29 Marzo 2014, 09:00
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ACIREALE – “A marzo del 2014 stiamo ancora parlando del depuratore, e lo stiamo facendo da circa trent’anni” – è questo l’esordio del vice presidente del consiglio acese Nando Ardita durante l’ultima seduta al cospetto della giunta consiliare. Individuare una zona di collocazione per il depuratore consortile acese assomiglia sempre più ad una favola, esistono tutti i presupposti per un lieto fine, ma, ogni volta, qualcosa non quadra, rimandando all’infinito ciò che agli occhi di molti sembra semplice, a sprazzi scontato.
“A questo punto arriviamo al dunque, al nocciolo della situazione: per quale sacrosanto motivo – dice Nando Ardita – c’è venuto in mente, a noi consiglieri, di pensare al sito di Pantano D’Arci? La risposta è semplice, perché Aci Castello ci ha chiesto di estrapolare una parte di Capo Mulini per andare a confluire i reflui a Pantano D’Arci”. Nei giorni scorsi, proprio Marino, assessore regionale per l’energia e i servizi di pubblica utilità ha affermato: “E’ questo il primo concreto passo per il pieno ripristino nella provincia di Catania, del rispetto delle regole secondo le normative comunitarie a salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica”.
E Acireale? Ma andiamo con ordine. Da anni, ad Acireale, si discute di una possibile collocazione del depuratore consortile. Via Volano prima, contrada “Femmina Morta” poi, ma nessuna di queste zone è risultata idonea riguardo ai lavori. Per quanto riguarda il sito di Femmina Morta, il parere negativo arriva direttamente dall’ufficio tecnico dopo uno studio di fattibilità. Via Rocca di Volano, ancora peggio.
E’ notizia di poche settimane fa, da parte della Soprintendente Regionale ai beni culturali, Fulvia Caffo che – “L’area rientra nella recente perimetrazione del nuovo Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci, che è in corso di decretazione, sapere che proprio all’interno di quest’area dovrebbe essere insediato un impianto di siffatta natura, credo che sia incompatibile con le finalità del parco. Non dobbiamo dimenticare che quest’area è immediatamente attigua alla Riserva della Timpa ed immediatamente vicina e limitrofa alla Riserva Marina Isola Lachea e quindi non posso che manifestare, esprimere e sottolineare l’incompatibilità che un impianto di depurazione di siffatta natura, abbia con le finalità di questo Parco”.
E allora? Dove s’ha da fare codesto depuratore consortile? Tanti gli incontri con Bianco e l’Assessore ai lavori pubblici Luigi Bosco. Disponibilità massima all’inizio, dopo, la chiusura. “I lavori arrecherebbero disagi ai cittadini catanesi è stato detto – conclude Ardita – tutto ciò ha dell’incredibile, si spera in un maggior ruolo dei consulenti del Ministero, in un ottica di più ampia verifica di tutte le soluzioni praticabili e percorribili ed in una visone d’insieme dei progetti esistenti, una soluzione che metta finalmente fine a questa storia infinita, la soluzione del conferimento dei reflui a Pantano D’Arci era ed è l’unica soluzione”.
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29 Marzo 2014, 09:00