldamento – sarebbero state delle migliorie apportate da Calvaruso che ha scomputato la cifra pagata dai soldi dell’affitto. Nulla di illecito, dunque.

Solo le motivazioni dell’ordinanza, che sarà depositata entro 45 giorni, chiarirà quale ragionamento ha seguito il Riesame per decidere il dissequestro. Nonostante l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare, Calvaruso resta in carcere per una precedente inchiesta per mafia.


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