06 Aprile 2016, 19:48
2 min di lettura
PALERMO – Yusupha Susso è per terra. Emanuele Rubino gli ha appena sparato alla testa in via Fiume. Un uomo si avvicina. È in sella ad uno scooter e non porta il casco. Accosta, guarda, non si scompone e riprende la sua marcia. Indifferenza o complicità?
Ci sono anche queste immagini agli atti dell’inchiesta sul tentato omicidio avvenuto a pochi passi da via Maqueda. Gli agenti della Squadra mobile le stanno analizzando per trovare i complici di Rubino per il quale, nel frattempo è arrivata al convalida del fermo. Non solo i cinque o sei ragazzi di Ballarò che hanno partecipato all’iniziale aggressione.
“Stavamo uscendo dal mercato – ha racconta un amico di Yusupha agli investigatori – un uomo con la moto ci ha urtati… gli abbiamo chiesto spiegazioni. E lui ci ha detto: voi siete tre ed io uno, ora vado a chiamare i miei amici. Noi ci siamo subito allontanati, ma siamo stati accerchiati da un gruppo di persone”. Un altro testimone aggiunge: “Mi trovavo a passeggiare in via Fiume, ho notato due persone di nazionalità italiana che discutevano animatamente con un uomo di carnagione scura. Sono passato accanto all’uomo che in una mano aveva una pistola e cominciava a sparare”. Ha provato ad evitare il peggio, così come Yusupha aveva cercato di difendere i suoi connazionali aggrediti.
Il capo della Mobile, Rodolfo Ruperti, coordina il lavoro degli agenti che devono trovare l’arma usata per il tentato omicidio e dare un nome ai protagonisti dell’inferno di via Maqueda. In cinque o sei sarebbero già stati identificati. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Sergio Demontis, deve ora cristallizzare il ruolo di ciascuno di loro. Quelli finora identificati avrebbero partecipato certamente all’aggressione.
Ci sono altri responsabili per il tentato omicidio? L’uomo in sella allo scooter è solo indifferente alla vista di un giovane colpito alla testa oppure aveva un compito preciso da assolvere? Si è trattato solo di una lite per futili motivi esplosa nella follia omicida? Gli inquirenti sono al lavoro.
Pubblicato il
06 Aprile 2016, 19:48