Inchiesta finte vaccinazioni ad Ancona, l'infermiere: "Io anello della catena" - Live Sicilia

Inchiesta finte vaccinazioni ad Ancona, l’infermiere: “Io anello della catena”

“Ho ceduto alla pressioni ricevute da chi ha messo in piedi questo meccanismo“

ANCONA – Si dice “pentito” e si è “reso conto dei propri errori” ma sostiene di essere semplicemente un “anello della catena e non certo l’organizzatore”, Emanuele Luchetti, 51enne infermiere professionale di Falconara, in provincia di Ancona, arrestato dalla squadra mobile con l’accusa di aver finto di somministrare vaccini all’hub “Paolinelli” di Ancona.

A dimostrare le finte vaccinazioni ci sono i filmati del servizio di videosorveglianza nei box. L’uomo sembra abbia incassato circa 300 euro per ogni vaccinazione finta.

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L’infermiere, che si trova in carcere ad Ancona, questa mattina affiancato dalla propria legale, avv. Marta Balestra, ha deciso di rispondere alle domande del gip Carlo Masini. Le accuse nei suoi confronti vanno dal peculato alla corruzione fino al falso ideologico; reati continuati e, in alcuni casi, in concorso con quattro persone finite ai domiciliari ritenute intermediari nel giro di vaccini ‘bluff’ in cambio di soldi, e di altre 45 (i destinatari dei Green pass indebiti) gravate di obbligo di dimora.

Luchetti ha risposto, fa sapere il difensore, per “chiarire la propria posizione nella vicenda”; ha riferito di aver “ceduto alle pressioni ricevute da coloro i quali hanno messo in piedi questo meccanismo, sicuramente spinto da perduranti problemi economici; ma ha anche inteso evidenziare come lui, costretto in custodia cautelare sia invece solo un anello della catena e non certo l’organizzatore”.

“È dimostrato – fa sapere ancora la difesa dell’infermiere – che quando un medico, il dott. Miglietta (l’odontoiatra e dirigente medico vaccinatore dell’hub che ha finto ‘di stare al gioco’ per far confessare e poi denunciare il 51enne alla polizia; ndr) si è reso fintamente disponibile, gli episodi hanno subito un incremento in quanto Luchetti si è sentito appoggiato”.

Secondo quanto sostiene l’accusa, arrivavano persone ‘no vax’ da varie regioni italiane (Abruzzo, Puglia, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia) per ‘non farsi vaccinare’ dall’infermiere e ottenere ugualmente il Green pass L’imputato sostiene che il “meccanismo” lo avrebbe coinvolto a tal punto da “stravolgere quella che è in realtà la sua personalità”.

“Persino i suoi colleghi di lavoro”, aggiunge l’avv. Balestra, hanno dichiarato ai giornalisti come l’infermiere fosse “un professionista particolarmente bravo nel suo campo, coraggioso, presente, attento, stimato e amato fortemente dai colleghi, che ne casi più difficili si è sempre rivelato una figura chiave, una risorsa per tutti”. In seguito, sempre secondo la difesa, ha “avuto un black-out”.


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