29 Gennaio 2015, 12:35
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CATANIA. Acciaierie di Sicilia: tavolo tecnico con l’assessore regionale. I lavoratori del colosso siderurgico, in sit-in davanti alla prefettura, attendono l’esito della riunione congiunta tra i sindacati e l’assessore alle attività produttive, Linda Vancheri. Come richiesto da mesi, finalmente la Regione inizia a mettere mano ad una delle vertenze più complesse del momento. La vita di Acciaieria di Sicilia e il futuro dei suoi duecento dipendenti sono appesi a un filo. La produzione è infatti in caduta libera, non solo per via della congiuntura economica sfavorevole e per la crisi del settore. Ci sono due fattori scatenanti, più volte denunciati dalle sigle sindacali e dai vertici aziendali: il costo esoso dell’energia elettrica in Sicilia e la difficoltà nel reperire materie prime a prezzi di mercato. Le aziende isolane, infatti, spendono più per l’energia elettrica per via “di un increscioso gap di costi che esiste tra il nord e il sud del nostro paese e tra l’Italia e il resto d’Europa”.
Un’azienda catanese spende, a conti fatti, quasi il doppio di quello che paga un’azienda bresciana per via dei costi di trasporto su rete. A questo problema, non da poco per una acciaieria, si sommano gli effetti di una sorta di giungle legislativa sorda alle direttive europee in termini di materie prime. “L’assenza di materie prime e la vendiata di questa a prezzi non di mercato segna la fine di un’azienda come questa. Se il materiale lo trovi a prezzi esagerati sei costretto a non prendere commesse legate all’export”, spiega il segretario della Fiom etnea Stefano Materia. Una criticità che pesa moltissimo alla luce del fatto che in questa fase il mercato interno è bloccato. La progressiva diminuzione dell’afflusso di rottame, scesa a 700 tonnellate al giorno contro un fabbisogno di 1800, non è poca cosa, una situazione che si è via via acuita soprattutto dopo la costruzione di una piattaforma logistico/indistriale nel porto di Augusta che, da quanto denunciato dalle sigle sindacali, garantirebbe “un vantaggio competitivo” ad alcuni soggetti privati. Un vantaggio legato al mancato passaggio attraverso sue tappe della filiera. Dopo le sollecitazioni dei mesi scorsi qualcosa sembra muoversi almeno rispetto al secondo problema individuato.
Il tavolo tecnico previsto per questa mattina dovrebbe ruotare intorno a possibili soluzioni per “regolamentare” la filiera di materie prime. “Questo vantaggio – scrivono i vertici aziendali- si è tradotto in un immediato e rapidissimo sviluppo del traffico del rottame a discapito di AdS che, nel giro di qualche mese, ha visto dimezzarsi l’arrivo di rottame”. Spetta dunque alla Regione creare regole certe, questo il senso del regolamento al centro della discussione odierna. “Mi auguro al di là del testo scritto oggi venga fuori un’idea di come attuare questo regolamento e di come mettere in piedi un sistema che funzioni realmente, in grado di obbligare tutti a stare dentro quella filiera di legalità”, afferma Materia. Una speranza condivisa dai lavoratori in presidio che si attendono “un passo avanti”.
AGGIORNAMENTO. Nulla di fatto. Quella che doveva essere la “riunione chiave” per la risoluzione della vertenza “Acciaierie di Sicilia”, quella dove finalmente la Regione avrebbe dato seguito alle promesse dei mesi scorsi, si è conclusa con una fumata nera. I rappresentanti sindacali si sono trovati di fronte all’ennesimo ritardo. La giunta Crocetta, infatti, non ha ancora approvato il regolamento sulle norme di rottamazione delle materie siderurgiche, impedendone così l’avviamento dell’attuazione vera e propria, previo confronto con i rappresentanti dei lavoratori.
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29 Gennaio 2015, 12:35