07 Settembre 2020, 10:13
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I saperi umanistici e artistici sono stati come zittiti dall’emergenza e da scelte autoritarie che li hanno appiattiti nell’appello “stiamo a casa”. Non vogliamo ora contestare queste scelte ma su esse riteniamo opportuno riflettere per i rischi di torsioni autoritarie della nostra democrazia. La facilità con cui sono state sospese in nome dell’emergenza pandemica le nostre libertà fondamentali, l’affermarsi di una retorica politica del ‘vietare’ e del ‘consentire’, l’esplosione di una pericolosa caccia agli untori, sono fenomeni che rischiano di corrodere la fibra democratica delle nostre comunità.
Festa della cultura perché essa riprenda il suo posto per non cederlo più. Tra le cose apprese in questa vicenda è la consapevolezza che un’epidemia, per lo stravolgimento complessivo che provoca, non può essere affrontata senza ‘cultura’, cioè senza la visione d’insieme (e di buon senso) che essa permette.
Il principio di fondo che ci spinge a organizzare la festa è quello attorno a cui mesi fa si è costituito il gruppo che ora si chiama “CoseControvento” (che proporrà a breve un ciclo di performance): di cultura si vive, anche nel senso materiale, con la cultura si mangia. Chiediamo quindi ai partecipanti un’offerta adeguata perché questo principio prenda forma concreta.
La festa si aprirà con la benedizione impartita da don Pietro Belluso e ‘raccontata’ da Arianna Rotondo (storica del cristianesimo). Una benedizione per tutti, credenti e non, perché anche la religione, anch’essa costretta a ritrarsi nella pandemia, è cultura; seguirà la Riflessione per la vita di Ninni Decembrino, neonatologa. La musica (a cura di Riccardo Insolia e Carmelo Dell’Acqua), la poesia (a cura di Daniela Orlando), la performance di Franchina su Sesso e Religione, e quella poetico-musicale di Marilina Giaquinta e Vicenzo Virgillito, la Leggenda moresca di Anna Aiello, saranno poi i protagonisti della serata.
La proiezione delle fotografie di Fabrizio Villa con Quanto resta della notte? chiuderà la serata dando forma a quel che abbiamo vissuto e indicando nella bellezza la via della ripresa.
La CEGE (Comunità Educante Gastrononica Etnea) gestirà un punto ristoro facendo dialogare il cibo col tema della festa.
L’idea della festa è di Gabriella Conti ed Enrico Iachello. La regia è di Maria Arena.
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07 Settembre 2020, 10:13