Tabella H: non piace a nessuno,| ma ecco chi ha detto sì all’elenco

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10 Maggio 2013, 17:22

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PALERMO – “Una fiera dell’ipocrisia”. Antonello Cracolici è andato dritto al sodo. Il tema? Il solito, degli ultimi giorni: la famigerata Tabella h. Cassata dal Commissario, pare, tra i brindisi degli stessi deputati che l’hanno approvata e che oggi (o ieri) hanno ripetutamente assicurato che “quella tabella fa schifo”.

Una fiera delle ipocrisie, appunto, l’ha definita l’ex capogruppo del Pd. Che ha dipinto un’immagine dell’Assemblea popolata da una fauna insolita: “In occasione del voto di quell’articolo ho visto alcuni ‘favorevoli silenti’ e qualche ‘contrario apparente’”. Al di là dei participi, e della descrizione immaginifica, resta il “nodo”: in tanti, oggi, dicono di essere contrari a quella suddivisione dei contributi. Di esserlo stati fin dal primo momento, in alcuni casi. Tanti, forse troppi. Visto che, alla fine, l’emendamento che aggiungeva l’elenco degli enti a un articolo del governo che prevedeva solo un fondo da 25 milioni, è stato approvato. Con 47 voti favorevoli, e appena 21 contrari e 3 astenuti. Numeri sorprendenti. Già, perché oggi sono davvero tutti contro la Tabella H.

E’ contrario ad esempio, il governo. Rosario Crocetta in primis. Che di quella tabella ha detto tutto il peggio possibile fin dai giorni immediatamente successivi al suo insediamento. E che ha scaricato sui deputati la responsabilità dell’approvazione. Già, i deputati. Ma quali? Durante i giorni dell’esame della Finanziaria, lo ricordiamo, il governatore ebbe uno scontro durissimo con Pd e Udc, “rei” di non aver saputo gestire i propri deputati in occasione della discussa approvazione delle assunzioni di 30 vigili a Messina (altra norma, non a caso, bocciata da Aronica). Insomma, il presidente si è detto contrario, contrarissimo a quella tabella. Così come i componenti del suo gruppo: “Il Megafono-Lista Crocetta”. Che, oggi, su Live Sicilia, ribadiscono la propria distanza da quell’elenco attraverso le parole di Antonio Malafarina: “Vorrei ricordare quanto da me dichiarato in aula circa la tabella H da cui mi sono dissociato”. Una tabella che Malafarina definisce “disgraziata”. E sulla quale non ammette “speculazioni politiche di bassa lega che tentano di coinvolgere il Megafono e che trovano ostacoli insuperabili nella realtà dei fatti”. Già, la realtà dei fatti. Che, a volerla davvero trovare, è persino semplice da reperire.

Resoconto stenografico della seduta del 30 aprile (ma a quel punto era già entrato il primo maggio). Pagina 281. La “verità dei fatti” racconta che Malafarina ha votato a favore dell’emendamento con l’elenco degli enti. Insomma, ha detto sì all’ex Tabella H. E a volerla cercare profondamente, quella verità, ecco scoprire che quella di Malafarina non è certamente una posizione solitaria: gli altri deputati del Megafono presenti in Aula in quel momento, hanno detto sì alla Tabella. Anzi, tra questi c’è anche il capogruppo Giovanni Di Giacinto, oltre ai colleghi Nello Dipasquale e Giamattista Coltraro. Restava solo Oddo, ma era assente. Insomma, i deputati di Crocetta hanno approvato la Tabella contro cui Crocetta s’è scagliato più volte.

Oggi, poi, tra i più “sdegnati” per l’intervento del Commissario dello Stato, ecco Marcello Greco. Presidente della Commissione cultura, ha chiesto che venisse sollevato il “conflitto di poteri” col Commissario Aronica, di fronte alla Corte costituzionale. Poi, ha precisato che a quella pessima Tabella H il suo gruppo aveva detto di “no”. Un’idea in parte condivisa da Marco Forzese: “Gli enti della cosiddetta tabella H – ha detto il presidente della Commissione affari istituzionali – prendono i soldi su un sistema di padrinaggio” e, immaginiamo, anche da un’altra dei componenti di quel gruppo (i Democratici e riformisti per la Sicilia), ossia Alice Anselmo. La deputata oggi parla di “famigerata” Tabella H, dalla quale adesso “vanno scorporati tutti quei finanziamenti che discendono da leggi di settore. Mi riferisco, a titolo di esempio, agli enti musicali e alle bande che, inseriti in un apposito elenco, potrebbero accedere a finanziamenti legittimi e legittimati da criteri precisi”. A differenza della “famigerata”. Alla quale la Anselmo, però, ha detto di sì. Così come – a differenza di quanto affermato oggi da Greco – i colleghi del gruppo dei Democratici riformisti Savona e Lo Giudice. Quest’ultimo, addirittura, fa mettere a verbale che il suo pulsante aveva fatto cilecca. E che la sua posizione era comunque favorevole alla Tabella. Non si pensi il contrario, per carità.

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Sempre nelle ultime ore, il parlamentare del Partito dei Siciliani Vincenzo Figuccia è andato giù duro. “Il prefetto Aronica – ha detto Figuccia – ha sancito l’illegittimità della assegnazione dei contributi della ex tabella H, la cui discrezionalità ha ancora una volta offeso quelle migliaia di persone che stentano a far quadrare i conti a fine mese”. Una discrezionalità alla quale Figuccia ha detto “sì”, col suo voto all’Ars. Insieme al suo partito, compresi il capogruppo Roberto Di Mauro (che voterà contro l’intera Finanziaria, dopo aver detto di sì alla Tabella) e i colleghi Lombardo, Greco e Lo Sciuto.

“Tutto quello che noi abbiamo contestato” ha dichiarato il vice presidente del gruppo Pdl all’Ar Marco Falcone – compresa la famigerata Tabella H utile soprattutto per gratificare clientele; è stato oggetto di rilievi da parte del Prefetto Aronica”. Resta da capire solo la vera natura di quel “noi”. Falcone, infatti, ha coerentemente votato contro la Tabella H. Ma è stato l’unico del suo gruppo. A favore, infatti, hanno votato Caputo, D’Asero, Fontana, Milazzo e Pogliese. Gli altri, al momento del voto erano assenti tranne – ironia della sorte – Assenza che si è astenuto, come Germanà. Contraria la lista Musumeci, che ha anche presentato un emendamento soppressivo. “Se quanti hanno votato anche la famigerata ex Tabella H, pur definendola una vera e propria schifezza – ha detto Ioppolo – avessero invece votato l’emendamento soppressivo da noi proposto, si sarebbe risparmiata un’ennesima cattiva figura”. Già. Peccato che non l’ha votato nemmeno lui, visto che era assente. E anche nella lista Musumeci, ecco la strana eccezione di Pippo Currenti che ha votato sì. Nessuna eccezione nel Movimento cinque stelle, invece, che ha bocciato in blocco la Tabella H.

A favore della Tabella ha votato invece l’Articolo 4 di Sammartino, Leanza e Ruggirello e, ovviamente, il resto della maggioranza: l’Udc e il Pd. Compreso Antonello Cracolici, che ha smascherato oggi la “fiera delle ipocrisie”. Aggiungendo, però, successivamente: “Non abbiamo detto che la Tabella H non esiste più da tre anni”. Vero. Ha solo cambiato nome. La fiera delle ipocrisie, insomma, rischia di essere più estesa di quanto si pensi (o si dica).

Intanto si registra la precisazione del deputato Gino Ioppolo. “Non ho bisogno di illustrare lungamente la mia personale e politica coerenza tra quel che affermo e quel che opero. Ero in aula ed ho votato a favore dell’emendamento soppressivo, da me convintamente illustrato, durante la fase del voto con scrutinio segreto. Dopo qualche ora, ho votato contro la intera manovra di bilancio e la legge di stabilità proposte dal governo Crocetta, ritenendole in tutta coscienza assolutamente inadeguate alle necessità della Sicilia. Ove mai, la notizia della mia assenza sia stata notificata da qualche reseconto sommario d’aula, sarà mia cura fare rettificare la svista e, in tal guisa, ristabilire la verità anche nei suoi aspetti formali, essendo evidente in quelli sostanziali”.

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10 Maggio 2013, 17:22

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