30 Novembre 2024, 04:59
3 min di lettura
GRAMMICHELE (CATANIA) – Un’intera comunità unita nella speranza. Nel conforto reciproco. Nel desiderio unanime che ciò che stesse accadendo fosse solo un brutto sogno. Ma Ciccio Tornello non c’è più. Per giorni, le lancette dell’orologio in piazza Carlo Maria Carafa sembrano essersi fermate.
L’apprensione attraversa le vie del centro storico. C’è silenzio. Troppo silenzio. E tanta voglia di lottare per quel ragazzone dagli occhi vispi e buoni che tanto ha dato alla sua Grammichele. È tempo di sperare in un miracolo. Anche per chi, in fondo, ai miracoli non ha mai creduto. Sui social è un susseguirsi di messaggi, ricordi, riflessioni, foto. Momenti di preghiera anche in diretta streaming per chi in questo difficile momento, lontano fisicamente, vicino lo è stato col cuore.
Perché in fondo, Ciccio Tornello per la sua verve istrionica era conosciuto da tutti. Precedentemente, in qualità di direttore della compagnia “Angelo Musco” di Grammichele, negli ultimi anni per il suo ruolo di fondatore e presidente dell’associazione devoti di san Michele e santa Caterina.
Ed è per questo che la città non può che essergli riconoscente. Un brutto male, si porta via Ciccio a soli 45 anni. E con lui anche il suo essere riuscito a valorizzare le potenzialità di una città, facendo sentire tutti parte integrante di un progetto.
“Grammichele ha perso un figlio – scrive Gianfranco – di quelli prodigi cui essere grati e di cui andare orgogliosi. È difficile in questi momenti mantenere la giusta lucidità senza correre il rischio di cadere nella facile retorica. Ciccio era un uomo forte e gentile, capace di amare e sorridere, anche con il demone dentro.
Un “mazzapatri visionario” che faceva della sua testardaggine la sua forza, mai domo, con una irrefrenabile capacità di guardare lontano, senza paure e limiti di sorta. Le sue innumerevoli azioni benefiche, “contaminate” da una incontenibile filantropia, hanno reso la città più bella e risvegliato in noi un senso di appartenenza e di cittadinanza senza precedenti”.
Un senso di appartenenza pronto, ogni anno, a coinvolgere soprattutto i più piccoli nei preparativi in onore dei santi patroni di Grammichele. “Francesco – scrive Mariagrazia sui social – amava i bambini e li ha sempre coinvolti nei suoi progetti, motivandoli come solo lui sapeva fare. Ogni anno per san Michele li invitava in chiesa e chiedeva loro di realizzare un disegno o una lettera per i Santi Patroni. Era felicissimo di riceverne tante e le leggeva tutte generando nei bambini soddisfazione e tanta allegria”.
E grazie al suo estro e al suo modo di comunicare con estrema semplicità è riuscito a ridare lustro a numerose festività tipicamente grammichelesi, realizzando gemellaggi volti a creare rete e confronto culturale.
Capo villaggio, grazie alla sua passione per il cinema, ha preso parte a diversi film di Leonardo Pieraccioni. E la notizia della sua scomparsa ha sconvolto pure l’attore fiorentino. “Caro Ciccio – ha commentato Pieraccioni sulla sua pagina facebook- era un piacere vederti arrivare sul set. Eri una persona positiva, mi mettevi sempre di buon umore. Ora staremo insieme, sempre allegri, nelle scene che abbiamo girato”.
A concludere il dolce valzer di ricordi, in una città che si appresta a dare l’ultimo saluto al suo amato Ciccio, è la sua prof. di francese. “Quando faceva i compiti in classe – rammenta commossa Cettina Breccia – era solito posizionare sempre sul banco un album di santini di tutti i tipi, della Madonna, di san Michele e santa Caterina, convinto che in qualche modo lo avrebbero aiutato a svolgere bene la verifica. Il tutto in modo ironico e simpatico. Ragazzo per bene, educato, spiritoso, rispettoso, meraviglioso. Se n’è andato uno dei miei migliori alunni”.
Pubblicato il
30 Novembre 2024, 04:59