Contestazioni ai test d’accesso |“Negato il diritto allo studio”

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04 Settembre 2018, 09:09

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CATANIA – 2818 candidati per 323 posti, cento minuti a disposizione, sessanta quesiti: proseguiranno oggi, nei locali delle Ciminiere, le prove d’accesso ai corsi specialistici di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria. Il 5 sarà la volta delle selezioni di Scienze Umanistiche: 829 posti complessivi per 1439 candidati, suddivisi tra Lettere, Lingue e culture europee, euroamericane e orientali, e Scienze e lingue per la comunicazione. Cinquanta i quesiti, cento minuti il tempo limite. E sono 499 gli iscritti alla prova del corso in Biotecnologie, per 75 posti disponibili. Ma alle future matricole, così come a chi proseguirà con una specializzazione, non può sfuggire il rapporto tra partecipanti e posti effettivi; quanto ai quesiti, i dubbi serpeggiano fino all’ultimo momento. Un momento di contestazione si è avuto ieri mattina ad opera del Coordinamento Universitario.

 “Abbiamo deciso di bloccare i test d’ingresso”, esordisce la portavoce Alessia Brunetto. Bloccarli del tutto? “In effetti abbiamo realizzato un’azione simbolica, per sensibilizzare i ragazzi sull’iniquità di queste selezioni. E’ stato un momento molto partecipato“. Il tema, peraltro, è dibattuto anche in sede accademica. Quali le ragioni dei militanti antagonisti ? “Pensiamo che simili procedure siano la negazione del diritto allo studio: è come se l’università chiudesse le porte agli studenti in nome del profitto. Infatti gli studenti non sono certi di passare e spendono per più test cifre che vanno a sommarsi a tutte le altre ben note”. Un modo traumatico, insomma, di aprirsi alla vita universitaria; o di proseguire lungo quella via talvolta azzardosa delle lauree magistrali: “Ansia, senso di competizione, cambiamenti di rotta su sollecitazioni esterne:  le selezioni si basano sulla fortuna e non sull’attitudine. Così ci si gioca la vita”.

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I megafoni dei militanti –già studenti universitari- non hanno risparmiato nulla ai ragazzi in attesa. “Il paradosso è che questo meccanismo di chiusura avviene proprio qui in Italia, uno dei Paesi in testa alle classifiche per dispersione scolastica. Ma lo studio, in una società che promuove sviluppo e formazione, dev’essere alla portata di chiunque voglia servirsene”. Il cuore del problema, ribadisce il collettivo, sarebbe nel sistema che prospera sulla preparazione agli esami: “Esistono agenzie private che preparano i test per le università; ma c’è pure un giro d’affari che comprende corsi di preparazione e testi. Le spese individuali in quest’ambito possono andare dagli 800 a oltre 4000 euro, le maggiori riguardano i test di Medicina”. Fatti che talvolta emergono, e che associazioni e collettivi non mancano di sottolineare. Ma, in questa specifica fase, il Coordinamento prevede di cercare un confronto con l’università? “Oggi volevamo parlare con gli studenti”, chiarisce la portavoce, “trasmettere un messaggio e far passare il germe della partecipazione. Proseguiremo portando avanti le esigenze degli studenti e le tematiche che sempre abbiamo sviluppato, come il problema delle migrazioni e la svalutazione degli atenei nel Meridione”. Il messaggio sembra passato: un applauso ha risposto ai megafoni del Coordinamento, malgrado la tensione. Momenti di confronto, dibattiti e attività controculturali non potranno mancare durante l’autunno.

 

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04 Settembre 2018, 09:09

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