07 Ottobre 2016, 08:33
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Catania – Oggi in Sac SpA si terrà la seconda puntata dell’assemblea dei soci iniziata venerdì scorso. L’assemblea era stata sospesa in corsa perché tre commissari su quattro avevano chiesto – tramite un documento già pronto a inizio riunione – una sommaria verifica dei requisiti dell’unico candidato proposto per il ruolo di amministratore delegato. Stiamo parlando di Nico Torrisi, presidente regionale di Federalberghi, che ha già ricoperto il ruolo di amministratore delegato della Sac nel 2012 e il cui nome è stato proposto dai due membri di diritto (Enzo Bianco per la Città Metropolitana di Catania e Peppino Giannone per la CCIAA di Ragusa) che compongono l’assemblea e che detengono, ognuno, il 12,5% delle quote della società. Il restante 75% è diviso in tre quote del 12,5% in capo a Irsap, CCIAA di Siracusa e Libero Consorzio di Siracusa e una del 37,5% in mano alla CCIAA di Catania. Questo nella pratica. Nella sostanza questi ultimi quattro enti sono gestiti da commissari nominati dal presidente della Regione ed è per questo che, a tutti gli effetti e pur indipendenti l’uno dall’altro, rappresentano la maggioranza.
L’assemblea di oggi è fissata per le 11.30 e l’unico punto all’ordine del giorno è votare sulla nomina di Nico Torrisi e solo su quella. Gli scenari sono quasi identici a quelli proposti la settimana scorsa. I membri di diritto dovrebbero votare Sì per ovvie ragioni: l’hanno proposto loro. I commissari invece hanno diverse possibilità: possono votare Sì. Possono astenersi, ma sarebbe un po’ come votare Sì. E poi possono votare No. Ma quanto peserebbe questo No? E su cosa si dovrebbe basare? Sulla mancanza dei requisiti sarebbe impossibile. Se Torrisi è stato ad della Sac nel 2012 – e l’art. 23 dello statuto non è stato modificato nel frattempo – i requisiti li aveva e li ha ancora. Si potrebbe parlare solo di scelta politica ma a questo punto il ruolo di arbitro scelto per sé da Crocetta, cadrebbe miseramente aggiungendo un’altra brutta figura al medagliere. A dirla tutta c’è ancora un’altra possibilità, anche questa buona per una indecorosa figuraccia: la seduta potrebbe andare deserta.
Negli ultimi due casi si ricomincia tutto da capo. La presidente del CdA fissa una nuova assemblea (non prima di otto giorni) e, nelle solite 48ore prima, i soci propongono il o i propri candidati. Magari selezionati proprio con quel mini bando internazionale di cui avevamo parlato la settimana scorsa e che sembra via via raccogliere sempre più consensi. Non solo dal fedelissimo del governatore, ma dallo stesso Rosario Crocetta che ha detto sì di voler fare l’arbitro, ma sembra dare l’impressione di essere anche un giocatore a tutti gli effetti. Se così non fosse, quel documento già pronto in mano dei commissari potrebbe solo essere stato il frutto di un reverenziale timore nei confronti dell’indagine che la magistratura sta portando avanti.
L’aria che si respira a poche ore dall’assemblea è il risultato di venti contrari. Tra chi è sicuro di una fumata bianca e la politica sembra in silenzio. I dipendenti, 186 Sac e più di 300 Sac Service, sono preoccupati anche se qualcuno – non di poco conto – continua a dire che, giorno più giorno meno, non cambia nulla e che tutto in Sac procede regolarmente. È davvero così? Davanti un No, cioè davanti alla mancanza di un amministratore delegato l’Enac rimarrebbe ancora in silenzio o farebbe fuoco e fiamme per la concessione quarantennale? Ma, soprattutto, se è vero che qualche in giorno in più non cambia nulla – e di giorni senza ad la Sac ne ha già passati 21 – com’è che il padiglione Norma è chiuso da sabato 1 ottobre? Ufficialmente i cartelli esposti sulle porte a vetri parlano di inventario, in realtà voci bene informate interne alla società parlano di contratti di lavoro (ben 12) scaduti il 30 settembre e che nessuno si è preso la responsabilità di prorogare. Una chiusura, sempre secondo queste voci, che dovrebbe durare fino all’1 novembre. Eppure dietro la parete a vetri di Norma non si vede nessuno fare inventario. E non è tutto. Pare che a ottobre scadano tutti i contratti di manutenzione (idrica, elettrica, impiantistica e altro) dell’aeroporto. Lasceranno cadere anche questi o qualcuno deciderà di far quadrare il cerchio e completare questa governance prima che sia troppo tardi?
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07 Ottobre 2016, 08:33