Catanoso lancia la crociata della "tettoia" |Barbagallo: "Nessun abuso, solo difformità" - Live Sicilia

Catanoso lancia la crociata della “tettoia” |Barbagallo: “Nessun abuso, solo difformità”

Dopo mesi di volantinaggi, lettere anonime e accuse al vetriolo. Tutti i segreti della tettoia della discordia.

ACIREALE, OPERAZIONE VERITA'
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ACIREALE- Venti paginette firmate da Salvatore Pulvirenti, dirigente comunale dell’Urbanistica, hanno reso incandescente gli ultimi giorni di campagna elettorale per il ballottaggio. L’eterno scontro tra Nicola D’Agostino e Basilio Catanoso passa, stavolta, da una tettoia realizzata dall’aspirante primo cittadino Roberto Barbagallo (vicino a D’Agostino), finita al centro di una conferenza stampa organizzata da Catanoso (che sostiene l’altro aspirante sindaco Michele Di Re).

Il deputato di Forza Italia ha sostenuto, pubblicamente, e per questo è stato querelato dal team di legali di D’Agostino e Barbagallo, che la tettoia, “realizzata su un palazzo abusivo”, sarebbe anch’essa “abusiva” e per dimostrarlo ha diffuso un’ingiunzione “alla demolizione” firmata da Pulvirenti il 5 febbraio del 2014.

Recita il documento: “Sul terrazzo posto al terzo piano dell’edificio oggetto del presente accertamento si rileva l’avvenuta realizzazione di una tettoia avente struttura portante lignea e superficie di circa 50 metri quadrati”. Il manufatto è grande 50 metri quadrati e sarebbe più alto di “circa 30 cm rispetto al preesistente locale”, elemento ritenuto “falso” dai consulenti di Barbagallo che confermano di essersi attenuti alle prescrizioni della Soprintendenza secondo cui l’altezza della tettoia doveva essere la stessa “del corpo di fabbrica vicino così da uniformarlo ad esso”.

L’ingegnere comunale Pulvirenti rileva che una parte della tettoia sarebbe parzialmente chiusa: ad Est “da pannelli in truciolare di legno”, a Sud da un “muretto con predisposizione per impianti idrico ed elettrico”. Sulla terrazza è presente anche un pergolato in legno “di circa 25 mq”.

“NON E’ UNA CASA”. Secondo il team di architetti, ingegneri e avvocati radunati da Barbagallo durante l’incontro con LivesiciliaCatania, l’interno della tettoia, anche la parte con predisposizione di “impianto idrico ed elettrico”, di cui parla l’ingegnere Pulvirenti, non rappresenta alcuna “cubatura” in più, cioè non si tratterebbe di un nuovo vano celato da una tettoia, come sostiene il dirigente comunale sollevando dubbi sulla “precarietà” delle strutture. L’unico elemento che confermano gli esperti di Barbagallo è la “difformità” – di cui parla Pulvirenti – rispetto al provvedimento autorizzativo della tettoia che doveva essere realizzata, per supportare pannelli fotovoltaici, “con struttura smontabile in acciaio”. La difformità scaturirebbe da un “refuso” , cioè originariamente il progettista avrebbe sbagliato a indicare i materiali da utilizzare.

L’INCOGNITA. La differenza tra abuso e difformità non è solo terminologica. Se c’è l’abuso c’è il reato, se c’è la difformità si paga una sanzione. L’elemento chiave della “tettoia” della discordia non è rappresentato dalla tettoia, ma da una veranda che si trovava alle spalle della tettoia che è stata trasformata in un “manufatto in muratura – scrive il dirigente del Comune – all’interno del quale si accerta la predisposizione di impianto elettrico e idrico per la successiva, verosimile, realizzazione di nuovi servizi igienici”. Gli esperti di Barbagallo ritengono di essere in possesso di un vero e proprio asso nella manica: dopo l’ingiunzione alla demolizione del 4 febbraio 2014, lo stesso dirigente dell’Urbanistica Salvatore Pulvirenti, ha firmato, l’8 aprile 2014, una concessione edilizia in sanatoria che riguarda tutto il palazzo dei parenti di Barbagallo, dal piano interrato al terzo piano, dove c’è la tettoia. Secondo gli esperti dell’aspirante sindaco, la veranda trasformata in bagno rientra nella sanatoria e quindi non c’è alcun abuso edilizio. La tettoia in ogni caso resterebbe fuori dalla sanatoria e le difformità – riconosciute dai tecnici di Barbagallo – sarebbero già in corso di regolarizzazione con una sanzione pecuniaria.

Ma allora è vero che la tettoia è stata realizzata su una casa “abusiva”? Tecnicamente sì. La casa non è di Barbagallo, ma di alcuni parenti che l’hanno iniziata a realizzare addirittura nel 1971. Per il palazzetto sono state richieste ben 3 sanatorie nel 1986, 1987 e 1995. Per l’arrivo della concessione edilizia sono stati necessari 20 anni dall’ultima istanza presentata. E a firmarla, l’8 aprile del 2014, è stato lo stesso dirigente che due mesi prima aveva ordinato la demolizione del fabbricato. E l’ha firmata agli albori della campagna elettorale. Resta la tettoia “difforme” e, se come hanno assicurato i tecnici di Barbagallo, il bagno rientra nella sanatoria, non ci sarà alcun abuso. Se a tutto questo aggiungiamo l’eterno scontro tra Catanoso e D’Agostino, condito da volantinaggi, lettere anonime e dossier, ecco perché la temperatura è incandescente ad Acireale e la partita del voto di domenica, con il conseguente responso delle urne, segneranno l’inizio di una nuova guerra.

 

 


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