30 Settembre 2016, 05:02
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CATANIA – AGGIORNAMENTO. Nulla di fatto oggi all’assemblea dei soci Sac. Nessun voto quindi, perché la riunione è stata rinviata, in prosecuzione, a venerdì 7 ottobre. Il motivo sembra doversi attribuire alla richiesta di una verifica dei requisiti in possesso di Nico Torrisi, l’unico candidato proposto dai membri di diritto due giorni fa, da parte di uno dei commissari presenti. Aver fissato l’assemblea in prosecuzione significa che durante la prossima seduta non potranno essere fatte ulteriori richieste, ma procedere alla votazione.
L’INTERVENTO DI TORRISI: “Sono tranquillo, certo di avere i requisiti richiesti” (LEGGI)
LA NOTA DELLA SAC: Sac informa che si è tenuta oggi l’assemblea dei soci della spa, la quale è stata all’unanimità rinviata a venerdì 7 ottobre prossimo per consentire agli enti proprietari di deliberare sia la nomina del nuovo amministratore delegato che gli altri punti posti all’ordine del giorno non ancora trattati.
L’ANALISI PRIMA DELL’ASSEMBLEA DI OGGI. Un “Sì” pieno pari agli otto ottavi dei soci di Sac SpA: Irsap (12,5%), CamCom Catania (37,5%), CamCom Siracusa (12,5%), Provincia Reg. Siracusa (12,5%), Città Metropolitana di Catania (12,5%) e CamCom Ragusa (12,5%). Questo servirà oggi a Nico Torrisi, durante l’assemblea dei soci fissata per le 12.30, per ratificare il parere del Collegio sindacale sulla mancanza dei requisiti di Ornella Laneri e procedere alla nomina del nuovo amministratore delegato della società che controlla l’aeroporto più affascinante del Mediterraneo.
In verità a Torrisi basterebbe solo la maggioranza, forse neanche qualificata. Ma se diamo per scontato che voteranno Sì i due membri di diritto che hanno proposto – come unica – la candidatura di Torrisi, e cioè Enzo Bianco e Peppino Giannone, e contiamo come voti disgiunti, di un’unica espressione, quella dei quattro commissari nominati da Crocetta, si comprende perché ci riferiamo a un Sì pieno, o all’unanimità, quello che si attende oggi.
Andrà davvero così? È probabile, ma siamo sprovvisti della sfera di cristallo e del peso specifico di quella che potremmo definire la “scheggia impazzita”: quella imprevedibilità politica a cui siamo stati abituati da tempo e, in modo più deciso, negli ultimi due mesi. Un balletto definito, cortesemente, “poco edificante” e che ha portato prima alla ribalta della stampa il nome di Nico Torrisi, poi alla nomina inefficiente – e ci sono voluti ben due mesi e 15 persone per capirlo – di Ornella Laneri, e adesso nuovamente Nico Torrisi, fortemente voluto dal mondo delle imprese.
Questa volta, però, il nome di Torrisi esce fuori con una forza diversa, scritta nero-su-bianco. A cominciare dal “veto” ritirato da Giuseppe Castiglione e, a quanto pare, mai posto se non nei termini di un corretto rispetto delle modalità di scelta. Il documento presentato da Pietro Agen e Riccardo Galimberti a Rosario Crocetta, a Palermo, durante il tavolo promesso alle imprese. La promessa del governatore che si sarebbe limitato a fare da arbitro. Promessa a ora mantenuta con il silenzio dei commissari che nessun nome hanno proposto per la carica di amministratore delegato della Sac.
Forte anche il comunicato stampa di Enzo Bianco con il pieno sostegno a Torrisi. Dopo l’appoggio che sembrava essere stato promesso, due mesi fa sempre a Torrisi, e che era stato, poi, dimenticato al momento della votazione. Quando “quel voto” nulla, di non politico, avrebbe potuto cambiare. Ma era un altro momento, ben più lontano da quello con cui il sindaco sta lottando in questi giorni per garantirsi i numeri in Consiglio e definire gli equilibri politici attuali e futuri.
Ma da leggere c’è anche il comunicato di Confindustria, arrivato poche ore prima della scadenza delle candidature. Un leggimi-tra-le-righe che sembra rivelare più di ciò che esplica. «Il ruolo delle associazioni di categoria non è quello di porre “veti” o proporre candidature, ma di pretendere che si realizzi una nuova stagione di rilancio degli investimenti». E se in quel veto virgolettato ci è tornato in mente – chissà perché – il dispiacere di Crocetta di aver dovuto non scegliere Torrisi per difendersi dalla minaccia di una crisi di governo, a rileggere l’intero comunicato degli industriali catanesi è la forza di Confindustria Sicilia che sembra emergere in tutta la sua potenza. Delineando nuovi, e grossi, assestamenti che si stanno attuando anche a livello locale e in cui non sono solo le forze a cambiare, ma anche i nomi di riferimento.
Ma questo era ieri. Oggi in Sac si vota. E come in tutte le votazioni, sono le tre le possibilità che ci aspettano, tenendo a mente che sul tavolo c’è solo un nome: Nico Torrisi. E nessun altro candidato da votare né da poter votare.
La prima è un Sì unanime e, poi, tarallucci e vino per il presidente regionale di Federalberghi che tornerebbe, dopo quattro anni, a occupare il ruolo di ad in Sac. La seconda possibilità è due voti a favore e quattro astenuti, che è un po’ come dire Sì. E c’è anche la terza possibilità. Inverosimile a dire il vero, ma tra le possibilità esiste: i quattro commissari nominati da Crocetta, che rappresentano la maggioranza del 75%, potrebbero votare No alla nomina di Torrisi. Che succederebbe? Rappresenterebbe un nulla di fatto per ricominciare tutto dall’inizio. Però la possibilità non sarebbe assolutamente campata in aria stando alle parole di un catanese fedelissimo del governatore e molto vicino a un ingombrante senatore: “Si potrebbe pensare anche a un’altra formula non per forza a quella della nomina diretta. Si potrebbe pensare a un mini-bando per la ricerca di figure”. E la prima domanda, sgomenta, che ci è saltata in mente è stata “e ci pensate adesso??”. Rigorosamente con due punti interrogativi. Un nulla di fatto, sia ben chiaro, non da poco conto: l’aeroporto senza ad, la Morandi da consegnare, l’Enac da placare, per non parlare dell’ennesima figuraccia, questa volta la definiremmo storica. Insomma, più che un nulla di fatto, un cataclisma gestionale. E anche politico.
Ma diamo per buona che quest’ultima ipotesi viaggia nel mondo della pura fantasia. Agli atti, al momento c’è “Crocetta che avrebbe potuto far parlare i commissari – ha commentato Agen – e invece ha scelto di non fare il puparo. È stato coerente. Per Bianco, bisogna ammetterlo, non sarà stato facile proporre un nome secco dopo quello che è successo. Avrebbe potuto darne due o tre (nomi, nda) e invece ha fatto una scelta chiara e decisa”. Anche l’idea di Castiglione sembra essere stata rispettata, quella cioè di un “documento sottoscritto da tutte le associazioni. Se c’è una convergenza sul nome, io sono d’accordo”. E “senza dimenticare – ha continuato – che la nuova Camera di Commercio avrà il 62,5% dell’aeroporto di Catania”. Che potrebbe essere un modo per dire che si è stanchi di commissari e che è tempo di enti gestiti da uomini (o donne) non burattini, ma capaci di scelte autonome.
Oggi, più tardi, sapremo e lo saprà ovviamente anche Nico Torrisi che, se otterrà questo incarico, avrà un compito delicato da portare avanti: traghettare l’aeroporto verso la privatizzazione.
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30 Settembre 2016, 05:02