01 Novembre 2013, 16:04
6 min di lettura
CATANIA – Il clima ci può trarre in inganno ma il Natale in realtà e proprio dietro l’angolo. Tra un mese si inizierà a respirare l’atmosfera della festa più attesa dell’anno, con luci, colore, vetrine colorate e la preparazione di alberi e presepi. AddioPizzo bussa alla porta del cuore dei catanesi e chiede un gesto di generosità e altruismo nei confronti dei più bisognosi, per “regalare loro un sorriso”. Chiara Barone, in una lunga intervista, spiega a LiveSiciliaCatania l’anima del progetto e i risultati raggiunti. Ma dalle sue parole emerge un dato inquitante: “4 anni fa ci chiedevano vestiti, oggi ci chiedono soprattutto cibo. Lo sforzo che chiediamo ai catanesi quest’anno quindi è un po’ più grande: alimenti e materiale didattico più ancora che vestiti o giocattoli. Fuori c’è bisogno davvero di generi di prima necessità. E non sono realtà a noi così lontane”.
Il titolo dell’iniziativa ha nel cuore l’ottimismo, l’ironia, la speranza. E’ questo il messaggio intrinseco che volete trasmettere?
L’iniziativa si chiama “regaliamo(ci) un sorriso” perché rispecchia bene il senso e gli effetti del volontariato e della solidarietà: regalando un sorriso agli altri lo si regala a se stessi. Vedere sorridere un bambino, e davvero, non c’è retorica in questa frase, quando a Natale riceve un giocattolo, o veder sorridere una ragazza madre quando a Natale riceve il latte per il suo bambino, ha un effetto benefico anche su te stesso, che in quel momento, capisci e apprezzi quanto sei fortunato e quanto può essere importante il tuo contributo per gli altri, per far star meglio chi è meno fortunato.
Il progetto a chi si rivolge?
Il progetto si articola in più fasi: AddioPizzo catania a settembre inizia di solito a contattare case famiglia, parrocchie che seguono persone in difficoltà economica, associazioni di volontariato che lavorano quotidianamente con bambini, famiglie, immigrati, e chiede loro cosa serve. Di solito chiedono non tanto indumenti per adulti, quanto vestiti per bimbi piccoli, alimenti per adulti e neonati, materiale didattico, giocattoli, biancheria, coperte e cosi via. AddioPizzo Catania da quel momento fa partire una catena di solidarietà che coinvolge i cittadini, non soltanto catanesi. Raccogliamo tutto ciò che ci viene donato, e subito dopo inizia una fase di smistamento, selezione e impacchettamento che dura fino a dicembre. Poi, sotto Natale, quando tutti i pacchi sono pronti per essere donati partiamo alla volta di tutti quegli enti benefici e case famiglia che abbiamo contattato e distribuiamo il tutto, sempre con il sorriso sulle labbra alla vista dei sorrisi negli occhi dei bambini. E’ un momento molto bello in cui tocchi con mano il potere della solidarietà. Il progetto, quindi, si rivolge si a chi è meno fortunato, ma anche a tutti quei cittadini che vogliono contribuire al progetto donandoci alimenti, materiale didattico o che vogliono aiutarci a impacchettare. Dall’anno scorso poi abbiamo voluto rivolgere il progetto anche ai bambini dell’asilo: con Regaliamo(ci) un sorriso junior infatti chiediamo direttamente ai bambini di donare qualcosa di loro, con l’aiuto dei genitori, e di metterci tutto in una scatola, magari colorata, o con un biglietto di auguri di buon natale per i bambini a cui tutto quello andrà donato. Anche quella è un’iniziativa che ci ha permesso di percepire quanto sia importante insegnare la solidarietà alle persone sin da quando sono piccole.
Quali sono i risultati raggiunti?
Di solito arriviamo a raccogliere fino a 3 tonnellate di “materiale”. E’ da 4 anni che portiamo avanti questo progetto e i risultati che raggiungiamo ci consentono di essere sempre più ottimisti sulla generosità della gente. I risultati negli anni sono cambiati anche in un altro senso: 4 anni fa ci chiedevano vestiti, oggi ci chiedono soprattutto cibo. Lo sforzo che chiediamo ai catanesi quest’anno quindi è un po’ più grande: alimenti e materiale didattico più ancora che vestiti o giocattoli. Fuori c’è bisogno davvero di generi di prima necessità. E non sono realtà a noi così lontane.
Quando si pensa ad AddioPizzo si focalizza l’attenzione sulla lotta alle estorsioni, ma voi siete molto di più?
E’ naturale, il contrasto al pizzo e alla mentalità mafiosa da un lato, e alla mentalità rassegnata dall’altro, è già nel nome che però è limitativo. Non si può parlare di lotta al racket delle estorsioni senza percepire che le estorsioni sono un problema di cultura e mentalità, senza percepire che la mafia affossa la nostra libertà imprenditoriale. Per questo tutti i nostri progetti sono sempre a largo raggio. Le estorsioni sono solo un sintomo del problema. Noi proviamo a far cambiare mentalità a questa città con progetti come quello denominato “cultura”: andiamo nelle scuole con un magistrato e un imprenditore che ha denunciato e raccontiamo con i fatti ai ragazzi in cosa si traduce la parola legalità. Anche con il progetto del “consumo critico” abbiamo provato a cambiare le cose: le estorsioni, come dicevo, sono un problema che riguarda anche il consumatore, per questo abbiamo creato una lista di imprenditori commercianti e liberi professionisti che dichiarano di non pagare il pizzo e si impegnano a denunciare e di consumatori etici o critici, che si impegnano moralmente e a preferire questa “lista pizzo free” nei loro acquisti. Anche con il progetto a “lezione a casa di Beppe, Ninni e Roberto” abbiamo fatto questo: abbiamo fatto fare i compiti ai bambini del quartiere di Picanello nel bene confiscato di cui siamo assegnatari e che si trova proprio li. Parlare con i bambini di legalità è più facile se lo fai tra i compiti di matematica e storia. Anche con i progetti come regaliamo(ci) un sorriso cerchiamo di lavorare ad ampio raggio sul territorio, per regalare sorrisi a chi è meno fortunato ma anche per far capire che siamo tutti coinvolti nei problemi di questa terra: non è più il tempo di pensare al proprio orticello. C’è un altro progetto in cui abbiamo deciso di voler investire le nostre forze: si chiama “io ricordo”. Portiamo i ragazzi delle scuole medie sotto il murales di Piazza Lanza, realizzato nell’ambito di “un muro contro la mafia”, e gli raccontiamo chi sono quei volti che abbiamo scelto di raffigurare, e perché quelle persone hanno scelto di dare quanto la vita per la legalità. E per loro, oltre che per noi e per le generazioni che verranno, che abbiamo il dovere di continuare quella battaglia.
Avete in cantiere nuove iniziative?
Si, stiamo lavorando per far ripartire il doposcuola a Picanello per esempio. Siamo pieni di idee che ci frullano in testa, ma servono tempo e soprattutto forze umane per realizzarle.
Nei vostri obiettivi c’è anche il recruiting, Catania come ha risposto al vostro appello?
E’ impensabile fare volontariato senza…volontari. Sicuramente la campagna pubblicitaria con Roy Paci come testimonial (Ancora in giro per strada si trovano i cartelloni a cui faccio riferimento) unita ai nostri appelli quotidiani lanciati attraverso la nostra pagina facebook hanno dato i suoi frutti. Ma i risultati non sono mai sufficienti. Abbiamo tanti di quei progetti e tante di quelle attività da portare avanti che dovremmo essere molti di più! Essere volontario è una delle cose più belle, ed utili, che ci possa essere. E’ questo che vorremmo trasmettere a chi teme di non aver tempo per fare volontariato. il tempo si trova, perché il tempo, per le cose belle, si trova sempre. Chi volesse maggiori informazioni per fare volontariato con AddioPizzo Catania e anche per partecipare al progetto Regaliamo(ci) un sorriso può contattarci al 3299203410 o alla mail comitato@addiopizzocatania.org.
Pubblicato il
01 Novembre 2013, 16:04