A scuola da Marino | Il gioco offensivo di De Zerbi

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06 Settembre 2016, 08:30

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PALERMO – Un lombardo a Palermo, quattro anni dopo quella stagione in cui da questa regione d’Italia arrivarono gli allenatori che, di fatto, portarono i rosa verso la salvezza anticipata, ovvero Devis Mangia e Bortolo Mutti. Adesso tocca a Roberto De Zerbi, ancora non ufficializzato ma di fatto già in sella: spazio al ragazzo arrivato da Brescia per provare a rimettere in carreggiata una barca che per il momento naviga molto a vista. Un personaggio decisamente nuovo per il panorama della serie A, almeno per quanto riguarda la guida tecnica di una squadra. Certamente non è uno sconosciuto, avendo calcato importanti campi d’Italia e d’Europa per oltre dieci anni, spaziando tra la serie C2 e la Champions League. E non è nemmeno un volto nuovo per il calcio siciliano, essendo stato tra i protagonisti della splendida cavalcata del Catania, che nell’estate del 2006 tornò in serie A sotto la guida di Pasquale Marino.

Già, quel Pasquale Marino che rappresenta probabilmente il modello principale sul piano della guida tecnica, della gestione di un gruppo, dello schieramento in campo degli undici e degli schemi da far eseguire in partita. Roberto De Zerbi si è innamorato – calcisticamente parlando – del mister marsalese già durante la bella esperienza di Foggia, dove i due si conobbero e divennero i simboli della squadra che, quattordici anni fa, tornò in serie C1, prima di ritrovarsi un paio di stagioni più tardi ad Arezzo, questa volta in serie B. 27 presenze e 4 reti per il folletto bresciano al termine di una stagione conclusa con una salvezza tranquilla, ma che è valsa per Marino la chiamata del Catania di Pulvirenti. E in cima alla lista dei probabili acquisti proposti dal mister siciliano, per comporre una rosa che avrebbe dovuto portare alla promozione, non c’era alcun dubbio che ci fosse proprio De Zerbi. Lui, Del Core e Spinesi per comporre un tridente magico, capace di scardinare tutte le difese cadette, fino alla conquista della serie A. Napoli e Cluj, in Romania, saranno forse le due tappe più importanti sul piano della grandezza della piazza e del peso delle gare giocate.

Ma non c’è dubbio sul fatto che le esperienze in rossonero pugliese, in amaranto toscano e in rossoazzurro etneo abbiano segnato ciò che è attualmente il De Zerbi allenatore. Un mister che mette in campo le proprie squadre secondo un 4-3-3 molto simile, per idee e approccio, a quello in cui era un semplice ingranaggio delle squadre guidate da Marino. Una difesa solitamente molto alta e con due centrali capaci di sostituirsi, in caso di necessità, al playmaker basso in fase di prima impostazione del gioco, e con due terzini abili nel fare la doppia fascia e nell’andare sul fondo. E nel caso del Palermo 2016/2017, giocatori come Rispoli e Aleesami potrebbero essere ulteriormente valorizzati. Il centrocampo sarà il consueto mix, almeno richiesto dal tecnico, di tenacia e piedi buoni: a Bruno Henrique il compito di manovrare il ritmo, per Hiljemark ci sarà nuovamente la possibilità di tentare i suoi proverbiali inserimenti, mentre Gazzi e Chochev si giocheranno il ruolo di guastatore della manovra.

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L’attacco, neanche a dirlo, sarà il reparto cruciale per gli eventuali successi del nuovo Palermo. Del fatto che il mercato estivo abbia reso più debole il ruolo di centravanti si è già abbondantemente parlato, anche se Nestorovski – a dire il vero – non ha avuto un singolo pallone giocabile nel cuore dell’area nelle prime tre gare ufficiali dei rosa. Con un gioco un po’ più votato all’attacco, anche i componenti del tridente potranno giovarne nelle loro prestazioni, che andranno inevitabilmente a influire sulla prova complessiva. E così anche il centravanti macedone potrà ricevere più palloni in mezzo all’area, provando a ripetere quanto fatto in quel di Foggia da Pietro Iemmello, che è stato anche uno degli ultimi obiettivi del mercato estivo palermitano. Per il centravanti di Catanzaro 40 reti in 67 gare disputate con i satanelli, di cui è diventato terminale offensivo implacabile, grazie anche alla presenza di giocatori che si sono susseguiti al suo fianco in queste due annate, come Roberto Insigne, Chiricò (in gol a Siracusa proprio in queste ore) e Sarno. Stessa cosa che si potrebbe vedere con un Diamanti più compassato ma certamente più fantasioso, e con veri e propri velocisti come Embalo, Sallai o Bentivegna.

Il regno di Roberto De Zerbi, fatto di fantasia, possesso palla e imprevedibili giocate in velocità, inizierà sabato sera e con un duro ostacolo chiamato Napoli davanti a sè. Dopodichè, la giostra di “Dezerbilandia”, com’è stata ribattezzata Foggia nel biennio con il bresciano in panchina, potrebbe finalmente iniziare a girare. A meno di nuovi e poco costruttivi ribaltoni.

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06 Settembre 2016, 08:30

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