10 Novembre 2023, 10:29
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AGIRA (ENNA) – È la città che diede i natali allo storico Diodoro Siculo. È la città dell’Aron-Ha Qodesh ebraico, l’“Arca santa” delle Sinagoghe, più antico d’Europa, risalente al 1454. È la città, ben più prosaicamente, del Sicilia Outlet Village, simbolo della contemporaneità, che ha portato le griffe più importanti del mondo nel cuore della Sicilia. E soprattutto è una “città”, Agira, grazie a un riconoscimento del presidente della Repubblica del 2016.
Da oggi è anche un borgo, o meglio uno dei Borghi più belli d’Italia. La notizia di questi giorni è confermata dal sindaco Maria Greco, che ha già avuto la comunicazione ufficiale e che si definisce, al tempo stesso, “felice ed emozionata”. “Questa decisione conclude parzialmente l’iter del nostro progetto di bellezza avviato sin dal mio insediamento – afferma l’avvocato Greco, ex parlamentare -. Ricordo che, al mio primo insediamento, trovai Agira ricolma di spazzatura, che non veniva raccolta anche da 20 giorni. Oggi Agira ha ciò che merita, ovvero un riconoscimento che rappresenta un incentivo per uno sviluppo turistico più importante. Ma dobbiamo fare tutti di più”.
Con il sindaco Maria Greco ecco le dieci cose da vedere e una undicesima da assaporare, ovvero la “Cassatella”, dolce tipico a cui è dedicata da qualche anno anche una Sagra. E un evento da non perdere, ovvero il “Presepe Vivente di Agira”, l’unico in Sicilia a svolgersi durante la notte di Natale. Il teatro simbolico, ricco di suggestione, è nelle stradine del centro storico. “Con questi 6 nuovi borghi certificati – ha detto il presidente Fiorello Primi – l’Associazione I Borghi più belli d’Italia raggiunge quota 361 comuni associati”.
“Al primo posto c’è di sicuro il nostro Castello”, afferma Greco. Il Castello di Agira è un palazzo esistito forse già in epoca sicana, in cima al Monte Teja. Accanto a esso, si narra, esisteva una fortezza con tanto di porta ciclopica. Nel 1354 ospitò Ludovico d’Aragona.
Poi vi è la Torre di San Nicola, a nord-est delle antiche mura del Castello. Ancora oggi si trova in condizioni discrete ed è una parte della cinta perimetrale dell’antico castello. Si trova a 750 metri sul livello del mare e da qui si può ammirare l’imponente mole dell’Etna.
La terza “cosa da vedere” ad Agira è senza dubbio il “paesaggio suggestivo”, così lo definisce il sindaco, che dalla zona di San Nicola, ma pure più semplicemente dalla strada che porta a Regalbuto, domina sul lago Pozzillo e sull’intera vasta area agricola sottostante, arrivando fino all’Etna. Un panorama mozzafiato.
Poi il sindaco cita ovviamente l’Aron. È una delle tre arche sinagogali in pietra più antiche d’Europa datata nell’anno ebraico del 5214 (che corrisponde al 1454). Inizialmente era collocata nella sinagoga di via Santa Croce, poi divenuta chiesa di Santa Croce. Oggi si trova all’interno della chiesa del Santissimo Salvatore. L’iscrizione la definiva “casa di Giacobbe”.
La chiesa di Sant’Antonio da Padova, poi, dà su piazza Garibaldi, la piazza principale di Agira, e sul Palazzo Municipale di Agira. È il centro della vita cittadina, ma questa chiesa è un gioiello incastonato nel cuore della città. Assolutamente da vedere.
La chiesa madre, anzi, come si dice ad Agira, la “chiesa reale” è quella dell’Abbazia. È intitolata ovviamente a San Filippo, patrono di Agira. All’interno si trovano le reliquie del santo e quella statua nota alle cronache per una presunta “lacrimazione”, anche se poi i tecnici hanno chiarito che si tratterebbe di un fenomeno chimico. I loro studi comunque non sono bastati a convincere molti devoti.
“E non dimentichiamoci il Sicilia Outlet Village, da non sottovalutare, al centro della Sicilia”, prosegue Greco, facendo riferimento all’imponente villaggio dello shopping. Villaggio che si trova a poche centinaia di metri dallo svincolo di Dittaino ma decisamente in territorio di Agira.
“Poi c’è la Fontana di Maimone, luogo sacro dedicato a San Filippo dove la leggenda narra che abbia incatenato il demone Maimone”, prosegue il sindaco. In questo caso si tratta di un monumento meno conosciuto, sito in contrada Urselluzzo. Ha forma circolare e vi è poi una colonna, dove è collocata la statua di Maimone.
“Non possiamo certo dimenticarci dei 400 ragazzi che si trovano nel nostro Cimitero di guerra canadese. Altro che dimenticarlo: c’è anzi la proposta di farlo diventare un cimitero monumentale”, prosegue Greco.
Decimo, non meno importante, è il quartiere Rocche di Agira. È il quartiere arabo di Agira, caratterizzato da un tessuto urbanistico arabo. “Ancora oggi – ricorda Greco – è sede di area arabo normanna”. Presenta l’articolazione tipica araba con la strada principale, in via Diodorea, poi il vicolo cieco e la strada secondaria. Una struttura che rimanda all’organizzazione sociale dei “clan”, delle famiglie estese.
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10 Novembre 2023, 10:29