CATANIA – “Lungomare liberato? Nuatri ora u facemu affussatu! Si non tinni vai a stasira viri macari i lumini”, questa soltanto una delle tante minacce mafiose partorite ieri sera dagli aggressori di Raffaele Lo Savio, ciclista 24enne dell’associazione Ruote Libere, e dei suoi compagni di sella nei pressi di piazza Nettuno, nel corso della consueta pedalata della domenica. Parole che oggi più che mai risuonano nelle orecchie di chi era presente e non si può pace di fronte a cotanta prepotenza impunita. “Io non ho provocato nessuno, né la mia bici è illegale, né me la sono cercata. – spiega Raffaele Lo Savio – per fortuna nonostante una quindicina di persone mi abbiano aggredito a pugni e calci, sono riuscito a mettermi in salvo salendo su una navetta Amt”.
La cronaca. Un pomeriggio quello di ieri che sin dalle ore 18.30 aveva acceso gli animi nei signori paninari di piazza Nettuno, infastiditi dalla presenza dei ciclisti, ritenuti “colpevoli” dell’iniziativa Lungomare Liberato che nei mesi estivi, per sei ore al giorno, ha reso il lungomare etneo per la prima domenica del mese zona a traffico limitato per i veicoli a motore, iniziativa che avrebbe danneggiato i loro incassi. Per la giornata di ieri gli esercenti della zona erano scesi in piazza per una manifestazione di protesta, ma il corteo sarebbe stato più volte disturbato dalla musica dell’impianto stereo di Raffaele che però replica: “una volta arrivati nei pressi della loro protesta ho abbassato il volume della mia musica, non davamo disturbo a nessuno”.
Il testimone. “Provo tanta, ma tanta rabbia – racconta ai nostri microfoni Jacopo – qualche altro nostro compagno ha incassato calci e pugni, ma sicuramente Raffaele è stato preso di mira, io ero proprio accanto a lui. E’ stata un’aggressione in piena regola… vergognosa. Tutto è stato molto confusionario, una signora si è pure sentita male perché il marito, sofferente di cuore, aveva tentato di difenderci. Sento ancora le urla strazianti di una ragazza che terrorizzata gridava ‘chiamate i Carabinieri vi prego’”. Il momento è stato immortalato da foto e video, materiale che in poche ore ha avuto massima condivisione sul web. “Questa è Catania… questa è Catania!”, lo ripete più volte Raffaele Lo Savio, esasperato ed incredulo, rivolgendosi agli uomini in divisa che assistono quasi del tutto inermi al pestaggio. “Cunnuto e sbirru veni ca.. t’ammazzu” proseguono gli aggressori, omaccioni con su scritto “paninari” sulla maglietta. Attimi concitati, le urla.
Le immagini riescono a ricostruire perfettamente quanto accaduto poco prima delle ore 20, nel corso dell’ultima e ben più pesante aggressione che ha costretto il 24enne ciclista di Ruote Liberi al pronto soccorso dell’Ospedale Garibaldi dopo essere salito su una navetta Amt su consiglio di un Vigile per sfuggire ai colpi degli aggressori che senza scrupolo agivano davanti ad alcuni uomini della Polizia Municipale dicendo “Ca cumannamu nuatri, facemu chiddu ca vulemu”.
Il padre di Raffaele. “Le immagini registrate sono più che chiare per identificare gli autori e anche qualche rappresentante delle forze dell’ordine che guardava solamente…. e dopo quando si è fatto scappare mio figlio, i facinorosi sono rimasti in loco e nessuno ne ha preso le generalità”. C’è tanta comprensibile amarezza nelle parole di Emilio Lo Savio, padre il Raffaele che così continua: “Sono escrementi della società, soggetti al di fuori dalla civiltà!”. Il giovane adesso sta meglio: “Raffa è stato dimesso, è solo un po’ gonfio in faccia e graffiato al fianco, non è stata una rissa, bensì una vera e propria aggressione mafiosa, da chi si crede padrona del territorio. Un grazie al Vigile che lo ha letteralmente estratto da quella marmaglia!”.
Nelle immagini registrate ieri infatti pare che ad intervenire sia stato soltanto uno degli uomini in divisa presenti, elemento che ha fatto infuriare i catanesi per bene. C’è chi si vergogna di essere un cittadino di Catania, chi ringrazia Dio di essersi trasferito, chi commenta “Da tempo medito di andarmene da questa città. Il peggio dell’inciviltà e della delinquenza sono concentrati qui”, o ancora: “Finché non si faranno le piste ciclabili sarà il delirio per tutti. Lo dice uno che rischia la vita ogni mattina in bici in via plebiscito”.
E se tra i commenti social spiccano le parole cariche di forza di Raffaele: “Sono tutti dalla mia parte al più presto ricostruirò la Music-Bike – la sua è stata distrutta e gettata tra gli scogli – e ricomincerò a girare per Catania, senza NESSUNA paura”. C’è pure chi avanza una proposta che pare essere stata condivisa da tantissimi utenti: “Se questi signori protestavano perché avevano avuto un calo degli incassi, dopo quanto accaduto ieri dovranno trovarsi un altro lavoro, perché io non spenderò mai più un euro nei loro camion dei panini”.
Anche se Raffaele oggi sta bene, la vicenda al momento non ha ancora un lieto fine. La famiglia Lo Savio ha sporto denuncia sull’accaduto, l’indagine è condotta dalla Squadra Mobile di Catania