18 Aprile 2018, 05:46
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PALERMO – Salvare il centro commerciale. Strappare il “Portobello” di Carini dall’agonia. Il progetto che coinvolge una dozzina di imprenditori porta la firma di Salvatore Melia, il direttore del centro che con le sua denuncia fece emergere uno spaccato di presunta malagestio.
Sotto inchiesta sono finiti in cinque – hanno già ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini – compresi Giuseppe Ferdico e il commercialista e amministratore dei beni dell’imprenditore, Luigi Miserendino.
Nonostante la confisca di primo grado subita, Ferdico avrebbe continuato a gestire una parte dei beni grazie alla complicità di alcuni prestanome e dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.
Dal giorno del blitz, nell’ottobre 2017, si è assistito al declino della struttura. Dei ventitré negozi, solo in quattro sono ancora aperti. Da qui l’idea venuta a Melia, che oggi vive sotto protezione, in collaborazione con l’associazione Libero Futuro che lo ha accompagnato nel percorso di denuncia.
“Non potevamo passare l’idea – spiega il presidente dell’associazione antiracket, Enrico Colajanni – che fossimo noi a creare disoccupazione. Demoliamo le associazioni criminali, ma non facciamo andare i beni in malora”.
Nove imprenditori si sono detti pronti a sposare il progetto per la nascita di un consorzio. Dalla vendita del caffè alle scarpe, passando dalla ristorazione e dai prodotti tipici siciliani con il marchio della legalità: il progetto – che prevede anche dei lavori di ristrutturazione – è stato presentato all’Agenzia nazionale per i beni confiscati lo scorso febbraio. Si attende ancora una risposta che tutti sperano sia positiva e arrivi presto.
Il cuore della questione è la riassunzione dei ventitré impiegati del vecchio supermercato, attività non prevista nel nuovo progetto. Metà degli ex dipendenti, oggi a spasso, troverebbe lavoro nei servizi del nuovo centro: dalle pulizie alla vigilanza. Per gli altri potrebbero presentarsi occasioni nei vari negozi. Una possibilità, secondo Melia, molto più concreta rispetto all’agonia di oggi. La strategia non prevede uno spazio per la grande distribuzione alimentare che si dovrebbe confrontare con una concorrenza che a Carini è molto forte. Meglio differenziarsi, sostiene il direttore commerciale. Sempre che l’Agenzia si faccia viva.
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18 Aprile 2018, 05:46