Da Agrigento al Russiagate | La strana storia del prof Mifsud

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02 Marzo 2018, 15:39

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ROMA – La Procura della Corte dei Conti lo ha cercato per mesi. Alla fine l’atto di citazione a giudizio gli è stato notificato in contumacia. In realtà a cercare Joseph Mifsud non sono solo i magistrati contabili siciliani, ma anche i giornalisti di mezzo mondo. Il nome del professore maltese, per alcuni anni presidente del Consorzio universitario di Agrigento, fa capolino nel Russiagate che coinvolge il presidente americano Donald Trump.

Le vicende siciliane riguardano il danno erariale che il procuratore regionale della Corte dei Conti, Gianluca Albo, contesta per un presunto e ingiustificato compenso pagato nel 2010. La citazione in giudizio riguarda anche Giuseppe Vella, ex direttore amministrativo del Consorzio universitario ed ex segretario della Provincia (una doppia carica contestata in sede contabile), oggi segretario generale del Comune di Palermo, e l’ex presidente del Consorzio, Maria Immordino.

Il danno erariale complessivo di 179.600 viene suddiviso tra Vella (89.800 euro), Mifsud (64.400 euro) e Immordino (25. 400 euro). I tre dovranno comparire davanti ai giudici della Sezione giurisdizionale il prossimo 11 luglio. Chissà se Mifsud si presenterà.

Nel delicato capitolo del Russiagate l’ipotesi è che il prof avrebbe offerto ai collaboratori del futuro presidente Trump migliaia di e-mail hackerate di Hillary Clinton. Mifsud avrebbe stabilito un contatto con George Papadopoulos, consigliere di Trump durante la campagna elettorale, favorendo un incontro tra il candidato alla Casa Bianca e Vladimir Putin”. “Sciocchezze, l’amicizia è amicizia, ma quello che ha raccontato Papadopoulos non è vero”, disse ad un cronista di Repubblica che lo raggiunse alla Link University di Roma in cui presiedeva il corso di Relazioni internazionali.

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02 Marzo 2018, 15:39

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