A Gela niente blocchi ma si studia |per evitare la Cassa integrazione

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18 Aprile 2012, 11:11

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Non ci sono stati i temuti blocchi ai cancelli del petrolchimico di Gela, stamani, per protesta contro la decisione dell’Eni di fermare per un anno due linee di produzione e di collocare in cassa integrazione per lo stesso periodo 800 lavoratori (500 del diretto e 300 dell’indotto) a causa del surplus di produzione in Italia. Le maestranze sono entrate regolarmente, mentre i sindacati proseguono i loro contatti con il mondo politico, le amministrazioni e le altre categorie produttive.

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Il consiglio comunale di Gela, ieri sera, ha trasformato la prevista seduta in tavolo permanente di confronto in municipio sullo stato di crisi del petrolchimico. I consiglieri comunali dicono “no” alla cassa integrazione e hanno rinunciato al gettone di presenza della seduta in segno di solidarietà con i lavoratori. Stamani, il sindaco incontrerà i dirigenti sindacali della fabbrica per fare il punto della situazione e concordare una strategia comune in difesa degli assetti produttivi e occupazionali del territorio nonché degli investimenti sulla raffineria annunciati da tempo dall’Eni e non ancora realizzati. Il segretario regionale degli edili della Cgil, Ignazio Giudice, ricorrendo a una metafora, paragona in una nota l’Eni a un cattivo medico che impone al petrolchimico una dieta inaccettabile perché mortale: “Non vogliamo partecipare – avverte il dirigente sindacale – al funerale dell’indotto”.

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18 Aprile 2012, 11:11

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