Accesso diretto per il boss Aiello| alla segreteria di Angelo Lombardo

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31 Marzo 2010, 10:02

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“Ci sono affari in corso di grandi proporzioni” ha detto il boss catanese Vincenzo Aiello ai suoi che gli proponevano di scatenare una guerra contro gli altri clan che hanno preso possesso dei quartieri e dello spaccio di droga. Secondo gli inquirenti erano proprio gli affari in ballo con Angelo e Raffaele Lombardo, nella segreteria politica del primo, infatti, Aiello – erede del potere della storica famiglia dei Santapaola – era di casa. I carabinieri del Ros, infatti, lo intercettano anche lì, mentre parla di voti, affari e favori.

Angelo Lombardo, deputato e fratello del governatore

Le richieste di Aiello – scrive l’edizione odierna del quotidiano Repubblica – venivano girate al governatore siciliano che da quando è stato eletto alla poltrona più importante di palazzo d’Orleans, ha alzato un “muro” nelle sue comunicazioni, tanto che la sua voce non si sente in alcuna intercettazione e i boss si lamentano di questo “cortocircuito”.

Le intercettazioni di Aiello sono poi incrociate con le dichiarazioni di due pentiti. Si tratta di Eugenio Sturiale, uomo di punta del clan Ercolano-Santapaola, la cui attendibilità è già stata testata dai pm catanesi che lo hanno fatto testimoniare al processo contro Sebastiano Scuto, il “re” dei supermercati considerato il riciclatore dei denari di Santapaola. Alle sue dichiarazioni si aggiungono quelle – datate – di Maurizio Avola che aveva già chiamato in causa il presidente della Regione.

Secondo il pentito, il governatore era il “medico” di Nitto Santapaola (così – dice – gli fu presentato). A fine anni ’80 l’avrebbe visto arrivare a San Giovanni La Punta su una Lancia Delta blu, a casa di un falegname che ospitava il boss. Molti anni dopo, nel 2007, in una trasmissione televisiva l’aveva riconosciuto. “Anch’io – racconta Avola – avevo un’auto come quella e quando i miei amici la videro ferma con una donna che cercava di cambiare una ruota pensarono che sfosse mia moglie e si fermarono. E invece era la moglie di Lombardo”.

L’inchiesta della procura di Catania coinvolgerebbe quasi 70 persone tra cui un deputato regionale, Giovanni Cristaudo, da poco approdato alla corte di Gianfranco Micciché e del suo “Pdl Sicilia”. Le indagini sono partite per far luce su fatti di mafia e lo scorso ottobre hanno portato all’arresto Vincenzo Aiello a Belpasso, nel catanese.

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31 Marzo 2010, 10:02

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