Aeroporto, la fusione Catania - Comiso e i nuovi equilibri di potere - Live Sicilia

Aeroporto, la fusione Catania – Comiso e i nuovi equilibri di potere

I dettagli dell'operazione finanziaria che si collega alla vicenda dello scorporo della Camera di Commercio del Sud Est.

È iniziato un percorso di fusione per l’aeroporto di Catania e di Comiso che, nel giro di un paio di mesi porterà all’estinzione della Soaco, la società di gestione dell’aeroporto “Pio La Torre”, proprio in virtù del fatto che si tratta di una fusione per incorporazione, “una figura prevista dal Codice Civile, in base alla quale i soci Soaco diventeranno azionisti di Sac – spiega Nico Torrisi amministratore delegato di Sac SpA -. In altri termini così come il Comune di Catania era entrato nella compagine societaria della Sac grazie alla cessione dei terreni sui quali sono stati costruiti i parcheggi P6 (ex Goretti), così Comiso diverrà socio di una percentuale della Sac”.

La fusione sarà operativa da quando?

Oggi è stata data la comunicazione dell’avvio di questa fusione, adesso ci saranno le assemblee dei soci e tutti i passi necessari per portarla a compimento. Un paio di mesi dovrebbero bastare, quindi ben prima della scadenza del bilancio.

Quali sono le prospettive di questa fusione?

Si razionalizza la gestione dei due scali, si andranno a fare dei ragionamenti non solo in termini di economia di scala, ma di strategia, progettualità e contrattazione con le compagnie aeree. Non dimentichiamo che la cosa più importante negli aeroporti è quello di garantire la sicurezza dei passeggeri e i servizi.

Questa fusione porterà più passeggeri a Comiso?

Questa cosa sarebbe già accaduta da tempo, già dal nostro insediamento lavoriamo come se ci fosse un unico aeroporto, non dimentichiamo che nel 2019 – prima che scoppiasse la pandemia – avevamo già programmato e progettato dei voli Easy Jet che sarebbero stati sviluppati su Comiso. Lo scopo è quello di aumentare i passeggeri sia a Catania sia a Comiso.

La fusione di oggi è il primo passo concreto verso un progetto, auspicato quattro anni fa dal governo  Musumeci, che mira a raggruppare i sei scali dell’isola (Palermo, Catania, Trapani, Comiso, Pantelleria e Lampedusa) in due società di gestione, una a oriente e una a occidente. Ed è Catania ad aprire i giochi con l’annuncio fatto ieri dal presidente Musumeci al PalaRegione in un incontro al quale hanno partecipato i due ad di Sac e Soaco, Nico Torrisi e Rosario Dibennardo; i sindaci di Catania e Comiso, Salvo Pogliese e Maria Rita Schembari; e il presidente del Collegio dei questore dell’Ars, Giorgio Assenza.

“Questa fusione avviene in piena serenità e senza una prevaricazione del più forte sul più piccolo – ha spiegato Musumeci – ma due società importanti che, grazie al principio di complementarietà, possono svolgere un ruolo importante. Possono favorire la creazione di una società unica per realizzare una concreta sinergia tra gli scali, valorizzando così i diversi territori in un’ottica di sviluppo economico e turistico. Speriamo che l’esempio di oggi possa essere da stimolo alle società aeroportuali della Sicilia occidentale per un’iniziativa analoga in quegli scali”.
Intanto in questo ore si è registrata una nota del Movimento Cinque Stelle che solleva dubbi sull’operazione: “Cosa nasconde”, si chiede Stefania Campo.

Ma ieri non si è parlato solo della fusione dei due aeroporti della Sicilia orientale, ma anche della nomina dei commissari per le Camere di Commercio siciliane firmata dal ministro Giorgetti. Due i commissari: Massimo Conigliaro sarà il commissario della Camera di Commercio ‘a cinque’ (Ragusa, Caltanissetta, Siracusa, Agrigento e Trapani), mentre Giuseppe Giuffrida guiderà la CamCom di Catania che, da oggi, rimane da sola. E decadono anche tutti gli organi che gestivano le Camere, compresi i revisori che erano stati nominati a novembre 2021.

Esecuzione piena, quindi, all’emendamento votato a luglio 2021 con il decreto Sostegni Bis che stabiliva un accorpamento a cinque, mettendo insieme un territorio che da Trapani a Siracusa è decisamente variegato; ma lasciando immutato – con Catania da sola – invariato il numero massimo delle Camere di Commercio concesso in Italia, cioè 60.

Quello stesso emendamento però se da un lato toglieva Ragusa e Siracusa dall’accorpamento del Sud Est concedeva alla Regione Siciliana la possibilità di disegnare, volendo, una geografia diversa abbandonando però la possibilità di istituire una quinta Camera in Sicilia. Una geografia possibile potrebbe essere quella di unire Ragusa con Catania. In fondo se le due province fondono le società di gestione dei due aeroporti perché non potrebbe farlo l’economia dei due territori? E può non essere solo una coincidenza l’annuncio di questa fusione con la nomina dei due commissari? In attesa delle risposte, la Super Camera prepara il ricorso al Tar contro lo ‘scorporo’.

Secondo il presidente Musumeci e l’ad Torrisi l’annuncio di oggi questa è solo una coincidenza e non delinea alcuna visione futura anche se il presidente ha precisato che “la Regione ha solo espresso una valutazione contraria rispetto alla geografia disegnata dal ministero. Cosa succederà alle Camere di Commercio bisognerà chiederlo ai commissari, saranno loro eventualmente a fare scelte di strategie diverse”. 

Eppure sui nomi dei commissari Giorgetti ci ha messo la firma ma Musumeci la scelta. Sarà un caso anche questo?


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