17 Dicembre 2014, 06:00
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PALERMO – “Era tutto previsto”, assicura Giovanni Bologna. Previsto, sì. Ma fino a un certo punto. Fino a dieci minuti prima, l’esperto dirigente era anche il ragioniere generale “ad interim”. E proprio in questa veste stava fronteggiando, in commissione bilancio all’Ars, le richieste dei 36 precari dell’assessorato al Territorio: “Vogliamo gli undici stipendi arretrati”. E per sbloccare quegli stipendi, serviva proprio l’ok del ragioniere generale ad interim. Subentrato a Mariano Pisciotta due settimane fa. È stato lui ad avocare a sé la spinosa pratica dei lavoratori del dipartimento che si sono presentati numerosi, ieri, a Palazzo dei Normanni. Per andare via, per usare un eufemismo, un po’ scontenti. Anche loro, durante la seduta della commissione bilancio, avevano appreso che quello che avevano davanti non era più, da dieci minuti, il ragioniere generale. Anche loro lo hanno saputo in quel momento. Come il diretto interessato, del resto. Che in quel momento rappresentava l’assessore all’Economia Alessandro Baccei.
“Era tutto previsto” smorza però Giovanni Bologna. Che aggiunge, nel tardo pomeriggio del Palazzo, “vado a firmare gli ultimi mandati”. Che poi sono anche i primi, a pensarci bene. È già il momento di cambiare. Anche se non c’è peggior momento di questo. Non è un caso, infatti, che appresa la notizia, dall’altra parte del Palazzo, a saltare sulla sedia è il presidente dell’Assemblea regionale Ardizzone. Che non le manda a dire: “Non è confortante cambiare il terzo Ragioniere generale nel giro di pochi giorni”. Non è confortante. Anche Ardizzone, in un certo senso, addolcisce il gusto di questa fase politico-amministrativa. Prova a contenere in una istituzionale preoccupazione quello che appare sempre di più come un enorme caos.
Già, perché le parole di Ardizzone arrivano dopo una conferenza dei capigruppo al termine della quale i deputati hanno alzato le braccia: “Non esiste alcun documento contabile. L’Ars non può approvare nulla”. Compreso, ad esempio, il mega-mutuo da due miliardi che dovrebbe consentire alle casse della Regione di acquisire un po’ di (necessaria) liquidità. E comprese le proroghe dei quasi 24 mila precari degli enti locali. “Il ritardo nella presentazione del bilancio è un ricatto nei confronti di questi lavoratori” protestano già i sindacati. E nulla succederà – a parte appunto l’avvicendamento di qualche dirigente, compreso il ragioniere generale – in giunta. Neanche nel pomeriggio, infatti, verrà partorito il bilancio. E l’opposizione può andare all’attacco: “La paralisi economica determinata dall’incapacità del governo di approvare il bilancio 2015 in giunta, – dichiara il parlamentare di Forza Italia Riccardo Savona – getta la Sicilia ed i siciliani nel baratro. Risulta incomprensibile venire a conoscenza del fatto che ancora oggi non si conosca la reale entità del disavanzo contabile. Ed in questo regime di confusione – aggiunge – il giro di valzer degli assessori al Bilancio prima e dei Ragionieri generali dopo è devastante”. E nelle parole del centrodestra torna lo spettro del voto anticipato, mentre il presidente Ardizzone rincara la dose: “Diffido formalmente il governo a depositare gli atti di bilancio, abbiamo superato il tempo massimo. In sessanta anni di autonomia è la prima volta che, a fine dicembre, non ci sia neanche una bozza di bilancio depositata all’Ars”.
Un caos. Una situazione “unica”, insiste il presidente dell’Ars. E un “disavanzo”, quello del bilancio, di cui non si conosce l’entità. Il “buco” che ha ormai raggiunto dimensioni mitologiche: un miliardo, o forse tre. Se ne occuperà il nuovo ragioniere generale. Salvatore Sammartano è stato catapultato sui conti della Regione dall’assessorato alla Salute. Quantomeno, negli ultimi giorni, si era occupato del maxi-mutuo che l’assessore Baccei ha considerato pre-condizione per qualsiasi interlocuzione col governo Renzi. Al posto di Sammartano, al dipartimento della programmazione sanitaria, ecco Gaetano Chiaro. Da dove arriva Chiaro? Giusto per complicare le cose, fino a ieri era il dirigente responsabile della tesoreria della Regione siciliana. Ne arriverà un altro, al suo posto. E dovrà prendere contatto con mandati di pagamento, decreti, impegni. Caos su caos.
E mentre cambiano ragionieri e direttori, il Pd, lo stesso partito del governatore Crocetta, “scippa” alla Sicilia almeno mezzo miliardo di Fondi Pac non spesi. E già scatta l’allarme su quali possano essere i contraccolpi sul nuovo bilanci, i fondi che torneranno indietro perché non ancora spesi. Il rischio è che manchino, alla fine, gli stanziamenti per il tanto strombazzato “Piano giovani” e persino i soldi (70 milioni) per garantire le giornate dei Forestali. Anche per questo motivo, il presidente della Regione sembra pronto a inviare una lettera al sottsegretario Graziano Delrio.
Caos, su caos. Di una giunta che doveva mettere ordine. Rilanciare l’azione di governo. E che si trova già impantanata e piena di dubbi e malumori. Come quelli che riguarderebbero il neo assessore all’Energia Vania Contrafatto. L’ex pm, infatti, non avrebbe gradito la decisione di Crocetta di chiedere il commissariamento sulle discariche. Una scelta che ovviamente “depotenzierebbe” molto il ruolo della Contrafatto stessa in assessorato.
Un malumore però smentito dalla diretta interessata: “Con il presidente Rosario Crocetta – ha detto a Livesicilia l’assessore Contrafatto – non c’è alcun attrito, né sul tema rifiuti, né su altro. Come governo siamo quotidianamente impegnati a fronteggiare l’emergenza per dare risposte ai siciliani”.
Una cosa però è certa. Il governo nazionale non ha ancora deciso se accogliere le richieste di commissariamento avanzate da Crocetta. Anzi. Sia Davide Faraone che Graziano Delrio stanno valutando pro e contro di questa scelta. Appare praticamente certo che di commissariamento non si parlerà prima dell’anno nuovo. E comunque, qualora il governo Renzi decidesse per l’accoglimento delle richieste di Crocetta, si tratterebbe di un commissariamento con compiti precisi e tassativi. Nessuna “carta bianca” al governatore sul tema dei rifiuti.
In questo caos, poi, è ancora da sciogliere il tema dell’eventuale addio di Marcella Castronovo, proprio nei giorni in cui si dovrà risolvere la questione precari degli Enti locali, oltre che accelerare sulla ormai surreale riforma delle Province. Di cui si è parlato ieri, in un affollato vertice di maggioranza. Anche lì, gli alleati hanno alzato le braccia: esercizio provvisorio. Mentre di Finanziaria si parlerà solo ad aprile. Nonostante il nuovo governo, i conti non tornano.
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17 Dicembre 2014, 06:00