“A scuola con le coperte” | Protestano gli studenti del Cassarà

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04 Marzo 2013, 16:12

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PALERMO – “Non abbiamo il gesso, non abbiamo la carta per fare le fotocopie, non abbiamo nemmeno i riscaldamenti che funzionano. Abbiamo passato un inverno al gelo. Eravamo costretti ad andare a scuola con le borse d’acqua calda e le coperte”. Queste le parole di Luca Borgese, rappresentante degli studenti del liceo Ninni Cassar°, che stamattina sono scesi in piazza in segno di protesta.

Gli studenti che hanno percorso via Libertà e si sono fermati davanti il palazzo della provincia in via Maqueda, attendono risposte da Giovanni Avanti presidente della provincia di Palermo, che aveva precedentemente promesso ai ragazzi di porre fine a questi problemi.

“Siamo venuti già una volta qui davanti la sede della provincia per un sit-in e abbiamo ottenuto un incontro con il presidente della Provincia che è venuto con idraulici e falegnami a constatare i problemi della scuola – ha continuato Luca Borgese – Ha visto la situazione insostenibile e ci aveva promesso di risolvere i problemi entro fine febbraio. Adesso siamo a marzo e nulla è cambiato. Noi siamo scesi in piazza perché ci sentiamo presi in giro. Non possiamo nemmeno fare i compiti in classe perché ci manca la carta per le fotocopie. Questa situazione è vergognosa. Noi chiediamo non parole, ma degli interventi tempestivi. Abbiamo passato un inverno al freddo”.

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“Il liceo Ninni Cassarà è una scuola provinciale che attualmente si trova in un processo di statalizzazione – ha affermato Ornella Vaiozzo, una studentessa del liceo – Il presidente, quando era venuto a fare il sopralluogo a scuola ci aveva promesso di sistemare la struttura, ma ancora non è stato fatto nessun tipo di lavoro. Noi adesso abbiamo bisogno di avere delle risposte. Lui ha promesso tante cose ma la situazione è rimasta sempre la stessa”.

Gli studenti si sono fermati davanti la sede della provincia per avere un incontro con il presidente, che però questa mattina, non era in sede. “Continueremo a manifestare fino a quando non ci ascolteranno” ha concluso Borgese.

 

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04 Marzo 2013, 16:12

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