A 22 anni da via D’Amelio, il ricordo in città |Salvatore Borsellino abbraccia Ciancimino

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19 Luglio 2014, 17:25

27 min di lettura

LA LUNGA DIRETTA DI LIVESICILIA DEL 19 LUGLIO

21:49 Con l’arrivo in via d’Amelio si è conclusa la fiaccolata in ricordo di Paolo Borsellino e della sua scorta.

21:31 Sono migliaia le persone che hanno partecipato alla Fiaccolata partita da Piazza Vittorio Veneto in memoria di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. In testa al corteo il tradizionale striscione “Paolo Vive” del coordinamento “Comunità ’92”. “Vogliamo simbolicamente colorare di tricolore la Fiaccolata – dice Davide Gentile portavoce del Forum XIX Luglio – perché Paolo Borsellino amava e serviva la patria ed il popolo italiano. Per essa è morto, prima ancora che per quelle istituzioni che gli voltarono le spalle”. Molti giovani indossavano delle magliette che riportano lo storico motto del Fronte della Gioventù “Meglio un giorno da Borsellino che cento anni da Ciancimino”, una risposta alla presenza del figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo alle commemorazioni di via D’Amelio.

21:25 “La contestazione di oggi al presidente della commissione antimafia Rosy Bindi e’ stata sbagliata e incomprensibile. Se è giusto chiedere verità sulla trattativa stato mafia e auspicare che il processo in corso possa chiarire accaduto e eventuali responsabilità penali. Non è usando la commemorazione di Borsellino per dividere chi lotta quotidianamente contro la mafia che si aiuta la giustizia e la ricostruzione delle responsabilità politiche e penali. Il sacrificio di Borsellino e degli uomini della sua scorta non appartengono ad una parte ma a tutte le persone oneste di questo paese che solo unite possono sconfiggere le mafie.” Lo dichiara il sen.Franco Mirabelli, capogruppo Pd in Commissione Antimafia.

21:09 “Non è vero ciò che tutti indistintamente affermano e falsamente rivendicano, sulla volontà di fare piena luce sulle stragi. La realtà è un’altra. Questo intendimento è rimasto patrimonio di pochi, spesso isolati e malvisti, servitori dello Stato”. Lo ha detto il pm Nino Di Matteo intervenendo alle commemorazioni sulla strage di via D’Amelio. “Dal progredire delle nostre indagini – ha aggiunto – sappiamo che in molti anche all’interno delle istituzioni, sanno ma continuano a preferire il silenzio, certi che quel silenzio, quella vera e propria omertà di Stato, continuerà esattamente come è avvenuto fino ad ora, a pagare, con l’evoluzione di splendide carriere e posizioni di sempre maggior potere acquisite proprio per il merito di aver taciuto, quando non anche sullo squallido ricatto di chi sa e utilizza il suo sapere per piegare le Istituzioni alle proprie esigenze”.

20:30 La fiaccolata è in corso di svolgimento, migliaia le presenze come ogni anno lungo via Libertà.

20:20 In Piazza Vittorio Veneto ci si prepara per la fiaccolata che percorrerà le vie principali della città fino a via D’Amelio.

19:06  “Sono venuta in Via D’Amelio per onorare il sacrificio di Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, così come il 23 maggio ero a Palermo per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta che avevano perso la vita a Capaci”. Lo ha detto la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi oggi a Palermo per le commemorazioni organizzate in occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio. “Uomini e donne che hanno servito le istituzioni e lottato, con rigore e coraggio contro Cosa Nostra in difesa dello Stato democratico. – ha aggiunto – Una memoria dolorosa e viva che non deve dividere: Falcone e Borsellino sono di tutta l’Italia e solo dalla collaborazione di tutte le istituzioni sarà possibile accertare la verità sulla loro morte e fare giustizia”.

18:45  Gli organizzatori della Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino esprimono “sdegno per la presenza questa mattina in via D’Amelio di Massimo Ciancimino, accolto quasi come un eroe da alcuni manifestanti provenienti da altre regioni italiane”. “Da palermitani proviamo profondo rammarico – dice Davide Gentile portavoce del Forum XIX Luglio – per la presenza di Massimo Ciancimino in via D’Amelio. Non solo la storia del padre ma anche quella sua personale è incompatibile con la memoria di Paolo Borsellino. La sacrosanta richiesta di giustizia non può trasformare Ciancimino in icona della legalità. Massimo Ciancimino – chiude – stia lontano dalla nostra manifestazione, per nessuno e soprattutto per lui sono ammesse passerelle il 19 luglio”. La tradizionale Fiaccolata partirà alle 20:30 da Piazza Vittorio Veneto (Statua della libertà). Il corteo percorrerà via libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via D’Amelio dove verrà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale. Prevista la partecipazione di giovani da tutta la Sicilia.

18:20  “Dedico questo premio ai magistrati onesti. Nel giorno dell’anniversario di Via D’Amelio mi sento di farlo. Solitamente non amo i premi, ma questo è un premio importante in una terra importante per me”. Lo ha detto il cantautore romano Antonello Venditti al quale l’Ischia Global fest ha assegnato il William Walton Award in memoria del grande compositore inglese che scelse di vivere sull’isola campana. Venditti ha dichiarato di essere “da sempre molto legato a Ischia così come a Napoli”. Ha poi parlato dei valori dell’amicizia e di un’Italia “che non deve più perdere tempo. Speriamo che si riesca a far uscire la cultura italiana fuori dalla melma, il fatto che nelle nostre scuole non si studi più la storia dell’arte è una ferita che non si rimargina. Eppure in Italia ci sono tanti geni, come il regista Paolo Sorrentino, con il quale andrei in capo al mondo, ed i geni servono proprio a risvegliarci, risvegliare le bellezze assopite. Speriamo in una Italia che non venga comprata e dove tutti facciano il loro dovere con semplicità” ha concluso Venditti che si è dichiarato cinefilo e che compare anche in un cameo de ‘La grande bellezza’.

18:00  “Tanti episodi di minacce e avvertimenti sono la conferma che gli incivili mafiosi si agitano perchè non hanno consensi e non governano Palermo. Sono nervosi e hanno paura. Quando la mafia governava Palermo erano i cittadini ad avere paura ora è il contrario”. Così il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in via D’Amelio per il 22esimo anniversario dell’uccisione di Paolo Borsellino, ha commentato ai giornalisti l’episodio di intimidazione di cui è stato vittima ieri.

“Ricordare Paolo Borsellino e gli agenti della scorta al di là delle doverose commemorazioni serve ad interrogarci se facciamo fino in fondo la nostra parte e soprattutto cosa facciamo per evitare che la mafia possa tornare a governare Palermo. Oggi la mafia è una tessera mostruosa dentro il mosaico Palermo che rischia con la mafiosità diffusa e il clientelismo di tornare a governare”. Lo ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando presente in via D’Amelio durante le manifestazioni per il 22esimo anniversario dell’uccisione del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta. “Oggi mi ha chiamato Rita Borsellino – ha aggiunto – ma sono venuto fra i cittadini e me ne torno fra loro”.

17:30Voglio ringraziare quei cittadini che si pongono a scudo di tanti valori che furono propri anche del giudice Paolo Borsellino, contro i tanti che anche nella politica continuano a calpestare quei valori con l’arroganza dei prepotenti e degli impuniti”. Lo ha detto il sostituto procuratore Nino Di Matteo, intervenuto sul palco di via D’Amelio in occasione delle manifestazioni di ricordo del 22/mo anniversario della strage. Di Matteo ha parlato anche di un “muro di gomma e di indifferenza istituzionale”, e del “pericolo di un clima di delegittimazione che si nutre di silenzi colpevoli, ostacoli e tranelli disposti per arginare quell’ansia di verità rimasta patrimonio di pochi”. “Noi magistrati – ha aggiunto Di Matteo – abbiamo il dovere etico e morale di cercare la verità anche se ci rendiamo conto che quel cammino costa lacrime e sangue, specie quando incrocia il labirinto del potere, ma occorre soprattutto rispettare la verità e non avere paura a declamarla anche quando ciò può sembrare sconveniente”.

“Affermano il falso i tanti che per strumentale interesse ripetono che i processi celebrati a Caltanissetta hanno portato a un nulla di fatto: – ha spiegato – ignorano o fingono di ignorare che 22 persone sono state condannate per concorso in strage e che il movente non era esclusivamente legato a una vendetta mafiosa nei confronti del giudice. In molti anche all’interno delle istituzioni sanno ma continuano a preferire il silenzio,certi che quell’omertà continuerà a pagare magari con l’evoluzione di splendide carriere. Il cammino di liberazione dalla mafia è rimasto a metà del guado, mentre ai ladri e ai corrotti si assicura la sostanziale impunità”. Di Matteo ha poi criticato la “riforma attuata sull’ordinamento giudiziario a quella in cantiere sulla responsabilità civile dei giudice”. “Non si può assistere in silenzio a questi tentativi di ridurre la magistratura a vuota espressione formale, svuotando l’autonomia del pubblico ministero e trasformando il magistrato inquirente in un semplice burocrate”, ha concluso.

17:15 “Quando sono arrivato in via D’Amelio il 19 luglio di 22 anni fa c’era l’inferno, cercavo mio fratello, avevo da poco saputo che quel giorno era in turno nella scorta del giudice Paolo, non ci aveva informati per ragioni di sicurezza. Era una persona solare, splendida”. È il ricordo commosso di Luciano e Giusi Traina, fratelli dell’agente Claudio Traina ucciso nella strage di Via D’Amelio il 19 luglio di 22 anni fa. “Sono anche io un poliziotto – ha aggiunto Luciano – e vorrei ringraziare tutti quelli che ogni anno ricordano la strage e si battono per la verità”. In via D’Amelio, nel giorno del 22/mo anniversario della strage in cui furono uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta sono arrivati anche il presidente del tribunale di Palermo, Leonardo Agueci, Fabio Granata, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Poi il minuto di silenzio all’ora esatta della strage, le 16.58, in ricordo delle vittime.

17:05   “Ancora oggi, a 22 anni dalla strage di Via D’Amelio, le ombre che attorniano le vicende del sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino sono tante. É più che mai necessario per la Sicilia, che i poteri dello Stato accelerino senza tregua nella ricerca di quella verità che tutti noi siciliani aspettiamo. E’ quanto lo Stato deve alle loro famiglie e a tutti i cittadini onesti”. Lo dice il presidente della Commissione regionale Antimafia Nello Musumeci, che stamattina ha rappresentato l’Assemblea regionale siciliana a Palermo, alla caserma Lungaro, nella cerimonia in omaggio ai caduti della scorta del magistrato Paolo Borsellino.

17:00  “Chiediamo di istituire una sottocommissione specialistica sulla trattativa Stato mafia, non esiste un comitato per le stragi del ’92-93, le sovrapposizioni tra mafia e Stato sono il vero problema di questo Paese. Una commissione antimafia senza il supporto di questa sottocommissione è vuota”. È la richiesta fatta da Salvatore Borsellino, affiancato dalla sorella Rita, alla presidente della commissione antimafia Rosy Bindi arrivata in Via D’Amelio.

“Finora la posizione della commissione antimafia – ha risposto Rosy Bindi – è dipesa dalla preoccupazione di non volere interferire con i processi in corso a Caltanissetta e a Palermo, il che non vuol dire che ci sia disinteresse su questi fatti ma si tratta di un orientamento preciso per il rispetto dei rapporti tra le istituzioni”. La Bindi ha poi risposto a chi le chiedeva conto di aver fatto accordi con Berlusconi “da parte mia mai fatti accordi con Berlusconi”. “Del resto, – ha concluso Bindi – il primo atto della commissione dal suo insediamento è stato quello di venire a Palermo e di incontrare il giudice Di Matteo”. L’incontro a tre si è concluso con una stretta di mano e il reciproco impegno di approfondire questi temi. In via D’Amelio sono poi arrivati i magistrati Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita, Di Matteo ha salutato la Bindi ringraziandola per la sua presenza.

16:58 Si commemora un minuto di silenzio nel momento della strage di via D’Amelio.

16:45 In via D’Amelio arriva anche il magistrato Antonio Di Matteo.

16:30  All’arrivo della presidente della commissione antimafia Rosy Bindi in via D’Amelio c’è stata una breve contestazione. Prima un attivista le ha mostrato un opuscolo intitolato “Colle center” e un altro consigliere comunale del M5s di Pescara le ha detto: “La sua presenza serve a poco se fate gli accordi con Berlusconi”. Quando Bindi è arrivata davanti all’Ulivo ai piedi dell’abitazione le agende rosse le hanno rivolto le spalle e alzato le agende rosse in mano.

16:12  Le parole del Presidente Napolitano che ci ricorda che non dobbiamo dimenticare che un’azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza sono, per il Silp-Cgil, il miglior modo per ricordare chi ha perso la vita 22 anni fa in Via D’Amelio. Si legge in una nota del sindacato. “Oltre a Paolo Borsellino – ricorda il segretario del Silp-Cgil Daniele Tissone- morirono il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, (prima donna a far parte di una scorta e prima agente della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L’unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, risvegliatosi in ospedale dopo l’esplosione, in gravi condizioni”. Si trattava di “servitori dello Stato – aggiunge – che, come tanti altri loro colleghi rischiano la vita ogni giorno per difendere le istituzioni, la democrazia e i cittadini”. “Ricordarli oggi, insieme ai tanti che hanno pagato un pesante tributo in difesa dei valori che ispirano la nostra società – conclude Tissone – deve farci riflettere sullo straordinario contributo di migliaia di operatori che, nonostante i disagi e le condizioni di vita e lavoro quotidiane, assicurano al nostro Paese la sicurezza e la normale convivenza”.

16:10 “Massimo Ciancimino è un uomo che cerca di uscire da un certo tipo di mondo, noi abbiamo avviato una raccolta fondi per coprire i costi della pubblicità delle manifestazioni in programma il 19 luglio e Massimo Ciancimino ha fatto una donazione ‘semplice’ per un importo che rientra nei 300 euro”. A dirlo è Angelo Garavaglia, del direttivo nazionale delle Agende Rosse che, parlando con alcuni giornalisti, ha spiegato il rapporto che si è instaurato tra Ciancimino e il movimento. “In totale attraverso una piattaforma di fundraising sono stati raccolti 3000 euro in un mese che sono serviti per la cartellonistica a Palermo, – ha aggiunto – e altri mille circa sono arrivati da donazioni private per finanziare sponsorizzazioni a pagamento su Facebook, gli altri costi per l’organizzazione della giornata sono stati coperti da donazioni che arrivano durante tutto l’anno. La donazione più cospicua ammonta a 750 euro e viene da una persona che preferisce restare anonima”. In totale gli iscritti al movimento delle agende rosse in Italia sono circa seimila, ma gli attivisti sono meno di 300.

15:38 A 22 anni dalla scomparsa di Paolo Borsellino l’Agenzia Nazionale per i Giovani ricorda l’insegnamento che il magistrato italiano ha lasciato ai giovani italiani esortandoli a seguire la strada del senso civico e del servizio allo Stato. “In qualità di ente pubblico abbiamo il dovere di sensibilizzare i cittadini, in particolare i giovani, sul significato di essere cittadini attivi, responsabili e impegnati civilmente e socialmente. Ricordare personaggi della caratura di Borsellino – dichiara Giacomo D’Arrigo, Direttore Generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani – è un atto dovuto nei confronti delle nuove generazioni affinché non vadano mai persi con il tempo esempi solidi da seguire”.

15:36  La scuola “non dimentica Paolo Borsellino e la sua scorta, avanti con l’educazione alla legalità nelle classi”. E’ il tweet del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, nel giorno del 22/mo anniversario dell’eccidio di Via D’Amelio.

15:22 “La strage di via D’Amelio è una ferita ancora aperta che sanguina nel corpo vivo della nostra democrazia. Questa ferita può essere curata facendo verità e giustizia, non avendo paura di portare alla luce anche le più amare e terribili verità di quegli anni”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della commissione parlamentare Antimafia, ricordando il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, uccisi dalla mafia il 19 luglio 1992. “Chiedo al Parlamento – aggiunge – di organizzare una sessione dedicata ad approvare quei provvedimenti utili per far fare un salto di qualità alla lotta alle mafie. Mi riferisco, in particolare, all’aumento delle pene per tutti i reati di stampo mafioso, all’introduzione del reato di autoriciclaggio nel nostro ordinamento giuridico, ad un migliore riutilizzo a fini sociali e produttivi dei beni confiscati. Provvedimenti che potrebbero essere inseriti nel programma del semestre europeo per allargare così lo spazio giuridico antimafia e colpire le organizzazioni criminali su scala internazionale”.

15:00 “Oltre a Paolo Borsellino, nell’attentato di via d’Amelio morirono il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, servitori dello stato che, come tanti altri loro colleghi rischiano la vita ogni giorno per difendere le istituzioni, la democrazia e i cittadini”. Lo sottolinea il segretario del Silp-Cgil Daniele Tissone. “Ricordarli oggi, insieme ai tanti che hanno pagato un pesante tributo in difesa dei valori che ispirano la nostra società – per Tissone – deve farci riflettere sullo straordinario contributo di migliaia di operatori che, nonostante i disagi e le condizioni di vita e lavoro quotidiane, assicurano al nostro Paese la sicurezza e la normale convivenza”. “Alle tante donne e uomini in divisa – conclude il segretario del Silp – va pertanto riconosciuta dignità e rispetto che, a partire dal riconoscimento del proprio difficile compito, appaiono, oggi, ancora un obiettivo lontano nell’indifferenza di chi, a parole, ne riconosce i meriti ma non fa seguire i fatti con provvedimenti finalizzati a migliorarne le condizioni di vita e professionali”.

14:45 ”Nel giorno del ventiduesimo anniversario dalla sua morte, ricordiamo il Giudice Paolo Borsellino” che ha ”portato avanti la sua battaglia contro la mafia stragista” consapevole ”del fatto che vi era in atto una trattativa voluta dallo Stato con la mafia” per l’annullamento del bis. Lo scrive in una nota l’associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. Il 41 bis è ”quel carcere duro, severo ma necessario che oggi si vuole con forza abolire per Bernardo Provenzano – aggiunge la nota – Paolo Borsellino ha tenuto testa a quanti nelle istituzioni hanno favorito Cosa nostra sia pure, in un primo momento, per fermare le stragi”.

13:27  “Il ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta, al di là delle doverose commemorazioni, interroga ciascuno di noi, interroga tutte le istituzioni sull’impegno quotidiano di contrasto a mafia e mafiosità, ricorda quanto sia necessario in sede giudiziaria, storica e politica fare verità e giustizia sulla ignobile trattativa Stato Mafia”. Lo ha detto il sindaco Leoluca Orlando nel giorno dell’anniversario della strage di via D’Amelio.

13:17 “Il dolore causato dalla strage di Via D’Amelio non si attenua mai. Ricordare il giudice Borsellino significa non solo commemorare, ma anche impegnarsi concretamente per non vanificare il suo sacrificio, adottando tutti i provvedimenti idonei a contrastare la criminalità organizzata, ma anche in grado di sostenere il futuro dei giovani, attraverso azioni che creino occupazione e sviluppo e rendano la pubblica amministrazione impermeabile all’illecito senza penalizzare l’impresa”. Lo afferma Francesco Cascio, coordinatore regionale del Ncd ricordando il giudice Paolo Borsellino, e gli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.

13:11 In 150 hanno colorato via D’Amelio con cartelloni, giochi e attività. Sono i giovani dai 6 ai 14 anni dei quartieri Zen, Cep, Borgo Nuovo e centro storico arrivati con i pullman messi a disposizione dalla Guardia di Finanza per ricordare il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta uccisi 22 anni fa in via D’Amelio. A promuovere l’iniziativa, come ogni anno, gli attivisti del Laboratorio Zen insieme. “Proviamo a trasmettere loro un messaggio di legalità – spiega Mariangela Di Gangi, presidente dell’associazione – specialmente in quei quartieri popolari dove spesso neanche la scuola riesce ad arrivare”. In tanti hanno rivolto domande a Rita e Salvatore Borsellino su mafia, pizzo, criminalità. Tra le attività più partecipate in via D’Amelio il gioco del ‘Cruciverba della legalità’ e la lettura del fumetto sceneggiato da Luca Salici e intitolato ‘Non è finito tutto’ su Antonino Caponnetto, padre del pool antimafia con l’affissione, alla presenza dell’autore, di alcune tavole lungo le inferriate che delimitano via D’Amelio. A sostenere le attività delle associazioni che durante tutto l’anno portano avanti campagne di sensibilizzazione sulla lotta alle mafie è la direzione generale dello Studente del Miur che ha curato un protocollo di intesa con il centro studi Borsellino che ogni anno bandisce un concorso esteso a tutte le scuole del territorio nazionale intitolato “Quel fresco profumo di libertà”.

12:48 “Sono uno dei pochi che ha il coraggio di venire qui, sono io ad aver portato i responsabili di quella strage alla sbarra”. Lo ha detto Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, imprenditore condannato per riciclaggio e detenzione di esplosivo e indagato in diversi procedimenti penali, anche per concorso esterno alla mafia, che è arrivato in Via D’Amelio nel giorno della commemorazione della strage in cui furono uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta. Giunto in bici, Ciancimino è stato salutato con un caloroso abbraccio da Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, e da alcuni attivisti delle agende rosse. “Mio figlio sta iniziando a capire tutto, è stato il motore delle mie decisioni, io ho due date fondamentali, le più importanti della mia vita – dice Ciancimino mostrando due tatuaggi sul braccio – una è la data della sua nascita, l’altra quella della strage di via D’Amelio che ho tatuato – per la prima volta vedo tremare i potenti dinanzi alle domande del giudice Di Matteo, mi sembra che questo castello di menzogne verrà meno anche se in quell’aula come imputati sono ancora in tanti a mancare”. “Gli slogan contro mio padre nel 1992? – continua Ciancimino rispondendo alle domande dei giornalisti – erano giusti. Non sono mai stato orgoglioso di mio padre per quello che ha fatto, ho fatto la mia scelta perché mio figlio sia orgoglioso di me”.

12:02 “Oggi noi ricordiamo un eroe laico della nostra società Paolo Borsellino. Questo sono gli eroi che noi vogliamo ricordare anche per il futuro”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano a Messina. ”Noi abbiamo seguito – ha aggiunto – la strada di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e il fatto che in una sede scientifica come l’Università di Messina si approfondisca il tema dei beni confiscati significa che qualcosa ha funzionato molto bene poiché la strategia d’insieme di sequestri e confische di patrimoni criminali ha avuto un tale successo da porre un problema di gestione. Se non ci fosse questo problema tutta la strategia avrebbe avuto poco successo”.

11:45 L’assistente di Polizia Eddie Walter Cosina, componente della scorta del giudice Paolo Borsellino ucciso in servizio a Palermo il 19 luglio 1992, è stato ricordato oggi con una cerimonia ufficiale a Muggia, la sua città. Il cappellano provinciale della Polizia di Stato, don Paolo Rakic, ha officiato una Santa Messa di suffragio nel duomo alla quale hanno partecipato i famigliari di Cosina, il prefetto Francesca Adelaide Garufi, il Questore Giuseppe Padulano, e una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato con il labaro. Al termine della cerimonia è stata deposta una corona d’alloro sulla tomba di Cosina nel cimitero di Muggia.

11:30  “Sono passati 22 anni dalla morte di mia sorella, 22 anni che aspettiamo di conoscere la verità, ma io sono fiduciosa, prima o poi arriverà”. Sono le parole di Claudia Loi, sorella della poliziotta Emanuela Loi morta insieme agli altri componenti della scorta e al giudice Paolo Borsellino nella strage di via D’Amelio il 19 luglio del 1992. Claudia e il fratello Marcello erano presenti questa mattina a Sestu alla cerimonia di commemorazione delle vittima della strage, accanto a loro i giovani dell’associazione “Libera” arrivati appositamente dal campo di volontariato creato a Gergei in un terreno confiscato a una organizzazione criminale. Proprio ai ragazzi di “Libera” ha rivolto la sua omelia don Massimiliano, cappellano della Questura di Cagliari, sottolineando l’importanza del volontariato come missione e impegno. Agli stessi giovani Claudia Loi ha voluto parlare, raccontando la sua storia e quella di Emanuela, “una ragazza semplice che amava i bambini”. La donna, che ha pianto mentre i ragazzi passavano davanti alla tomba di Emanuela per lasciare una rosa bianca, non ha nascosto la sua amarezza per le indagini sulla strage. “Ci sono ancora tante incertezze – ha detto – e ancora poca chiarezza in tutta la vicenda. Io sono una persona ottimista e mi aspetto che un giorno o l’altro qualche cosa si saprà”. Una speranza che coltivano anche i volontari di “Libera”.

“Questi giovani sono testimoni della giustizia – ha sottolineato Gian Piero Farru referente di Libera Sardegna – vogliono la verità sulla strage che ancora dopo 22 anni non c’è. Oggi siamo qui per ricordare le vittime di quel terribile giorno”.  Alla manifestazione ha preso parte anche una rappresentanza della Questura di Cagliari e il sindaco di Sestu. Sempre per ricordare le vittime di via D’Amelio il Movimento Sociale Sardo Destra Regionale ha organizzato per questa sera alle 19 una fiaccolata che partirà proprio da piazza Flacone e Borsellino a Cagliari.

11:10 “Pensiamo che non sia opportuno che in via D’Amelio vengano le persone che hanno perso il diritto di ricordare Paolo, è una polemica che non ho voluto, ma qui deve venire chi sente il bisogno di farlo, anche se sono poche persone. Non ho mai attaccato le istituzioni, semmai sono le persone che talvolta occupano dei ruoli da cui dovrebbero essere allontanate”. Lo ha detto Rita Borsellino, intervenendo in via D’Amelio dove sono iniziate le manifestazioni in ricordo della strage in cui furono uccisi 22 anni fa il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.

11:00  A 22 anni dalla strage di via D’Amelio, la lotta contro la mafia registra “grandi passi avanti”, dice il capo della Polizia Alessandro Pansa, a Palermo per commemorare le vittime dell’eccidio in cui morì il magistrato Paolo Borsellino. Alla domanda se tutta la verità è venuta fuori sulla stagione delle stragi, Pansa ha detto che “spetta alla magistratura il compito di andare fino in fondo per svelare eventuali altre verità”.

10:55 “E’ indispensabile non dimenticare che un’azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza”. Lo scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22° anniversario del barbaro attentato di via d’Amelio, in un messaggio inviato a Manfredi Borsellino.

Nel messaggio, Napolitano rende “commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che egualmente persero la vita”. “Paolo Borsellino – prosegue il presidente della Repubblica – univa all’eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell’opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione”.

“Con questo spirito – conclude Napolitano – e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani”.

10:50 Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento della Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta, uccisi nell’attentato di via D’Amelio ventidue anni fa. Una manifestazione giunta alla sua diciottesima edizione, la più partecipata tra le manifestazioni antimafia a Palermo, che anche quest’anno ha avuto l’adesione di oltre quaranta sigle: associazioni culturali e di volontariato, movimenti giovanili, sindacati, gruppi studenteschi. Prevista anche la presenza di numerose delegazioni dalle altre città siciliane. A patrocinare la manifestazione il Comune e l’Università degli Studi di Palermo. Come ogni anno parteciperà alla manifestazione Giorgia Meloni, Presidente nazionale di Fratelli d’Italia.

La Fiaccolata partirà alle ore 20:30 da piazza Vittoria Veneto, percorrerà via Libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via D’Amelio dove sarà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale.

10:45 “Il nostro Capo dello Stato deve andare a testimoniare al processo sulla trattativa a Palermo, deve venire a raccontare la verità di cui è custode”. Lo ha detto l’ex pm Antonio Ingroia, intervenuto ieri a tarda sera, alla conferenza ‘Un Paese senza verità’ organizzato da Antimafia Duemila in occasione del 22/mo anniversario della strage di via D’Amelio in cui furono uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.

Ingroia ha contestato il presidente del Consiglio, Renzi “il rottamatore che non ha speso una parola in difesa dei magistrati condannati a morte da Riina” e ha criticato la mancanza di “un progetto legislativo a sostegno della magistratura, mentre c’è un disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, non è questo – ha detto – quello che volevamo da questo parlamento. Sarebbe servita anche una Commissione sulle stragi seria che non avesse paura di approfondire la verità”.

Poi l’ex magistrato è tornato a commentare il processo sulla trattativa Stato-mafia: “In quell’aula bunker le gabbie sono vuote perché i responsabili di quelle stragi sono all’esterno. Quei magistrati sono circondati da uno Stato colpevole che ha depistato per salvare solo se stesso. Non si potrà andare fino in fondo contro silenzi e omertà fino a quando non cambierà lo Stato, ma il cambiamento non potrà mai venire da questo Csm che si spartisce i posti in base al peso delle correnti. Un Csm così non farà mai procuratore aggiunto un Nino Di Matteo o un Francesco Del Bene, non lo farà fino a quando a presiederlo sarà un uomo come Giorgio Napolitano. Si può pensare che ci sia una questione personale con lui, so che per ingraziarselo si scrivono libri che giustificano la trattativa – ha aggiunto Ingroia riferendosi al saggio del giurista Fiandaca e dello storico Lupo – ma non è cosi, è una questione di democrazia. Certi uomini che hanno difeso la ragione di Stato hanno fatto molta carriera, come è accaduto a personaggi come Bruno Contrada o Mario Mori, uno condannato in via definitiva e l’altro imputato al processo trattativa e per la mancata cattura di Provenzano. Occorre dare una spallata al conformismo politico e giudiziario e all’opportunismo di carriera di alcuni professori, solo allora potremo dire di esserci meritati il sangue di Paolo Borsellino”.

10:42  Il capo della polizia Alessandro Pansa ha commemorato a Palermo gli agenti di scorta vittime delle stragi di mafia. L’ha fatto nel giorno del 22/mo anniversario dell’eccidio di Via D’Amelio, deponendo una corona d’alloro davanti alla lapide posta nel Reparto Scorte della caserma Pietro Lungaro. Pansa parteciperà anche alla funzione religiosa che si terrà nella cappella della caserma. Alla cerimonia, oltre ai parenti delle vittime, hanno partecipato autorità civili e militari.

10:30 “Noi familiari delle vittime di mafia siamo stanchi di verità parziali. Paolo Borsellino difendeva quello stesso Stato che forse non sta dicendo fino in fondo la verità. A quella parte di Stato dobbiamo chiedere più coraggio e coerenza. Basta con le connivenze”. Lo ha detto Margherita Asta, che nella strage di Pizzolungo, il 2 aprile del 1985, perse la madre e i due fratelli di 6 anni in un attentato destinato al giudice Carlo Palermo.

La donna ieri a tarda sera ha parlato nell’atrio della facoltà di Giurisprudenza, a Palermo, durante una conferenza organizzata da Antimafia Duemila per ricordare la strage di via D’Amelio. “Trovo vergognoso – ha aggiunto – che questo Stato non si ricordi di un magistrato come Carlo Palermo e non so ancora perché a 10 anni sono stata costretta a vivere privata dell’affetto di mia madre. Eppure, nonostante il processo si sia aperto dopo 17 anni, ho fiducia nella magistratura”.

“Inizialmente gli esecutori materiali individuati già nel 1987 furono condannati e poi assolti – ha continuato Margherita Astra – ma la cosa più vergognosa è che nell’altra sentenza di condanna che individuò Riina e Virga come mandanti delle stragi è scritto che non si comprendono le motivazioni della sentenza di assoluzione degli esecutori materiali, che a seguito della sentenza passata in giudicato non possono più essere condannati per questo reato. Noi familiari siamo stanchi di verità parziali”.

Alla conferenza intitolata ‘Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D’Amelio’, erano presenti anche il sostituto procuratore a Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, l’ex magistrato Antonio Ingroia, Salvatore Borsellino, il giudice argentino Juan Alberto Rambaldo e il sostituto procuratore di Palermo Francesco Del Bene.

“È questo – ha detto Del Bene riferendosi al processo sulla trattativa – il momento più alto in cui lo Stato deve processare sè stesso. O scopriamo ora la verità o sarà sempre più difficile”.

“L’importanza del processo si evince dai nomi degli imputati che sono chiamati a rispondere di certi reati – ha continuato – e si dimostra anche della qualità dei testimoni che udienza dopo udienza vengono citati. Ci sono state delle barriere e sono venute dagli apparati dello Stato che per proteggere sé stessi e il potere gestito fino a quel momento hanno sollevato degli ostacoli. Sono apparati difficili da estirpare e che per legittimarsi si riciclano con forme diverse, perché il potere non vuole processare sé stesso”.

La diretta della commemorazione per la strage di via D’Amelio a distanza di 22 anni.

Pubblicato il

19 Luglio 2014, 17:25

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