David Sassoli, il ricordo: storia di un vento - Live Sicilia

David Sassoli, il ricordo: storia di un vento

Ho conosciuto David durante la mia esperienza palermitana del “Gruppo Politica Giovani”...

“Di notte serve aprire la sede del Parlamento europeo ai senzatetto perché è doloroso vedere tante persone cercare riparo dal freddo intenso agli angoli dell’edificio che ci ospita a Bruxelles”, questo era David, David Sassoli, paradigma di sobrietà e compostezza con la sua umile autorevolezza che manifestava costantemente nell’impegno a favore dei deboli, degli indifesi, nella lotta contro ogni ingiustizia sempre e soltanto “con il sorriso”, come ci ricorda oggi l’Huffington Post, con un tratto umano sereno che certamente, soprattutto in politica, è merce rara!

Sorridente ma inflessibile nei modi.

Il nome David, voluto dal padre in ricordo di David Maria Turoldo, era la sintesi della sua persona.

Ho conosciuto David durante la mia esperienza palermitana del “Gruppo Politica Giovani” vissuta insieme a molti altri comuni amici siciliani e non. In quegli anni partecipammo insieme all’esperienza della Lega Democratica, un gruppo di riflessione politica animato da Scoppola, Ardigò, Ruffilli.

Ma il mio legame con David si saldò fortemente durante la mia esperienza politica legata alla sindacatura di Terrasini; David mi affiancò nelle battaglie facendosi interprete, nella qualità di giornalista del TG1, della lotta contro il sistema mafioso siciliano che in quegli anni faceva da padrone nella nostra terra. Osò, con coraggio e convinzione, sfidare un sistema politico che spesso era indifferente, cupo e connivente insieme.

Da quell’esperienza nacque una forte ed indissolubile amicizia caratterizzata spesso da sogni comuni in momenti di relax a Firenze come a Roma. Lo immagino oggi con quel sorriso che non abbandonava mai e che certamente era la dote che più intrinsecamente caratterizzava la sua azione politica anche quando, in alcuni casi, sia in Italia sia in Europa la delusione lo assaliva.

La sua libertà, generosità, attenzione e tenacia caratterizzarono prima il suo impegno professionale e poi divennero la base per il suo successivo e conseguente impegno politico che, per valori e progettualità, portarono David nel 2009 ad essere eletto nelle file del Partito Democratico, nella circoscrizione dell’Italia centrale, con più di 400 mila preferenze, credo primo in Italia per numero di voti.

,David divenne, in realtà lo era di già, una delle pietre miliari di quella sinistra dei valori che trovò in lui piena attuazione fino a portarlo alla più alta carica del Parlamento europeo: la Presidenza. Basterebbe solamente ricordare oggi il suo discorso di insediamento al Parlamento europeo, con il quale tracciò quello che sarebbe stato il suo futuro programma, verso una politica più attenta ai bisogni dei cittadini, fronteggiando gli abusi contro i diritti umani spesso calpestati anche nella nostra Unione Europa, contro i totalitarismi e le discriminazioni ; una azione politica condotta da Sassoli fino in fondo e che portò addirittura il governo russo a dichiarare Sassoli persona non gradita al paese, bloccando di fatto l’ingresso del Presidente del Parlamento europeo in Russia.

Era divenuto certamente uno dei più affidabili politici europei. Stenuo europeista; in una intervista diceva ”chi è fuori dal gioco europeista gioca in serie B. Per giocare in serie A, invece, devi stare nello schema europeista”. Era quello stesso schema che David, a partire da aspetti utopistici, in molti casi concretizzò con norme e risoluzioni in grado di accelerare e garantire il complesso processo di unificazione europea. La presidenza Sassoli ha certamente contribuito a scrivere regole e principi che per la nostra Europa rimarranno assi portanti di un nuovo sviluppo ed una reale unificazione.

Occorre ricordare a tutti che la svolta politica europea è stata anticipata da Sassoli, così come oggi ci ricordava l’eurodeputata Elisabetta Gualmini, in tre concreti punti fondamentali: l’emissione di Eurobond e cioè la emissione di un debito comune europeo andando, addirittura, verso una cancellazione del debito a causa del covid; l’ipotesi di un Recovery Found permanente visto i positivi risultati raggiunti; e la fermezza contro le derive antidemocratiche di alcuni paesi dell’Est europeo. Una eredità complessa ma ricca di grandi prospettive.

Ricordo quando insieme organizzammo a Palermo un convegno sul ruolo della Sicilia all’interno dell’area Mediterranea, alla presenza dell’allora Ministro degli Interni Angelino Alfano, del Procuratore Generale della Repubblica, Roberto Scarpinato ed altri amici; in quell’occasione Sassoli, attirandosi le incomprensioni di alcuni, sostenne che l’Europa avrebbe dovuto, attraverso una politica economica internazionale, salvaguardare economicamente non solo i paesi del Mediterraneo di propria appartenenza geopolitica, ma anche tutta l’area del Magreb che meritava altrettanta attenzione, pur andando oltre le specifiche appartenenze territoriali. I principi morali per David andavano oltre le barriere di propria competenza burocratico-istituzionali ma dovevano essere guida per la politica tutta.

Ma quanto più si apprezzava di questo amico era la tenerezza con la quale affrontava le battaglie pi dure, la compostezza e la serietà che in lui albergavano. Una visione laica pur se fortemente spirituale che ha trovato fondamento, nel suo caso, in un cattolicesimo democratico che si fatto cosa concreta.

Sempre attivo ed attento; giorni or sono mi aveva chiesto di pensare una presentazione a Strasburgo della “Carta dei Diritti e Doveri Culturali” da poco redatta in Sicilia.

Purtroppo David è morto, ma non si muore che con il corpo, un particolare forse non trascurabile, l’eredità rimangono e con esse i valori trasmessi.

Sovente del mondo politico vengono fuori i misfatti e le miserie, ma occorre anche ribadire a gran voce che la Politica, come diceva Paolo VI, è certamente il più nobile degli impegni morali dell’uomo e che attorno ad essa esistono certamente donne ed uomini in grado di interpretare al meglio i diversi valori. Con Sassoli l’Italia ha dato il meglio di se, così come con altri amici oggi ai vertici dello Stato italiano. L’eredità di David ci impone di lottare per una società più giusta, più equa e soprattutto anche più solidale.

Credo in conclusione di potere affermare, sapendo peraltro di condividere con molti questa riflessione, che oggi David sarebbe certamente potuto essere il nostro futuro Capo dello Stato, recependo al meglio l’eredità che lascerà il nostro amato Presidente della Repubblica.

Ciao David.


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