31 Agosto 2009, 14:27
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In questo caso si può proprio dire: è il luogo a fare la differenza. Per superare i test d’ingresso alle varie facoltà, la preparazione non basta. Ciò che occorre, infatti, è anche saper scegliere, da fini statisti, le sedi cosiddette “facili”. Ossia quelle con il minor numero di aspiranti “dottori”. Quindi meglio evitare il Sud dell’Italia. Palermo, ad esempio, secondo una classifica pubblicata oggi da Il Sole 24 Ore, è tra le università più difficili per l’accesso al corso di Scienze della formazione. A parlare sono i numeri: 107 posti a disposizione per il 2009. Quante le domande? Tra il 2006 e il 2008, 1.173, con un rapporto del 9% circa di ammissioni, contro l’85% della Cattolica di Brescia o il 77% della Cattolica di Milano.
L’analisi delle possibilità di successo sede per sede diventa quindi più che un gioco statistico. Le prove infatti sono uguali dappertutto e si svolgono in contemporanea, ma le graduatorie sono stilate dalle singole facoltà che non comunicano tra di loro. Ogni anno, quindi, molti studenti fermati ai cancelli dei test scoprono che la loro prova, senza cambiare neanche una virgola, sarebbe passata in qualche altro ateneo dove il rapporto tra numero di posti e candidati era più favorevole o la media delle risposte si è rivelata meno brillante. Un paradosso che ha alimentato il dibattito sull’opportunità di inserire una graduatoria redatta su scala nazionale, così da prendere davvero i migliori. Ma come è possibile scovare le facoltà più abbordabili? In genere, sempre secondo statistica, sono le facoltà del Nord, dove una rete universitaria più fitta assorbe meglio la domanda e offre un maggior numero di posti disponibili. L’importante in questo caso non è partecipare, ma entrare. Fate voi i calcoli.
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31 Agosto 2009, 14:27