Amministrative e regionali: acque agitate nel M5S - Live Sicilia

Amministrative e regionali: acque agitate nel M5S

Giarrusso attacca i vertici siciliani partendo dalla candidatura di Ciaccio a Palermo nelle liste di Miceli.

PALERMO – Acque agitate nel Movimento Cinquestelle. L’eurodeputato Dino Giarrusso cannoneggia sui vertici siciliani pentastellati e a Roma il boato si avverte forte e chiaro. A tenere banco è la corsa al consiglio comunale dell’ex deputato pentastellato Giorgio Ciaccio (condannato in primo grado per l’affaire sulle liste false) sotto l’egida della lista a sostegno

del candidato sindaco Franco Miceli. 

L’attacco di Dino Giarrusso

Ma andiamo con ordine. Ciaccio non potendo candidarsi al consiglio comunale nelle liste del Movimento trova ospitalità nella civica di Miceli. La goccia che fa traboccare il vaso è l’annuncio di un’iniziativa di campagna elettorale che vedrà sul palco i deputati regionali pentastellati Nuccio Di Paola, Giampiero Trizzino, Luisi Sunseri, Francesco Cappello e il sottosegretario Giancarlo Cancelleri. A questo punto l’eurodeputato Dino Giarrusso scoperchia il vaso di Pandora e lancia una durissima offensiva a mezzo social che parte dal caso palermitano, ma investe il livello regionale (e non solo). “Avete letto bene: dei portavoce eletti col Movimento fanno campagna elettorale per il candidato di una lista concorrente al Movimento cioè per sottrarre voti al Movimento e portarli altrove”, scrive Giarrusso che poi richiama direttamente i vertici nazionali.  “Cosa fa e cosa dice a proposito di questa porcheria Giuseppe Conte? Cosa Beppe Grillo? Cosa I probiviri?”. Poi un passaggio saliente che va a toccare il nervo scoperto delle elezioni regionali, elemento del contendere tra il gruppo più vicino al sottosegretario Cancelleri e l’eurodeputato Dino Giarrusso (pronto a correre alle primarie di coalizione). “Ma c’è di peggio: in Sicilia, senza che Conte abbia nominato i referenti locali, arbitrariamente si è preso il ruolo di referente Nuccio Di Paola, nominando addirittura -non si sa a che titolo!- un proprio collaboratore quale rappresentante del Movimento al tavolo delle regole per la scelta del candidato presidente della Regione”, scrive Giarrusso che racconta di essere stato escluso direttamente da Paola Taverna dalla gestione del tavolo per le amministrative palermitane perché non palermitano.  “Adesso succede che cinque nostri portavoce sostengano ad un evento elettorale il candidato di una lista concorrente, candidato peraltro incompatibile con le nostre regole e i nostri valori in quanto condannato. Cos’ha da dire la vicepresidente Paola Taverna, oggi? Cosa diranno i probiviri Danilo Toninelli, Barbara Flordia e Fabiana Dadone? Se qualcuno vuole ammazzare il Movimento e umiliare i cittadini che lo hanno reso grande, questo continuo sfregio delle regole è il modo migliore”, continua.

Lo scoglio delle primarie

E a tambur battente insiste sulla questione delle primarie.“Un altro modo è quello di non fare le primarie per il candidato Presidente della Regione e scegliere le candidature a tavolino, calandole dall’alto dopo tavoli ristretti. Desiderio osceno ma espresso pubblicamente in alcune interviste da alcuni nostri esponenti, cui evidentemente della democrazia interna non frega nulla. Chissà se Giuseppe Conte avallerà queste porcherie e continuerà ad acconsentire di farci rappresentare da persone che si dimostrano inaffidabili e incuranti del rispetto di regole da Conte stesso scritte, oppure se capirà finalmente che i referenti ed il candidato presidente della Regione vanno fatti scegliere ai nostri iscritti, se non si vuole far morire il Movimento a Palermo, in Sicilia e ovunque. Insomma, lo scontro intestino ai Cinquestelle non è poca cosa e soprattutto, sembrerebbe, la vicenda avrebbe creato più di un mal di pancia nelle stanze romane.  Sull’argomento le bocche dello stato maggiore del partito rimangono cucite.

Ciaccio: “Sto affrontando la sfida a testa alta”

L’ex deputato Ciaccio invece dice la sua. “Quando ho scelto di scendere in campo per queste Amministrative sapevo che non sarebbe stato semplice, so cosa significa farsi campagna elettorale cercando di non trascurare lavoro e famiglia e, per di più, sapevo che avrei dovuto reggere il peso delle facili strumentalizzazioni – da parte di chi è chiaramente in malafede – riguardo la storia delle “firme”, nonostante io sia uno di quelli che ha collaborato con la magistratura e rispettato ogni regola e indicazione del Movimento”, spiega a Live Sicilia. “Quello che non immaginavo è che la mia candidatura spaventasse a tal punto da indurre anche un illustre eurodeputato a dedicarmi un paio di post con il chiaro intento di screditare la mia persona fra un’illazione e una stortura dei fatti, immagino dietro la foga – con forcone alla mano e schiuma alla bocca – di alcuni soggetti che si definiscono “base” del Movimento 5 Stelle, senza conoscere neppure il senso della parola “attivismo”, ovvero tizi che sono solo saliti sul carro (messo in piedi da altri) al momento giusto nell’attesa di poterne trarre qualche vantaggio”, continua. “Quello che non immaginavo è il tentativo di colpire i miei amici, colleghi e compagni di battaglia per il solo fatto di voler partecipare al mio evento di lancio della campagna elettorale, nonostante la lista della quale faccio parte è quella del candidato Sindaco della stessa coalizione. Sto affrontando questa sfida a testa alta, forte del lavoro svolto in questi anni, dell’esperienza e, soprattutto del vostro affetto”, argomenta Ciaccio.  Poi l’affondo. “A quelle persone in malafede, soprattutto a chi è candidato, consiglio di stare sereni, screditare me non servirà di certo a far emergere voi.”, dice. A meno di una settimana dal tavolo politico del centrosinistra il clima all’interno del Movimento non sembra affatto sereno. E siamo appena all’inizio. 


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