10 Settembre 2019, 12:11
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Carmelo Lo Monte ha lasciato il gruppo della Lega e si è iscritto al Misto. E la notizia, che arriva nel giorno in cui il Conte Bis ottiene la fiducia alla Camera, merita attenzione. Perché scorrendo la biografia del politico messinese, alla sua quarta legislatura, si colgono spesso i movimenti e le trasformazioni in atto nello scenario del Palazzo. Lo Monte aveva fatto il suo ingresso trai salviniani nell’ottobre 2017, aderendo a Noi con Salvini. Aveva giocato d’anticipo, acquisendo nelle praterie leghiste al Sud un ruolo di primo piano. Che gli aveva consentito di ottenere un buon piazzamento in lista alle Politiche, dove è stato eletto alla Camera in Sicilia orientale per i leghisti.
Al giro precedente, un altro trasloco last minute gli aveva aperto le porte di Montecitorio. Lo Monte, infatti, con il solito ottimo fiuto aveva aderito nel 2013 al piccolo partito di Bruno Tabacci, il Centro democratico, riuscendo a ottenere per ilrotto della cuffia il seggio alle elezioni di quell’anno. Nel corso della legislatura aveva poi lasciato Tabacci per passare al Partito socialista di Nencini per un breve periodo prima di puntare tutto sulla Lega.
L’elezione del 2013 era stata la terza alla Camera per Lo Monte, che nelle due legislature precedenti era approdato in Parlamento con l’Mpa di Raffaele Lombardo, negli anni d’oro del leader autonomista. Poi, quando il lombardismo aveva conosciuto un brusco tramonto, nel 2012 Lo Monte si era spostato sul centrosinistra che cominciava in quei mesi a Roma una lunghissima stagione di governo. Che per Lo Monte non si è quasi mai interrotta, visto che dal 2018 il messinese è stato parlamentare di maggioranza con la Lega. Che ora non è più al governo. E non ha più Lo Monte con sé. Perché dove c’è governo c’è Lo Monte. Era già accaduto alla Regione, quando il politico di Graniti, già Ppi e già Democrazia Europea, era stato al governo con Capodicasa (centrosinistra), Leanza (centrodestra), Cuffaro (centrodestra).
Dopo mesi di grande corsa a salire sul carro di Salvini, con tanta classe politica siciliana a fare anticamera dal senatore Candiani, a volte invano, per un posticino al sole, arriva quindi un primo segnale inverso. Con una discesa dal carro che fa rumore per chi mastica politica. I piani di chi aveva puntato tutto sul Capitano, anche nelle strette vicinanze di Palazzo d’Orleans, vanno ripensati.
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10 Settembre 2019, 12:11