Abusi su bimba di 10 anni, botte al fratellino: patrigno in manette - Live Sicilia

Abusi su bimba di 10 anni, botte al fratellino: patrigno in manette

L'uomo è accusato di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni
PROVINCIA DI AGRIGENTO
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Un inferno da quando aveva soltanto dieci anni. Attenzioni proibite culminate in violenza sessuale. E botte, autentiche punizioni fisiche, nei confronti del fratello della piccola da quando lui di anni ne aveva otto. Una “prigione” domestica – fisica e psicologica – quella che è stata scoperta dai carabinieri in provincia di Agrigento che hanno arrestato un quarantenne attualmente affidato in prova ai servizi sociali dal tribunale di Sorveglianza dopo una condanna per violenza privata. LEGGI ANCHE: Orrore in rete, bimbi abusati, 13 arresti

La custodia cautelare in carcere nei confronti del patrigno dei due ragazzini è stata eseguita dai militari dopo l’attività investigativa. L’uomo è accusato di violenza sessuale su minore, maltrattamenti in famiglia e lesioni. Le indagini sono iniziate a metà agosto quando una adolescente dell’Agrigentino, con meno di 16 anni, ha chiesto “aiuto” ai carabinieri denunciando soprusi e violenze.

L’orrore nel racconto delle vittime

E sono racconti dell’orrore, quelli delle giovani vittime agli inquirenti. Il bambino, è emerso dalle indagini e dalle sue dichiarazioni, sarebbe stato picchiato e sottomesso al punto di credere di meritare le punizioni fisiche inflittegli: “…. quando faccio cavolate, ma per me questo non è normale” ha detto agli investigatori spiegando che le botte erano “forti, ma non esagerate”. I due fratelli hanno riferito che il patrigno brandiva un tubo di gomma per picchiarli. “La ragazzina ha subito anche percosse da parte del patrigno – ha spiegato il capitano Luigi Pacifico – che esercitava uno ‘Ius corrigendi’ particolare: chiudeva i ragazzini in casa, non facendogli frequentare i coetanei. Alla ragazzina, in una occasione, distrugge il telefono cellulare e poi quando ne abusa promette di ricomprarglielo”.

Le ferite e le corse in ospedale

La piccola, per le percosse, è stata due volte in ospedale dove ha raccontato d’essere caduta e d’aver avuto incidenti domestici. Poi, però, dopo gli abusi, ha raccontato tutto ai carabinieri. L’uomo avrebbe – secondo i carabinieri – ha costruito una “prigione” domestica fisica e psicologica, con l’imposizione del silenzio sulle sue condotte e con una serie di vessazioni come il divieto di frequentare i coetanei. Ma c’erano anche, secondo l’accusa, lunghi periodi di punizione che i bambini erano costretti a trascorrere chiusi in casa e, per la ragazzina, il divieto di indossare la minigonna e di truccarsi. L’indagato è stato condotto in carcere. Sulla mamma dei due fratelli è ancora in corso un’attività investigativa. Pare che la donna sapesse, ma per “non far saltare in aria la famiglia” non avrebbe denunciato, prendendo come precauzione il non lasciare da sola la figlioletta. I ragazzini sono stati trasferiti in una struttura protetta.

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