Akragas, un percorso da sogno | La scalata verso il professionismo

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28 Aprile 2015, 11:21

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AGRIGENTO – Le strade di Agrigento sono piene di bandiere azzurre, in molti ancora sono increduli per quanto fatto dalla squadra di Feola, l’allenatore campano che ha scelto di festeggiare con il resto della società ad Agrigento, invece di ritornare in Campania dalla propria famiglia, come fatto il giorno dopo. Un grande sacrificio per l’allenatore campano che ha portato la squadra ai vertici del campionato di Serie D, partendo da una situazione difficile, da una LegaPro mancata per mille vicissitudini, una preparazione in ritardo e il fantasma di Sottil che per alcuni giorni ha allenato la squadra agrigentina, in attesa di una LegaPro arrivata un anno dopo, sul campo, meritatamente, con più consapevolezza di un traguardo storico, ottenuto contro avversari ostici. Il campionato iniziato con Betta era troppo condizionato dal nervosismo, dalla voglia di vincere a tutti i costi, dalla pressione dei tifosi, pressione costata cara al tecnico siciliano.

Prima della fine del 2014 arrivò l’uomo alto dalla Campania, un gigante per il Gigante, un grande giocatore in passato, un ottimo allenatore adesso, un vincente che ha portato il Savoia in trionfo proprio a spese dell’Akragas di Pino Rigoli, rivale quest’anno e grande sconfitto con l’Agropoli. Vincenzo Feola cominciò a piccoli passi, predicando pazienza e lavoro costante, anche quando la classifica era difficile e si erano toccati i sei punti di distanza dal Torrecuso che marciava come un treno tra lo stupore di tutte le altre compagini del girone I. I cavalli di razza si vedono a lunga corsa: mai detto fu più adatto per l’Akragas di quest’anno, che come fantino ha avuto un uomo dalle idee chiare, che appena arrivato ha preso le redini di questo cavallo di razza che aveva solo bisogno delle frustate giuste. Il pareggio beffardo sul campo del Torrecuso fu lo schiaffo che fece riprendere tutti, dopo arrivarono 4 vittorie consecutive per la gioia dei tifosi che cominciarono però a mugugnare dopo i tre pareggi consecutivi contro Rende, Agropoli e Gioiese. La squadra però si dimostrò ancora più unita infilando sei vittorie di fila, in una cavalcata che ridimensionò il Torrecuso e le altre pretendenti, Agropoli e Rende.

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Non è stato facile contro squadre di bassa classifica che si sono schierate con undici giocatori nella propria area, evitando di giocare a calcio. Nonostante il bomber Meloni, le prodezze di Tiscione, la vivacità di Catania, la grinta di Baiocco, è stata dura incunearsi nelle aree avversarie, contro squadre arroccate in difesa. Mister Feola, grande urlatore già durante gli allenamenti, è riuscito a gestire una squadra di campioni che aveva solo bisogno del comandante adatto. Con il suo schema offensivo che vedeva solo due centrocampisti, con un Baiocco formidabile, è riuscito ad avere ragione. L’immagine dei tifosi che lo acclamano e lo portano in trionfo, spingendolo in aria, è l’immagine giusta con la quale concludere un campionato formidabile.

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28 Aprile 2015, 11:21

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