14 Aprile 2022, 12:53
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AGRIGENTO – Falsa partenza della prima udienza preliminare nell’ambito della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Agrigento nei confronti di venti persone coinvolte nell’inchiesta sul crac del gruppo Pelonero, denominata “Malebranche”.
Un difetto di notifica alle parti ha fatto slittare il procedimento in corso davanti al gup del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo. L’operazione, eseguita dalla guardia di finanza nell’estate 2020, ha portato all’arresto di dieci persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere, bancarotta, riciclaggio e auto-riciclaggio. Tutte le misure cautelari, disposte dal gip Luisa Turco, sono state in seguito annullate sia dal Riesame che dalla Cassazione che avevano escluso il reato di associazione a delinquere ipotizzando invece singoli episodi di bancarotta.
Cassazione che però ha confermato il sequestro di due delle aziende coinvolte nell’inchiesta: “A fronte, infatti, di 727mila euro di ricavi, le rimanenze esposte nell’ultimo bilancio ammontano a 146.784 ovvero una minima frazione delle entrate, con tutta probabilità già distratte”. Gli indagati, quasi tutti appartenenti alla famiglia Sferrazza ma che vede coinvolta anche la commercialista Graziella Falzone, sono tornati in libertà dopo un breve periodo trascorso ai domiciliari.
Il sostituto procuratore Paola Vetro ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di: Gaetano Sferrazza, 78 anni; Diego Sferrazza, 51 anni; Gioachino Sferrazza, 54 anni; Gaetano Sferrazza, 30 anni; Fabiana Sferrazza, 26 anni; Gaetano Sferrazza, 28 anni; Clelia Sferrazza, 23 anni; Teresa Maria Cani, 54 anni; Lorena Argento, 33 anni; Giovanna Lalicata, 51 anni; Graziella Falzone, 53 anni; Vincenzo Lo Cicero, 36 anni; Mariella Mamo, 38 anni; Veronica Vassallo, 33 anni; Giulia Di Marco, 51 anni; Ignazio Giacchetto, 59 anni; Cristian Amato, 27 anni; Assuntina Lupo, 55 anni; Nicolò Zambuto, 67 anni; Calogera Licata, 66 anni; Salvatore Noto, 39 anni.
Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti presunte operazioni finanziarie “ spericolate ” che riguardano 12 societ à operanti nel settore dei giocattoli, cosmetica e articoli di casa riconducibili alla famiglia Sferrazza. Secondo l ’ accusa, infatti, il gruppo Pelonero avrebbe creato e svuotato le aziende provocando non soltanto danno ai creditori ma anche all’erario non pagando le tasse. Le condotte distrattive ammonterebbero a circa cinque milioni di euro. Si torna in aula il 15 giugno.
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14 Aprile 2022, 12:53