18 Novembre 2013, 13:19
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CATANIA – Prima gli hanno rubato i mezzi necessari per la sua attività agricola e poi lo hanno contattato chiedendo una tangente per la restituzione. I carabinieri hanno scoperto l’intero piano criminale e questa mattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal Gip di Catania nei confronti di Rodolfo Fichera, 52 anni, Gianni Galato Massari, 38enne, Francesco Furnari, 47anni, e il 52enne Salvatore Torre. Nel pomeriggio sono scattate le manette anche per Angelo Distefano, 55 anni, che questa mattina era risultato latitante. Per tutti e cinque l’accusa è di estorsione, consumata e tentata, ma per tre di loro c’è l’aggravante del metodo mafioso.
L’indagine parte da una rapina, avvenuta lo scorso marzo, in un’azienda agricola di Castel di Judica: rubati un trattore, due escavatori e due camion per il valore di 80 mila euro. L’imprenditore vedendo come erano stati pestati i suoi dipendenti aveva già capito che non si trattava della solita rapina, infatti poco tempo dopo è stato contattato da due guardiani agricoli della zona Fichera e Distefano, che con l’aiuto di Galati Massaro, allevatore di Adrano, chiedevano una somma di circa 5 mila euro per riavere indietro i mezzi. Una richiesta a cui l’imprenditore in un primo momento ha risposto con un secco no.
Poco tempo dopo, il titolare è stato nuovamente avvicinato, questa volta attraverso un intermediario: la richiesta nel frattempo era lievitata a sei mila euro. I carabinieri di Palagonia hanno filmato e registrato la consegna della prima trance dell’estorsione avvenuta in un distributore di carburante ad Acireale. I mezzi sono stati restituiti e nel corso di un incontro a Paternò avviene il saldo. Anche in questo caso i militari sono riusciti a documentare il passaggio di denaro e sono riusciti a identificare Galati, Furnari e Torre come i tre uomini che hanno diretto questa seconda parte dell’estorsione.
I cinque arrestati sono stati sottoposti agli interrogatori di garanzia da parte dei magistrati. Una volta valutata la posizione di ciascuno si procederà immediatamente alla richiesta del giudizio immediato. Per tre, come detto, è contestato l’aggravante del metodo mafioso, in quanto dalle indagini è emerso uno stretto collegamento della criminalità organizzata catanese, che doveva intascare una parte dell’estorsione.
Nel corso dell’operazione condotta dai Carabinieri di Palagonia, coadiuvati da quelli di Acireale e Paternò, che ha interessato i comuni di Ramacca, Castel di Iudica, Paternò, Adrano, Santa Maria di Licodia ed Aci Catena, nell’abitazione di Fichera sono stati ritrovati e sequestrati circa 3.000 cartucce per fucile e due 2 caricatori per pistola cal. 9 x 21. Distefano non era in casa questa mattina quando è scattato il blitz, ma sentendosi braccato nel pomeriggio si è costiuito direttamente alla caserma di Paternò.
I cinque arrestati sono stati sottoposti agli interrogatori di garanzia da parte dei magistrati. Una volta valutata la posizione di ciascuno si procederà immediatamente alla richiesta del giudizio immediato. Per tre, come detto, è contestato l’aggravante del metodo mafioso, in quanto dalle indagini è emerso uno stretto collegamento della criminalità organizzata catanese, che doveva intascare una parte dell’estorsione.
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18 Novembre 2013, 13:19