09 Febbraio 2014, 12:21
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CATANIA. Il comunicato diffuso dal gruppo “A sostegno di una fede”:
“Crediamo sia arrivato il momento di fare chiarezza e utilizzare tutti i mezzi necessari per esprimere la nostra posizione ferma sulla situazione attuale della nostra squadra. Il momento delicato che il Catania sta attraversando è sotto gli occhi di tutti e desideriamo sgomberare il campo dagli equivoci e dalle polemiche pretestuose di chi non capisce o finge di non capire le scelte prese dalla Curva di cui ci onoriamo di far parte.
Ci troviamo nostro malgrado nella necessità di ribadire che lo strumento della contestazione altro non è che la normalissima conseguenza dei risultati espressi dal campo. La nostra è una semplice e schietta valutazione dell’operato della società: così come, il movimento ultras ha sempre affrontato le conseguenze delle proprie azioni, pensiamo sia ovvio che i vertici della società debbano confrontarsi con il giudizio su quanto fatto finora in campionato. È, allo stesso modo, altrettanto ovvio che le risposte giunte sin qui a giustificare i mancati risultati appaiano vaghe e aleatorie e il rendimento della squadra non possa certo dipendere dalla sfortuna, ma da scelte totalmente inadeguate. Cosa ancor più grave, la possibilità di rimediare a questa mancanze con un deciso intervento nel mercato di riparazione si è tradotta in un inspiegabile nulla di fatto. Siamo fermamente convinti che la mancanza di risposte effettive costituisca un’enorme mancanza di rispetto per i colori rossazzurri e per la città. Se è vero che il presidente di una squadra di calcio è un imprenditore, è ancor più vero che sotto il vulcano nessuno può permettersi di considerare la nostra squadra come una qualsiasi attività commerciale, come una catena di supermercati o come una compagnia aerea.
L’amore per i nostri colori non può fallire e non può essere dismesso perché, come la storia gloriosa di questi colori insegna, i presidenti passano ma l’orgoglio rossazzurro resta. Una fede che ci ha sempre guidato, a prescindere dalla categoria, dal blasone degli avversari e dai nomi stampati sulle maglie, un sostegno incessante e libero dalle logiche dei favori e dalla servitù di compiacere questo o quel presidente. Proprio perché siamo sempre stati al fianco della nostra squadra rivendichiamo fieramente il diritto a contestare quando è necessario e giusto farlo. Una contestazione che non è mossa dalla paura di perdere la massima serie, perché abbiamo urlato a squarciagola sui campi del CND come su quelli delle squadre plurititolate, ma perché abbiamo sempre posto il bene della squadra al di sopra di ogni cosa.
Il patrimonio non è la Serie A, il vero patrimonio è la storia dei nostri colori che ci rivendichiamo orgogliosamente tutta, dalle serie infime ai grandi palcoscenici. Siamo anche convinti che uno stadio come il Massimino e una tifoseria come quella rossazzurra meritino il calcio ai massimi livelli e che la serie A sia diventata simbolo di riscatto per una città sofferente in cui i catanesi tutti i giorni si trovano a lottare contro la retrocessione della qualità della vita, contro la mancanza di lavoro e prospettive.
È per questo che lottiamo ed è per questo che faremo il nostro compito fino alla fine: essere dove siamo sempre stati e sempre saremo, a sostenere, cantare, contestare, fischiare, applaudire fino al triplice fischio la nostra squadra, la nostra maglia, orgoglio e amore della nostra città”.
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09 Febbraio 2014, 12:21