Caso-affitti a Riscossione Sicilia | Ogni anno si spendono 2,5 milioni - Live Sicilia

Caso-affitti a Riscossione Sicilia | Ogni anno si spendono 2,5 milioni

'S' dedica un servizio sugli affitti dell'azienda che incassa i tributi per conto della Regione, che portò a una mozione di censura bipartisan contro l'allora assessore al Bilancio Roberto Agnello. La mozione è stata archiviata. La questione no. Il nuovo numero è già online. CLICCA QUI PER ACQUISTARLO.

PALERMO – La spesa, a conti fatti, è di circa due milioni e mezzo all’anno. La metà dei quali usati solo per le sedi di Palermo e Catania. “S” dedica un servizio agli affitti targati Riscossione Sicilia: l’azienda che incassa i tributi per conto della Regione, alle prese da qualche mese con una politica di serrata spending review che l’ha portata a dismettere in un paio di anni 38 sportelli, lasciando aperti solo quelli nei capoluoghi di provincia, spende infatti ogni mese centinaia di migliaia di euro per le sedi. Che potrebbero essere ospitate dagli edifici che la Regione ha nel proprio patrimonio, come da mesi chiedono due agguerriti deputati regionali, la centrista Margherita La Rocca Ruvolo e l’esponente della lista Musumeci Giovanni Ioppolo, ma che rimangono in immobili privati nonostante i contratti siano in molti casi scaduti. Il motivo? “Abbiamo chiesto alla Regione la disponibilità degli edifici – dice il direttore Ermanno Sorce – ma abbiamo avuto risposte in pochi casi, e quasi sempre gli spazi che ci sono stati proposti non facevano al caso nostro”.

Da settembre, Riscossione Sicilia ha dismesso tutti gli uffici decentrati. Così le sedi di Marsala, Milazzo, Taormina, Sciacca, Modica, Vittoria, Termini Imerese, Acireale e Paternò hanno seguito la sorte delle 29 che negli anni precedenti erano state chiuse. Il motivo dichiarato è evidente: “Grazie alla chiusura dei 38 sportelli periferici – spiega Sorce – abbiamo risparmiato un milione di euro all’anno. Seicentomila euro se ne andavano solo per gli affitti”. La conseguenza è stata sottolineata all’Ars da La Rocca e Ioppolo: “In molti casi – afferma l’esponente dell’Udc – chiudere un ufficio decentrato significa costringere chi deve pagare i tributi a lunghe trasferte. La razionalizzazione delle spese è un obiettivo condivisibile, ma deve tenere conto delle esigenze dei siciliani”. Il caso, all’inizio di settembre, aveva anche portato a una mozione di censura bipartisan contro l’allora assessore al Bilancio Roberto Agnello, che otto deputati accusavano di non aver mantenuto fede a un impegno preso in commissione all’Ars. Poi, Agnello è stato sostituito da Alessandro Baccei nel rimpasto. La mozione è stata archiviata. La questione no. Gli affitti nemmeno. “S” li elenca tutti. Città per città.

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