20 Marzo 2015, 06:00
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*Aggiornamento ore 18.20
Approvata la manovra finanziaria. Il via libera a Catania, dove il governatore Rosario Crocetta, ha riunito la sua squadra per il via libera definitivo al testo, che lunedì sarà trasmesso all’Assemblea regionale per l’iter nelle commissioni parlamentari.
Soddisfatto Crocetta che parla di finanziaria “Sblocca Sicilia”. La manovra ammonta a circa 150 milioni di euro, contiene anche le norme sulla riduzione dei compensi dei consiglieri comunali che non potranno superare il 30% dell’indennità degli assessori, la soppressione degli Iacp e dell’Arsea, misure di sburocratizzazione. Per chiudere la quadra manca però l’accordo con lo Stato sulle questioni aperte nei tavoli istituzionali, dalla compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria alle materie fiscali. Su questo versante, la Regione punta a chiudere gli accordi già la prossima settimana, una partita intorno ai tre miliardi, fondamentale per chiudere il bilancio. “Abbiamo varato tutto – dice il governatore – c’è una parte che riguarda anche il personale della Regione”. In questo senso, la giunta ha approvato una direttiva che da’ mandato all’Aran di avviare il confronto con i sindacati sulla scorta del protocollo d’intesa firmato due giorni fa. “Se entro il 10 aprile saranno apportate modifiche e miglioramenti che potrebbero essere proposti dal tavolo sindacale, allora noi ci impegniamo a emendare in commissione o in aula le norme contenute nella finanziaria proprio per venire incontro alle necessità del dialogo che abbiamo con le parti sociali”, afferma Crocetta.
PALERMO – Il tempo stringe. E qualcosa manca ancora. Ma i contorni della Finanziaria del governo Crocetta adesso sono un po’ più nitidi. Dopo l’accordo siglato nella notte di mercoledì con (non tutti) i sindacati, la legge di stabilità si è alleggerita del “pacchetto” riguardante il personale pubblico. Tutto ciò che riguarda i permessi, la mobilità, i distacchi e i prepensionamenti dei regionali verranno discussi altrove. All’Aran. Entro quindici giorni bisognerà verificare l’esistenza di ipotesi “migliorative” che possano consentire la modifica delle norme sul pubblico impiego.
Ma il documento che la giunta potrebbe esitare proprio nella giornata di oggi, o nei primi giorni della settimana contiene diverse misure in qualche modo attese da tempo. Dalla chiusura degli Iacp alla riduzione del numero dei consiglieri comunali. Ma tra i tanti soggetti che vengono chiusi, ecco anche spuntare qualche organismo nuovo: come l’Ufficio che si occuperà della programmazione economica e che verrà creato all’interno dell’assessorato all’Economia. Un “duplicato” sotto certi aspetti rispetto al dipartimento della Programmazione. E un modo per togliere dalle mani del governatore la “titolarità” della spesa (il dipartimento guidato al momento da Vincenzo Falgares dipende infatti dalla presidenza della Regione).
Addio (finalmente) all’Arsea
Congelate, quindi, per il momento le norme che riguardano i prepensionamenti dei regionali, la mobilità, i permessi sindacali. Ma anche quelle relative ai Forestali. A proposito di agricoltura, però, il governo regionale pare si sia finalmente deciso ad abolire l’Arsea. Il più inutile degli enti inutili, teoricamente incaricato di facilitare i finanziamenti per gli agricoltori e servito solo a erogare indennità ai vertici amministrativi, verrà soppresso. Una decisione che, a dire il vero, il governatore aveva preso già molto tempo fa. In televisione. Poi ha riesumato l’Arsea, dando “mandato” all’allora assessore Dario Cartabellotta di spiegare i motivi di quel salvataggio persino a Sala d’Ercole. Motivi che ne celavano l’unica, reale motivazione: quell’ente era molto gradito agli autonomisti all’Ars, e in quei giorni la loro “benevolenza” era utile per far viaggiare senza troppi deragliamenti le varie manovre finanziarie. Prevista in Finanziaria anche la nascita dell’Aspa: l’ente che dovrà sostituire i diversi Istituti autonomi per le case popolari (decadranno così gli organi degli Iacp).
Dimagriscono i consigli comunali
La Finanziaria fissa i limiti per la composizione dei Consigli comunali: si andrà dai 10 consiglieri per i Comuni al di sotto dei tremila abitanti, fino ai 40 per i Comuni con una popolazione superiore ai 500 mila abitanti. Una composizione, però, che entrerà “a regime” in occasione della prima tornata elettorale utile (è il caso, ad esempio, delle prossime amministrative in Comuni importanti come Agrigento o Marsala). Confermati anche i tagli ai gettoni di presenza. La norma prevede la fissazione del gettone “massimo” e non “minimo” come prevede la legge vigente. L’ammontare del compenso però non può essere superiore a un terzo del compenso lordo mensile previsto per l’assessore dello stesso Comune. Lo stesso compenso verrà alleggerito in base alle assenze.
Gestione centralizzata degli acquisti
Una delle novità più importanti era stata annunciata fin dai giorni immediatamente successivi al suo insediamento in giunta, dall’assessore all’Economia Alessandro Baccei: con la Centrale unica degli acquisti, la Regione si pone l’obiettivo di abbattere i prezzi per l’acquisto di beni e forniture, finora gestiti dai singoli dipartimenti. Ma l’impatto di questa norma potrebbe essere enorme in un altro settore: quello della Sanità. Anche le aziende del Sistema sanitario regionale, al di là delle possibili convenzioni per specifiche forniture, dovranno acquistare tramite la Centrale unica.
Il (secondo) dipartimento Programmazione
Mentre nel “pacchetto regionali” saltato fuori dalla Finanziaria si prevedeva una serie di riduzioni di uffici, ecco spuntare a sorpresa un nuovo dipartimento regionale. Il Dpef (dipartimento per il controllo della spesa pubblica e per la programmazione economica) somiglia tanto al già esistente dipartimento alla Programmazione, che dipende direttamente dalla presidenza della Regione. Potrebbe rappresentare un “contrappeso” utile a togliere dalle mani del governatore l’esclusività nella gestione anche della programmazione comunitaria. Si aggiungerà ai due dipartimenti già esistenti all’Economia (la Ragioneria generale e il dipartimento Finanze).
Le partecipate? Se ne occuperà l’Ufficio speciale
Non c’è traccia di riordino delle società partecipate, invece, nella legge di stabilità. Non verrà chiusa, con questa Finanziaria, nemmeno una spa mangiasoldi. Se ne riparlerà in un momento successivo, con atti amministrativi che verranno messi nero su bianco da un Ufficio creato ad hoc. L’Ufficio speciale per il riordino delle partecipate ingoloberà a sua volta il servizio Partecipazioni e liquidazioni. Prevista anche la nascita di un Ufficio speciale per la liquidazione degli altri enti legati alla Regione. Novità anche per gli enti pubblici regionali: i Consigli di amministrazione non potranno essere composti da più di tre componenti.
Demanio, bisogna mettersi in regola. Ticket nei parchi
I privati detentori di concessioni demaniali potranno “regolarizzare la propria posizione concessoria rimasta inevasa nel periodo 2005-2012” pagando anticipatamente l’importo complessivo dei canoni. Una batosta per chi vorrà continuare a gestire locali e stabilimenti. Novità anche per l’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa), che viene qualificata come “ente del settore sanitario”: in questo modo avrà diritto anche a una quota del Fondo sanitario regionale. Il governo poi proverà a “mettere a reddito” parchi e riserve naturali attraverso la possibilità di istituire biglietti d’ingresso nelle aree protette, il noleggio di attrezzature, l’organizzazione di escursioni e attività didattiche.
Altre norme
Previsto anche un pacchetto di riforme orientate alla “semplificazione amministrativa”, mentre per i Beni culturali sono previsti degli incentivi alla produzione e turni anche durante le ore serali, per garantire l’apertura dei siti culturali siciliani. Per quanto riguarda la “spinosa” questione legata al coinvolgimento dei privati, oggetto anche recentemente di una pronuncia della Corte costituzionale che ha , di fatto, considerato illegittimo il blocco voluto da Crocetta di una serie di bandi per i servizi aggiuntivi nei musei, il governo decide di non decidere, rimandando a un successivo decreto dell’assessore.Fissata anche una sorta di “penale” per i Comuni che saranno costretti a conferire i rifiuti in discarica e che non hanno raggiunto una quota di raccolta differenziata almeno pari al 36 per cento.
Oggi potrebbe essere il giorno buono per l’ok della giunta. Ma i tempi sono già strettissimi. L’esercizio provvisorio chiude tra quaranta giorni, e il testo dovrà ancora approdare nelle commissioni dell’Ars e poi in Aula. Nel frattempo il governo romano dovrà convincersi che quelle riforme sono sufficienti per “cambiare verso” alla Sicilia. E garantire così anche i fondi che servono e che al momento non ci sono. Comunque vada, il destino della Sicilia è nelle mani di Roma.
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20 Marzo 2015, 06:00