20 Ottobre 2010, 13:42
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“Sono fiduciosa. Credo nel lavoro degli inquirenti. Stanno agendo con cautela e con precisione. Prima o poi si arriverà a un punto. Ma in città, tra i colleghi e non solo, avverto rassegnazione. Nessuno ci crede davvero. Nessuno pensa che alla fine gli assassini saranno assicurati alla giustizia”. A otto mesi dall’omicidio del padre, il penalista ed ex deputato Enzo, Marzia Fragalà torna a parlare: lo fa in un’intervista esclusiva rilasciata a Roberto Puglisi per “S”, il magazine che guarda dentro la cronaca, in edicola da sabato 23 ottobre, nella quale la figlia dell’avvocato ucciso accanto al tribunale di Palermo parla del delitto come di “un avvertimento, una minaccia, un antipasto di violenza”. Un omicidio legato, secondo Marzia Fragalà, all’attività del padre: “Siamo in presenza di un’esecuzione organizzata con un probabile mandante. La mafia, certo. Mio padre avrà forse dato fastidio a qualcuno. Però ci potrebbe essere altro”.
Nel frattempo, la figlia di Enzo Fragalà si è sposata: “A luglio, al mio matrimonio – spiega – abbiamo avvertito tanto l’assenza di papà. Aveva preparato ogni particolare con cura. Sarebbe stato il protagonista splendido e assoluto delle mie nozze, che sognava come un bambino, per quella sua naturale capacità di farsi volere bene”. Adesso, però, Marzia non si rassegna: “C’è sempre speranza – dice – Dobbiamo reagire, non è giusto accettare l’idea dell’impunità, il ritratto della nostra Palermo in mano ai violenti senza riscatto e senza rimedio. Dobbiamo credere che non sarà così, che le cose andranno diversamente. Io porto i fiori ogni giorno sul luogo del delitto e non mi rassegno. Io reagisco”.
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20 Ottobre 2010, 13:42