12 Settembre 2020, 06:09
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La montagna ha partorito il topolino. La tanto agognata alleanza giallorossa decolla soltanto in due comuni (di media grandezza) su sessantuno chiamati al voto: Termini Imerese e Barcellona Pozzo di Gotto. Un appuntamento mancato che poteva rappresentare un banco di prova per le prossime regionali? Chi vivrà vedrà. L’accordo Pd-M5S e sinistra si chiude sui nomi della pentastellata Maria Terranova a Termini e del candidato civico Antonio Mamì a Barcellona. Le altre piazza siciliane, che abbondano di cartelli civici (ma non troppo), raccontano tutta un’altra storia. A partire dai due comuni capoluogo di provincia chiamati alle urne: Agrigento ed Enna.
Nella valle dei templi i giallorossi imboccano tre strade diverse: il Pd si stringe attorno all’uscente Calogero Firetto sostenuto da una grosse koalition che va da Italia Viva alle liste confezionate dal deputato autonomista Carmelo Pullara, il Movimento schiera l’ex consigliera Marcella Carlisi e i “Cento Passi” di Claudio Fava puntano sull’ex consigliera comunale Angela Galvano.
A Enna le cose vanno diversamente dopo il naufragio di svariati tentativi di unire in matrimonio dem e grillini. Mancano soltanto le note de “la canzone popolare” e per il resto va in scena un centrosinistra old style. Il Pd, perno della coalizione, schiera Dario Cardaci con cinque liste a sostegno: la propria, due civiche di centrosinistra (con il sostegno esplicito del gruppo di Claudio Fava), Udc e Ora Sicilia. I pentastellati rispondono con la candidatura solitaria di Cinzia Amato. Tra i partiti che governano insieme a Roma, si segnala l’assenza di Italia Viva che a Enna sale direttamente sul carro del centrodestra. E non serve nemmeno la confidenza di qualche big renziano, detta a mezza bocca, per capire che con la scusa del civismo si è lasciata mano libera ai referenti locali con un solo niet assoluto: allearsi con i Cinquestelle. Copioni più o meno simili a quello ennese vanno in scena un po’ ovunque: Pd, lista Fava e cartelli civici di sinistra corrono insieme a Marsala, Milazzo, Floridia e Carini, Ispica. Nelle stesse piazze i pentastellati corrono da soli e con il simbolo in bella mostra.
In provincia di Catania i pentastellati riescono, per la prima volta in provincia, a presentarsi in tandem con una lista civica: accade a San Giovanni La Punta attorno alla candidatura di Giusy Rannone. Sotto il Vulcano il Movimento corre in cinque comuni (Pedara, San Giovanni La Punta, Tremestieri, Bronte e Trecastagni) su otto e sempre in solitaria contrapposto ai dem. Nemmeno a Bronte la truppa grillina chiude l’accordo con il Pd. I dem ricandidano l’uscente Graziano Calanna (vicinissimo al segretario regionale Barbagallo) che potrà godere del sostegno di Italia Viva (che per l’occasione mette in campo il simbolo), centristi e liste civiche. La coalizione ha ottenuto anche l’endorsement del deputato Claudio Fava.
Insomma, per il momento l’alleanza giallorossa rimane una mezza chimera. L’attenuante dei tempi stretti regge fino a un certo punto dopo anni di lotte senza esclusione di colpi anche sui territori. E la strada sembra tutta in salita.
(2- segue)
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12 Settembre 2020, 06:09