A fuoco l'auto del vicesindaco |Lanza: "Non mi lascio intimidire" - Live Sicilia

A fuoco l’auto del vicesindaco |Lanza: “Non mi lascio intimidire”

Le indagini dei Carabinieri si muovono su due piste: raid vandalico o atto intimidatorio.

RANDAZZO – Atto intimidatorio o atto vandalico. Queste le due piste su cui indagano i Carabinieri della Compagnia di Randazzo, impegnati ad ascoltare testimoni e parti offese, dopo l’attentato incendiario alla macchina del vicesindaco Gianluca Lanza. Ad essere escluso con certezza solo l’incendio di natura accidentale, vista la presenza di una tanica di benzina vicino all’auto, una Citroen DS5, data alle fiamme nella notte tra sabato e domenica. Intorno alla tre un forte boato ha infatti svegliato il quartiere dove Lanza vive con la moglie e la figlia. Tra i primi a scendere in strada nel tentativo di spegnere il fuoco è stato lo stesso vicesindaco, aiutato dai vicini che, come lui stesso dice, “si sono subito prodigati per aiutarmi”. Ad intervenire sul posto anche i Vigili del Fuoco e i Carabinieri di Randazzo.

A poco più di ventiquattro ore dall’accaduto, il vicesindaco Lanza non nasconde come questo sia di certo “un brutto momento, perché mette ansia e preoccupazione a mia moglie, ai miei genitori. Queste sono cose – continua – che oltre a un danno materiale ti lasciano un profondo solco morale più difficile da superare”, eppure, dichiara con fermezza, “se cercavano di ottenere un effetto intimidatorio, hanno ottenuto un effetto contrario”. Attorno a lui si è stretta infatti tutta l’amministrazione randazzese e la cittadinanza, come testimoniano i numerosi messaggi di solidarietà postati sulla sua bacheca, per denunciare un atto “vile e vergognoso” che ha suscitato unanime “sdegno e amarezza”. Una rete che, nelle parole di Lanza, “mi riempie di orgoglio e mi dà la forza per superare i momenti difficili. Continuerò il mio lavoro, è un dovere verso la mia famiglia, verso mia figlia, verso i concittadini che stanno esprimendo solidarietà. Non possiamo dargliela vinta. Dobbiamo ristabilire la legalità”.

 

Parole di sostegno sono giunte anche dal primo cittadino, Michele Mangione, in questi giorni fuori sede per motivi istituzionali, che in una lettera indirizzata al suo vice ha scritto come “simili fatti, frutto dello sconsiderato clima di tensione che si sta respirando sempre più in questi ultimi tempi, specialmente nei confronti degli amministratori che vogliono far crescere le loro comunità nella più piena legalità vanno subito denunciati, isolati e condannati: la società civile non può affatto accettarli in alcun modo. E noi, come comunità randazzese, non li accettiamo e fermamente li condanniamo”. “Vigliaccate del genere – continua Mangione – non ci intimidiscono affatto, ed anzi ci convincono sempre più a continuare nel nostro percorso di legalità, correttezza e trasparenza in ogni nostro atto amministrativo, in ogni campo ed in ogni settore. Se qualcuno pensa di fermarci sappia di essere su di una pista totalmente sbagliata”.


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