Sicilia, viaggio nel reparto covid: dramma #NoVax - VIDEO - Live Sicilia

Sicilia, viaggio nel reparto covid: dramma #NoVax – VIDEO

I malati più gravi finiscono in terapia semi intensiva. Cosa sta accadendo

PALERMO – Nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Civico di Palermo i 24 posti riservati ai pazienti Covid sono tutti occupati. Si tratta di pazienti non vaccinati, i più gravi, che finiscono in terapia semi intensiva perché necessitano di un supporto per respirare. Ma anche di pazienti asintomatici, o con pochi sintomi, che arrivano in pronto soccorso per problemi non correlati al virus e che però non possono essere ospitati nei reparti ordinari. 

La grande diffusione dei contagi sta mettendo a dura prova gli ospedali palermitani: i troppi pazienti che arrivano per altri problemi e che poi scoprono di essere anche positivi causano difficoltà logistiche. “Se i contagi continueranno a salire si dovrà pensare a nuove soluzioni – spiega la primaria del reparto Chiara Iaria – ovvero isolare il paziente positivo con altra patologia all’interno di un reparto no Covid”. Al momento però non ci sono altre direttive e quindi le persone che scoprono in ospedale di essere positive vengono ricoverate nelle aree Covid, sovraccaricando i reparti. È il caso di un uomo arrivato al Civico per una grave infezione e che ha dovuto subire un intervento chirurgico: “Vaccinato con due dosi – racconta – ho scoperto in ospedale di aver contratto il virus”. 

Chi arriva in pronto soccorso viene subito sottoposto a tampone antigenico e, una volta ricoverato, anche al molecolare. La procedura ha consentito di scoprire, solo nell’ultima settimana, 130 pazienti positivi su 3200 accessi, circa il 4 per cento. 

E se grazie al vaccino la maggior parte dei positivi è in buone condizioni, c’è ancora una minoranza no vax che produce un gran numero di ricoveri. Al piano terra del reparto di Malattie infettive incontriamo i casi più gravi. Fra questi una donna di 55 anni, pentita di non essersi vaccinata. Per più di due giorni ha dovuto indossare un casco che le permettesse di respirare: “È un’esperienza terribile, non la auguro a nessuno”.


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