08 Maggio 2014, 14:56
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CATANIA – I club service acesi interpellano i sette candidati sindaco di Acireale. Il tema è dei più urgenti: lo sviluppo. Una tavola rotonda serrata, scandita secondo i più rigidi tempi televisivi. A volerla sono appunto le sezioni acesi di Lions e Rotary. A organizzare c’è l’economista Rosario Faraci. L’incontro si è svolto ieri nella sede operativa del Credito siciliano, in una cornice carica d’istituzionalità hi-tech. Diretta streaming annessa. “Non poteva esserci sede migliore di questa”, saluta Saverio Continella, direttore generale.
L’allusione non è alla funzione specificatamente economica delle banche. Ma a un indirizzo preciso: il Cs è titolare, infatti, della tesoreria del Comune. “Acireale – spiega – non è in dissesto. Questo è positivo. Poi, però, c’è tutto da migliorare. La ricetta che proponiamo – continua Continella – si basa sul rigore e sul rispetto delle regole. In altri termini: la semplicità”. L’esempio offerto è sulla punta delle dita: “A piazza Duomo abbiamo voluto che la nostra filiale sia aperta fino alle 20.00. Questo vuole essere un segnale in favore del lavoro”.
Anche i club non si sottraggono alla implementazione d’idee. “Le poche risorse a disposizione – spiega Mario Scandura del Lions – devono essere adoperate per progetti che abbiano ricadute positive sul territorio. Due su tutti: lanciare l’idea della ‘Città della carta pesta’ e costruire finalmente un Campus Polisportivo”.
Ingredienti utili, sì, ma ciò che interpella i candidati sono le linee d’indirizzo politico. Per Michele Alì, esponente navigato della sinistra acese, la “città può essere bella solo se si riconnette al principio di legalità”. La pensa così anche il Cinque Stelle Salvo Raciti: “Bisogna puntare all’agricoltura, ma con una classe dirigente nuova e competente”.
Guardando all’eredità delle Terme, parte il disappunto di Marcello Monaco, sostenuto dalla lista Partecipazione popolare: “Il Sindaco non può altro che essere promotore del rilancio. Ma c’è il cordone ombelicale della Regione, finora fallimentare”. Guarda al turismo anche Mario Di Prima, che invoca la nascita di una vera e propria industria del settore, “ma bisogna sedersi tutti allo stesso tavolo”. Intanto Sebi Leonardi, candidato di area democratica, ricorda che Acireale offre già “quattro mila posti letto sul fronte alberghiero”.
È tutta questione di “marketing territoriale”, aggiunge il civico Roberto Barbagallo. Dove la voce turismo è declinata su tre linee: “culturale, religioso e naturale”. Immediata la formula di Michele Di Re, esponente del centrodestra: “Ridiamo il mare ad Acireale, riagganciamo la Timpa alla città. Facciamo più porti e apriamo le Chiese. Altrimenti – conclude con una battuta – i turisti troveranno solo i campanili da vedere”.
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08 Maggio 2014, 14:56