Mafia, il saluto 'con bacio' dell'ergastolano al 41 bis - Live Sicilia

Mafia, il saluto ‘con bacio’ dell’ergastolano al 41 bis

Nelle carte dell'inchiesta Alter Ego finisce il colloquio in carcere tra il boss Lo Giudice e il genero Nicolò Zagame.

CATANIA – Sebastiano Lo Giudice alcuni anni fa aveva scritto dal 41bis una lettera indirizzata a chi scrive chiedendo di “pubblicarla” per inviare un messaggio ai giovani dei quartieri affinché scegliessero “un lavoro onesto” e non commettessero l’errore di seguire “i falsi miti”. In verità era la seconda lettera. La prima, di un altro tenore, la cronista l’aveva letta e messa da parte. Il monito del capomafia, ergastolano perché condannato per diversi omicidi, però pare non essere stato ascoltato nemmeno dai suoi ‘giovani’ parenti più stretti.

Il genero del boss Nicolò Zagame, classe 1994, è già finito nel mirino degli inquirenti due volte. La prima volta, il suo nome è finito tra gli aggressori dei poliziotti durante un servizio di controllo al Tondicello della Playa. Ma la batosta è arrivata lo scorso novembre, quando i carabinieri gli hanno recapitato l’ordinanza Alter Ego dove è scritto nero su bianco che è indagato per traffico di stupefacenti con l’aggravante di aver agevolato il clan Cappello-Bonaccorsi assieme a papà Rosario (che ha anche l’associazione mafiosa, ndr). In quelle carte, ci sono intercettazioni che lo inseriscono in un preciso giro di droga con il ‘cavallo libero’ del narcotraffico Santo Sicali. E poi c’è il collaboratore Francesco Guttuso, coinvolto nel 2018 in un blitz antidroga nel calatino che ha deciso di voltare le spalle alla malavita, che spiega che dopo l’arresto di Rosario Zagame la gestione della droga sarebbe passata al figlio Nicolò. 

In quei faldoni dell’inchiesta (che parte come contestazioni dal 2018) è finito un video registrato durante uno dei colloqui in carcere con il suocero Iano Lo Giudice. Zagame si appoggia al vetro per dare un ‘bacio’ al papà della compagna. Un frame, con volti completamente offuscati e irriconoscibili, è finito in un filmato diffuso alla stampa  il giorno del blitz il 16 novembre 2021. Quell’incontro immortalato non solo con le telecamere ma anche con le microspie non avrebbe conversazioni di interesse investigativo, ma è la ‘ritualità del bacio’ così diffusa da qualche anno tra i clan mafiosi catanesi a mettere le pulci nelle orecchie ai detective catanesi. 

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