Aeroporto, continua la guerra |La burocrazia all’ombra del potere

di

24 Agosto 2016, 04:00

4 min di lettura

CATANIA – La prima pioggia estiva sopra l’Etna ha fatto ricordare a tutti che è passato un mese dalla nomina in Sac di Ornella Laneri e di Daniela Baglieri rispettivamente amministratore delegato e presidente della società di gestione di Fontanarossa. Questi 30 giorni in realtà scadono il 26 agosto e proprio venerdì è prevista una seduta del CdA per le scadenze imposte dallo Statuto in merito alla verifica e alla corrispondenza dei requisiti richiesti per le cariche e quelli effettivamente detenuti da chi la carica l’ha avuta.

La domanda che continua a girare nell’aria è se Ornella Laneri, noto manager dello Sheraton, questi requisiti li ha oppure no. Tutte polemiche in effetti visto che solo il CdA e il collegio sindacale della Sac possono entrare nel merito. Intanto e forse per evitare di gettare benzina sul fuoco, il nuovo Ad ha deciso di eclissarsi dal social più sarcastico e cattivo del mondo, Facebook, e buttarsi a capofitto in un’attività che impegnerebbe giorno e notte anche un veterano. Dopo le prime settimane, all’aeroporto l’aria condizionata funziona, che è stata allestita un’area giochi per i bambini, che i bagni sono più puliti e che è stata imposta la pulizia dei vetri che mancava all’appello da anni, forse anche con buoni risultati.

I 30 giorni concessi al CdA scadono il 26 agosto e lo stesso Statuto ne concede altri 20: “Ove il Consiglio non provveda entro il termine indicato, dovrà procedere alla verifica il Collegio sindacale, nel termine di giorni venti dalla scadenza del termine precedente”. Si arriverebbe così al 15 settembre. Il nocciolo della questione però riguarda il modo in cui queste nomine sono state fatte e sono pochi i dubbi che l’intero enturage sia stato disegnato dal governatore Crocetta il quale deteneva – tramite i suoi commissari – una maggioranza indiscutibile: Irsap, Provincia Reg. Siracusa, Camera di Commercio di Siracusa e di Catania. Una sorta di inno al contrario alla democrazia in cui sette voti su otto – la CCIAA di Catania ha 3 quote – sono stati espressi da commissari nominati da Crocetta.

Se questo lascia perplessi, non è da meno l’attuale composizione del CdA in cui nessuno, ma proprio nessuno, rappresenta la Camera di Catania, cioè il socio di maggioranza con il suo attuale 37,5%. Valore che arriverà al 62,5% quando e se l’accorpamento delle Camere del Sud Est si realizzerà.

Per aiutare la memoria, l’attuale CdA Sac è composto da: Daniela Baglieri (presidente); Ornella Laneri (amministratore delegato); Gaetano Collura (Irsap); Ettore Di Salvo (Città metropolitana di Catania) e Giovanni Vinci (Libero Consorzio Siracusa). Mentre fanno parte del collegio sindacale: Sergio Salustri (Ministero Economia e Finanza); Ivano Strizzolo (Ministero dei Trasporti) e Carmelina Volpe (enti soci).

Articoli Correlati

Ed è qui che i due nodi – Sac e Accorpamento delle Camere del Sud Est – si incontrano, senza sciogliersi, in una burocrazia che farebbe rabbrividire sia quella di fantozziana memoria, fortunatamente ancorata al grande schermo, sia quella più politica e reale che va a braccetto con la bramosia di potere legata a più illustri e recenti politici siciliani balzati agli onori della cronaca giudiziaria.

Ed ecco il punto. A fine settembre il decreto ministeriale che stabiliva l’accorpamento delle Camere di Commercio del Sud Est (Catania, Siracusa e Ragusa) compirà un anno anche se stabiliva in quattro mesi l’espletamento dell’intero percorso. E i termini si rincorrono e ripartono in un andirivieni da tragedia greca in cui nulla sembra lasciato al caso o al fato. Un tecnicismo così ingegnoso da fare invidia alle strategie di Atena e che ci spiega, proprio da tecnico, Piero Agen il leader regionale di Confcommercio: “Il 4 agosto è scaduto il termine per comunicare i nomi dei consiglieri e solo il 9 agosto è uscito il nuovo decreto. Quindi hanno fatto dare (a tutti) i nomi sbagliati in modo che ripartono tutti i termini. Scientifico, no? Eppure la cosa paradossale è che anche il nuovo decreto contiene un errore.

“Nella modifica che avrebbero dovuto apportare nel decreto, sarebbero toccati due seggi in più a noi (cordata Confcommercio) togliendocene uno nell’industria. Ne avremmo avuto uno in più nel commercio e uno nei servizi alle imprese. Nel decreto uscito il 9 agosto questa modifica nei seggi dell’industria non c’è. In più, con il decreto c’è una tabella in base alla quale noi, nell’industria, non solo non scenderemmo ma saliremmo addirittura a 3 seggi.

“Adesso – continua Agen – i termini sono stati spostati all’8 settembre, perché è ripartito il computo dei 30 giorni. Poi dovranno correggere l’errore del decreto attuale e arriveremo a ottobre. Sembra quasi che chi l’ha fatto aspetti con ansia il decreto Madia (quello sugli Enti pubblici) previsto per fine agosto. Questo bloccherà i termini. Se questo si realizzasse i commissari rimarrebbero per altri otto mesi, ma anche un anno. Il disegno è stato scientifico. Questo abbiamo detto alla Procura – che abbiamo trovato molto attenta e cosciente dei fatti, precisa Agen – sottolineando che in 56 giorni non sono riusciti a correggere un errore già noto. Lo scopo quindi non era favorire Confindustria, ma perdere tempo. Purtroppo noi non ci eravamo accorti del secondo errore, ma solo perché non abbiamo ancora i numeri definitivi. La cosa più grave è che in questo momento in Sicilia le Camere di Commercio più importanti – Palermo, Catania e Messina – sono tutte commissariate – conclude Agen – e sono quelle che coincidono con le tre aree metropolitane”.

Pubblicato il

24 Agosto 2016, 04:00

Condividi sui social