17 Dicembre 2012, 14:45
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CATANIA – 42 mila datori di lavoro che non versano i contributi all’INPS nella provincia di Catania. Questa la foto scattata dall’ente di previdenza che ha presentato, infatti, lo stesso numero di denunce alla procura della Repubblica etnea dal 2007 al 2012. Dati che sono stati snocciolati, oggi, nel corso di una conferenza stampa nell’aula adunanze del tribunale di Catania alla presenza di tutti gli attori coinvolti: Giovanni Salvi, procuratore capo della repubblica di Catania, Bruno di Marco, presidente del Tribunale di Catania, il presidente della Corte d’Appello di Catania, Alfio Scuto ed il presidente dell’Inps Antonio Mastropasqua.
Obiettivo dell’incontro è stato quello di presentare un progetto pilota volto proprio ad accellerare i controlli e le verifiche, e accertare le ipotesi di reato, ma soprattuto migliorare la collaborazione tra l’Inps ed il settore civile e penale della giustizia, attraverso l’informatizzazione e la digitalizzazione dei dati.
“Tra un arretrato che sta per arrivare e quelli che arrivano ogni anno – ha confermato Salvi a margine dell’incontro – il numero di procedimenti è così elevalto da mettere in ginocchio gli uffici giudiziari, quindi abbiamo avviato con l’Inps una collaborazione per trovare un modo di trattazione che sia rapida ed efficace”. All’interno dell’ufficio è stata organizzata una struttura in grado di gestire questi processio in maniera rapida ed efficiente e, soprattutto, un sistema informatizzato in grado di trattare questi procedimenti con minor intervento degli operatori. “Questo permetterà – ha aggiunto il procuratore – un risparmio di risorse umane, che come è risaputo, sono molto scarse negli uffici giudiziari”.
Il commento sui dati allarmenti di Catania da parte del Presidente dell’Inps, Antonio Mastropasqua chiarisce l’urgenza di porre in essere un sistema risolutore: “Questo è un fenomeno molto preoccupante e che va arginato- ha dichiarato – ma la collaborazione stretta tra Procura, Tribunale e Inps sta dimostrando come il dialogo sia possibile e tutto questo a vantaggio dei lavoratori, perchè ricordiamo che le aziende non pagano i contributi che trattendogono ai dipendenti, distraggono i fondi ed i lavoratori hanno un documento che in realtà le aziende non hanno rispettato. Questo rapporto di collaborazione – aggiunge – farà si che in maniera spedita e completamente informatizzata si possa velocemente intervenire ed accertare quali sono le aziende che pagano i contributi e quelle che non lo fanno”.
E’ anche vero, analizzando i dati che la crisi economica ha messo al collasso parecchie aziende che hanno molte difficoltà di cassa e liquidità. Si apre lo scenario per molte imprese degli ammortizzatori sociali, ma le risorse ci sono? “Le risorse per la cassa integrazione ci sono- ha detto il presidente dell’Inps – le riforme degli ultimi venti anni hanno messo il sistema in sicurezza”.
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17 Dicembre 2012, 14:45